Uno spettacolo coinvolgente alla ricerca delle radici più autentiche, solari e mediterranee del capolavoro del livornese Pietro Mascagni
Il 6,7,8,11,14,16,17,21,28 e domenica 31 maggio (ore 11.30) nella sala Canaviglia. Una versione semiscenica del melodramma mascagnano per i turisti e non solo. Possibile un abbinamento con giro in battello o a bordo del Cityseeing.
5maggio 2015 da Comune di Livorno
Ai tanti croceristi che arrivano a Livorno, ai turisti e agli stessi livornesi, sarà proposta in Fortezza Vecchia, nel cuore del porto mediceo, una versione semiscenica di Cavalleria Rusticana, l’opera più famosa e rappresentata di Pietro Mascagni.
La rappresentazione lirica del melodramma, più veloce e meno strutturata, proposta in una chiave nuova e vicina alla sensibilità del pubblico di oggi, si terrà nei giorni 6, 7, 8, 11, 14, 16, 17, 21, 28 e 31 maggio alle ore 11.30. A fare da palcoscenico alla rappresentazione sarà la sala Canaviglia della Fortezza , un contesto scenico di forte impatto suggestivo.
E’ la nuova offerta turistica lanciata dal Comune di Livorno, in collaborazione con Port Authority e Fondazione Goldoni, per dare a chi fa ingresso nella nostra città un “assaggio” della cultura labronica ed in particolare di quelle note mascagnane, solari e mediterranee, conosciute e amate in tutto il mondo.
Lo spettacolo: La Cavalleria Rusticana in Fortezza Vecchia
Nella riduzione di Cavalleria, che porta la firma del regista Emanuele Gamba, lo spettatore vivrà la vicenda in primo piano; la pedana posta al centro della sala Canaviglia rappresenterà infatti i vari luoghi della storia: la taverna di Mamma Lucia, la piazza, tracce di un paese che segna lo spazio in cui si dispiegherà il percorso drammatico di Santuzza, donna forte, determinata, padrona delle proprie azioni e del proprio destino, e per questo emarginata dal conformismo della comunità e della collettività che la circondano. Il pubblico assisterà alla rappresentazione seduto intorno a loro, ai protagonisti della vicenda, vivendo ancora più intensamente lo svolgersi degli eventi e in alcuni momenti interagendo con gli artisti, ad esempio durante il celebre brindisi. Elementi scenici essenziali e costumi evocativi, con la calda atmosfera creata dalle luci, caratterizzeranno l’allestimento che avrà nella cupola che sormonta la Canaviglia, la valorizzazione ed amplificazione del suono, immergendo il pubblico per un’ora nella magia della lirica e del Teatro del massimo compositore livornese.
La regia dello spettacolo è firmata – come detto – da Emanuele Gamba; l’allestimento, le luci ed i costumi sono a cura del Teatro Goldoni; il cast impegnato nelle recite, accanto ad alcune figure professionali che vantano già una lusinghiera ed applaudita frequentazione dei palcoscenici lirici, proviene per buona pare dal percorso artistico e produttivo del Cantiere Lirico del Goldoni dedicato a Pietro Mascagni, un laboratorio di approfondimento e specializzazione della drammaturgia e vocalità del suo teatro, a cui negli anni hanno preso parte giovani cantanti provenienti dall’Italia e dall’estero. Questi gli interpreti che faranno parte del progetto: Rosa Perez / Silvia Pacini (Santuzza), Stefano Cresci / Simone Frediani (Turiddu), Veio Torcigliani / Michele Pierleoni (Alfio), Fulvia Bertoli / Katia Tempestini (Mamma Lucia), Maria Salvini / Silvia Pantani (Lola); al pianoforte Anna Cognetta /Laura Pasqualetti.
“La musica di Pietro Mascagni va dritta al cuore”:
parole di Zubin Mehta, uno dei più grandi direttori d’orchestra del nostro tempo, che trovano nel capolavoro del musicista livornese Cavalleria Rusticana una delle più alte vette di tutto il melodramma. Dalla sua prima apparizione (Roma, 1890) ad oggi, Cavalleria Rusticana è uno dei titoli più amati e rappresentati al mondo, imperniato su una drammaturgia efficace, concentrata, spigolosa e sulla rovente contrapposizione di passioni istintive ed elementari: amore, gelosia, vendetta, immerse in un clima arcaico e mitico di sacra rappresentazione. Il grido disperato che chiude l’opera, con il suo tragico annuncio di morte, abbatteva le quinte e i fondali del melodramma un po’ imbalsamato del XIX secolo e fondava, con il crudo ed elementare realismo ereditato da Verga, un nuovo stile operistico, che seppe aprire le arti ed il palcoscenico a fatti e racconti tratti dalla vita quotidiana con tutto il sentire delle sue passioni e tormenti. Elementi tanto forti da essere senza tempo, leggibili e godibili per il pubblico di ieri come quello di oggi, e che grazie alla forza del linguaggio universale della musica del livornese Pietro Mascagni rivivono nelle molteplici forme comunicative che la lirica è capace di esprimere.