Bozza di accordo con Università di Pisa su “Scoglio della Regina”. Quale università per Livorno?

Image and video hosting by TinyPicLa discussione sulla bozza di accordo tra Università di Pisa e Comune di Livorno riguardante lo scoglio della Regina impone riflessioni serie, focalizzate sulla governance del sapere sul territorio

06luglio 2016 da #BuongiornoLivorno

Infatti, se le Amministrazioni Locali sono in crisi, se una nuova leva di amministratori non emerge ancora, l’università attraversa una crisi permanente. Impensabile esternalizzare a quest’ultima elementi di direzione strategica del territorio.

Non solo, ciò che sopravvive nell’Università è legato a vecchi modelli di sviluppo, quelli che hanno eletto a lungo Livorno come capitale toscana dell’alto impiego di capitali unito a quello basso di forza lavoro. Oppure ad un tipo di innovazione che ha poca ricaduta sui territorio a o riproduce forza lavoro subordinata precaria e a basso costo: come può accadere, in entrambi i casi, ad un qualsiasi polo tecnologico in India o in Messico.

Livorno deve fare un’altra cosa, far emergere una governance territoriale egemone in grado di rendere autonomi pezzi di università dalla loro stessa crisi. Per farlo deve aver chiaro un modello di sviluppo che non si intravede né dai DUP, anche perché questo strumento è sempre più ostaggio di bilanci blindati, né dalle dichiarazioni informali sia dell’amministrazione che delle opposizioni. Livorno deve aver chiaro:

  1. che la piena occupazione del periodo fordista non tornerà più
  2. una governance universitaria territoriale innovativa è strategica per far sì che il territorio non sopravviva di carità o che si dibatta nelle convulsioni della propria crisi.

Da oltre due anni, l’attenzione è su modelli di analisi che si focalizzano sulla produzione di ricchezza che passa dalla messa a sinergia di innovazione, entertainment, turismo. E sul fatto che l’amministrazione, nel suo complesso, debba disporsi internamente per mettere a produzione questi modelli.

livorno effetto venezia

fortezza vecchia livorno

Un processo faticoso, sappiamo, ma il passato non è riproducibile. Qualche esempio concreto? Livorno può specializzarsi nell’analisi dei Big Data del mare (settore in via di sviluppo). In questo impossibile non coinvolgere, oltre alle istituzioni del sapere, chi lavora concretamente nel settore. Così diviene anche possibile, con gli opportuni strumenti pubblici, fare in modo che questa dimensione tecnologica favorisca, direttamente e indirettamente, prodotti utili per l’entertainment e il turismo. Un algoritmo capace di leggere Tripadvisor, magari frutto dell’analisi di big data della principale industria cittadina (il mare), produce molti più posti di lavoro di tutti i tavoli istituzionali “strategici” sul turismo dell’ultimo quarto di secolo.

Certo, ci vuole una mano pubblica per tutto questo e va anche inventata in epoca di assenza di capitali pubblici. In questo senso la privatizzazione della Porto 2000 è un suicidio della città ma la politica è forse l’unica materia nella quale i suicidi si possono rimediare. Sia M5S che PD, per motivi molto diversi tra loro, sono molto lontani da mettere a produzione modelli di questo tipo.

Sappiano i livornesi che senza innovazioni di modello, su università e amministrazione locale, la città non andrà da nessuna parte.

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