Cariche sui migranti davanti alla Prefettura di Firenze. Fattori: “Dopo 15 anni serve soluzione definitiva, degna di un Paese civile.”

Stamani (14gennaio) un’ottantina di migranti ha chiesto che una delegazione potesse entrare in Prefettura per essere ascoltata dal Tavolo convocato con Regione e Comuni per decidere il futuro dell’accoglienza dei migranti dell’ex-Aiazzone, temporaneamente accolti al palasport di Sesto Fiorentino grazie all’intervento del Sindaco Falchi, unico ad essersi attivato nell’emergenza.

14gennaio 2017 da redazione

La protesta è iniziata dopo la tragica morte nel rogo di giovedì notte di Ali Moussa, cui era seguita un’occupazione dimostrativa del cortile di Palazzo Strozzi nella giornata di giovedì. Questa mattina la Polizia, in assetto antisommossa, ha impedito ai dimostranti l’accesso a Palazzo Medici Riccardi, prima con spinte e poi con manganellate, nonostante all’interno si stesse parlando del loro futuro. Due persone sarebbero addirittura rimaste contuse e portate via con l’ambulanza.

Parlando con i giornalisti Luca Toscano, del Movimento di lotta per la casa che sta guidando la protesta degli ex occupanti del capannone andato a fuoco, ha dichiarato:

“Ci uniamo alla richiesta dei suoi fratelli e chiediamo una sepoltura dignitosa per Alì Muse, il 44enne somalo deceduto  nel rogo del capannone. Il Comune di non sa dare una soluzione per sua la sepoltura perché privo di residenza.”

Sui fatti è intervenuto Tommaso Fattori, capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra in Consiglio regionale:

“I migranti dell’ ex Aizazzone avrebbero dovuto essere ascoltati per primi, invece li si manganella. Dopo 15 anni serve una soluzione definitiva, degna di un paese civile. Manganellare coloro che chiedono di essere ascoltati dal tavolo che deve decidere del loro futuro è grave e disumano, dopo anni di colpevole incapacità da parte delle istituzioni di dare risposte concrete a bisogni basilari, nel rispetto dei diritti umani. Non è così che Città metropolitana, Comuni e Prefettura potranno farsi interpreti di una richiesta di accoglienza e inserimento sociale che viene da persone che vivono regolarmente nel nostro Paese e che chiedono che non sia calpestata la loro dignità”.

“Le inutili cariche di stamani sono da condannare fermamente, aggiungono amarezza ad amarezza, sono il segno di una disumanizzazione pericolosa e crescente. Non è possibile picchiare chi protesta dopo aver  perso in una sola notte un amico e la “casa”. Offrire accoglienza a chi fugge da guerre e violenza è un dovere che le istituzioni devono assolvere cercando con i migranti stessi le soluzioni più efficaci”.

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