C’è una sorta di quadrilatero della morte, compreso tra Livorno, Grosseto e Siena, dove manca una sala di emodinamica

Infartuati a rischio morte per mancanza di una sala di emodinamica

10ottobre 2017 da Maurizio Marchi, Medicina Democratica-Movimento di lotta per la salute, Toscana

Come messo nuovamente in evidenza dal cardiologo Claudio Marabotti nel corso di una conferenza pubblica il 6 ottobre 2017 c’è una sorta di quadrilatero della morte, compreso tra Livorno, Grosseto e Siena, dove manca una sala di emodinamica, indispensabile per il soccorso tempestivo degli infartuati nei primi 60/90 minuti dall’insorgere dei sintomi dell’infarto  del miocardio. In particolare l’emodinamica manca negli ospedali di Cecina Volterra e Piombino, mettendo a rischio morte per infarto circa 140 mila persone, più le decine di migliaia di turisti che si affollano nella val di Cecina, sulla costa e all’Elba d’estate.

Una mancanza strutturale, peraltro abbordabile dal punto di vista dei costi, che la Regione deve coprire al più presto, e che i sindaci devono rivendicare con forza, come già fanno i cittadini organizzati nei comitati e in associazioni come la nostra. Di recente anche il dott. Vincenzo Paroli, vicepresidente dell’ordine dei medici provinciale è intervenuto pubblicamente, sottolineando che:

«Ogni minuto risparmiato può salvare una vita» 

 Un intervento per dire, in sostanza, che un’emodinamica sul territorio oggi non è più rimandabile, ma indispensabile ed  essenziale sia a Cecina che a Piombino. I risparmi per far quadrare il bilancio regionale si facciano nella riduzione del personale amministrativo o cassando nella Regione reparti in cui il ricovero può essere programmato. L’emodinamica per avere risultati deve avere ricoveri non dilazionati nel tempo… ogni minuto risparmiato nell’accesso può significare salvare una vita, conclude Paroli.

Medicina Democratica aggiunge a queste considerazioni quella, essenziale, che questa zona, da Rosignano a Piombino alle aree geotermiche è particolarmente inquinata, tale da far emergere un eccesso significativo di patologie cardiologiche (oltre ad altre patologie), come emerge dallo studio di Marabotti ed altri ricercatori, basato sui dati ufficiali di ASL e di ARS (5.136 ricoveri per malattie cardiache negli anni tra il 2012 e il 2016 in BvC (https://www.ars.toscana.it/it/relazione-comuni.html#). Si assiste pertanto ad un doppio danno per la popolazione: quello di essere particolarmente danneggiata nella propria salute, e quello di avere una carenza di strutture sanitarie salvavita, come appunto l’emodinamica. E non si accampi, da parte della Regione la vecchia ed ipocrita teoria secondo la quale  per far funzionare bene una struttura sanitaria occorra un alto numero di casi trattati, per elevare la professionalità degli operatori: No, si facciano invece circolare i professionisti (medici ed altri operatori), preparandoli a operare anche in piccole strutture, non i pazienti, addirittura quelli infartuati, quindi più deboli e a rischio vita.

Quello della grossa taglia delle strutture è un vecchio argomento usato da chi vuole tagliare la spesa, e non è fondato sulla sua efficienza.

Da subito quindi Regione, ASL e Sindaci, con procedura d’urgenza, dovrebbero predisporre negli ospedali di Cecina, Piombino, e Volterra delle reti finalizzate all’infarto, con numeri di emergenza dedicati,  pronto soccorso attrezzato ed  organizzato in strutture per l’infarto, ambulanze in loco dotate di attrezzature specifiche, equipe di cardiologi, medici ed infermieri debitamente formati pronti ad intervenire; insomma un protocollo e una rete specifica che entri in attività ogniqualvolta si presenti un’emergenza da infarto.   

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