8aprile 2016 di Patrizia Russo
“Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l’elitropia, e Calandrino se la crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia, ed egli turbato la batte, e a’ suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui”
Sabato 9 aprile ore 21,15 al Teatro Parrocchiale di Vicarello (LI) il gruppo storico-culturale “Gli Amici di Ulisse” presenterà lo spettacolo “Calandrino e la pietra che rende invisibili” Liberamente ispirata alla novella «Calandrino e l’elitropia» di Giovanni Boccaccio Decameron, VIII, 3
Calandrino e l’elitropia è una novella narrata da Elissa nell’ottava giornata del Decameron, quella dedicata ai racconti di scherzi tra uomini e donne. Calandrino, la cui caratterizzazione prende spunto da una persona realmente esistita; è un personaggio tipico della narrazione comica toscana e rappresenta il popolano per eccellenza, rozzo e tonto, che però si crede furbo e intelligente e quindi non si accorge che gli amici si prendono gioco di lui; anzi pensa lui stesso di riuscire a beffare gli altri.
In questa ed in altre novelle del Decameron, Calandrino è in compagnia di Bruno e Buffalmacco e rivestirà sempre i panni del giovane semplice e sprovveduto vittima di beffe e scherzi da parte degli amici. In questo racconto, Calandrino viene illuso all’inizio della vicenda da altri due tipici personaggi burloni, Bruno e Buffalmacco,
con l’aiuto di Maso del Saggio. Proprio quest’ultimo, per gioco, informa Calandrino dell’esistenza, nel fiume Mugnone, di pietre dal potere magico, perché rendono invisibili, e da questa conversazione prende il via tutta la vicenda.
Calandrino, non resistendo alla tentazione di potersi arricchire perché invisibile, rubando i fiorini che abbondano sui banchi dei “cambiatori” della città, coinvolge i suoi amici Bruno e Buffalmacco nel suo progetto di recuperare la pietra dalle doti miracolose. I due compari, abituati ad organizzare beffe all’amico, accettano l’idea, e così, una domenica mattina, si recano tutti e tre al fiume Mugnone.
Una volta arrivati, Calandrino si getta su tutte le pietre che vede, dato che Maso del Saggio, per meglio ingannare Calandrino, non gli ha fornito una descrizione precisa del preziosissimo minerale. Quando Calandrino ha le tasche piene di sassi, i suoi amici danno vita alla beffa fingendo di non vederlo. Calandrino, dunque immagina di aver raggiunto l’invisibilità e questa credenza è avvalorata dai due amici che, arrabbiati perché Calandrino li ha lasciati soli al fiume, iniziano a tirargli le pietre, con la scusa che ormai egli è invisibile e che loro quindi non possono capire dove si trova. Convinto di aver raggiunto l’invisibilità Calandrino torna a casa dalla moglie tutto contento … ma qui lo aspetta un’amara sorpresa.