Circolare del Viminale e maltrattamenti a danno di migranti: richiesta alla Commissione di attivare procedure di infrazione.

Senza che il Parlamento europeo ne fosse informato, nello spazio Schengen sono avvenute, tra il 13 e il 26 ottobre, retate brutali contro persone in fuga da zone di guerra, dittature, carestie e disastri climatici. L’operazione congiunta Mos Maiorum, promossa dalla presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea sotto la direzione del ministero dell’Interno a Roma, era necessaria – così ha assicurato ai parlamentari europei il sottosegretario Della Vedova, lo scorso 22 ottobre a Strasburgo –  per il contrasto delle organizzazioni criminali che della sofferenza fanno un traffico lucroso.

28ottobre 2014  da Barbara Spinelli deputata al Parlamento Europeo, gruppo GUE/NGL Permalink English version

immigrazioneFin da subito tuttavia è apparso chiaro l’obiettivo dell’iniziativa: una criminalizzazione sistematica dei migranti. Il nome stesso dato all’operazione – Mos Maiorum – rimanda simbolicamente alla convinzione della superiorità militare e morale del limes romano opposto ai barbari. Per contrastare le mafie degli esseri umani – questa la tesi esposta a Strasburgo dagli ideatori dell’operazione – era necessaria una gigantesca operazione di schedatura degli immigrati “irregolari”, così come richiesto dal regolamento Eurodac.

Abbiamo appreso – e ne abbiamo prontamente informato il Parlamento [1] – che le forze di Pubblica sicurezza italiane sono state incaricate dal Ministero dell’Interno di identificare, anche tramite l’uso della violenza, i migranti privi di documenti. La circolare in nostro possesso, priva del frontespizio a tutela degli informatori, porta l’intestazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno italiano, ed è stata emanata, secondo le informazioni che abbiamo raccolto, il 25 o il 26 settembre scorso. Vi si legge che “alcuni Stati membri lamentano, con crescente insistenza, il mancato fotosegnalamento di numerosi migranti che, dopo essere giunti in Italia, proseguono il viaggio verso i Paesi del Nord Europa”.

immigrazione impronteIl primo foglio contiene quelle che vengono definite “linee di indirizzo operativo cui attenersi per il corretto adempimento delle procedure di fotosegnalamento e per armonizzare le procedure in uso”. Vi si specifica che, al fine di “informare i migranti sulle conseguenze derivanti dalla mancata collaborazione con le Autorità italiane nell’identificazione, è in via di distribuzione, alle unità che svolgono attività di soccorso in mare, presso le località di sbarco, nonché alle Questure di accoglienza, un volantino informativo multilingue (ALL. 2), che sarà consegnato ai migranti”.

Assieme alla pagina che alleghiamo, è infatti giunto in nostro possesso un volantino multilingue – verosimilmente l’allegato cui si fa menzione nella circolare – che spiega esplicitamente, in italiano, in inglese, in francese e in arabo, che “i migranti che fanno ingresso illegale nel territorio dello Stato italiano, anche se soccorsi in mare, devono essere identificati mediante l’acquisizione delle generalità ed il fotosegnalamento” effettuato dalla Polizia. Il rifiuto di fornire le proprie generalità, continua il documento, ovvero la resistenza “all’acquisizione delle fotografie del volto e delle impronte digitali delle dita delle mani, costituisce reato e determina la denuncia all’autorità giudiziaria. In ogni caso”, si esplicita, “la Polizia procederà all’acquisizione delle foto e delle impronte digitali, anche con l’uso della forza se necessario”.[2]

Durante le scorse settimane, numerosi resoconti e testimonianze mostrerebbero che a seguito dell’emissione della circolare – peraltro precedente di quasi tre settimane l’inizio dell’operazione congiunta Mos Maiorum – il ricorso alla forza è stato applicato in modo sproporzionato e irragionevole. Siti e giornali italiani hanno pubblicato fotografie di corpi segnati da ferite e contusioni, e raccolto  testimonianze di migranti malmenati, segregati e minacciati. [3]

In Italia, l’on. Erasmo Palazzotto (Sinistra Ecologia e Libertà), che ha recentemente ispezionato alcuni CIE, CPA e CARA in seguito a segnalazioni di maltrattamenti e tortura, è sul punto di depositare un’interrogazione parlamentare in cui si chiede conto della circolare del ministero dell’Interno e della sua attuazione.

Fino a ora il Viminale non ha risposto alle nostre sollecitazioni, né a quelle delle associazioni che si occupano di tutela dei migranti.

immigrazioneLa gravità di questa operazione, che rischia di diventare prassi anche a compimento di Mos Maiorum, risulta tanto più evidente quando si consideri la sua pretesa di ottemperare alle disposizioni europee di Eurodac. Il Regolamento del Consiglio che istituisce il Sistema Eurodac [4] per il confronto delle impronte digitali (al fine, recita il testo, di un’efficace applicazione della convenzione di Dublino II, tale da permettere di determinare quale paese dell’Unione europea sia competente per l’esame di una domanda d’asilo), non fa in alcun modo menzione della possibilità dell’uso della forza, ma prevede che ciascuno Stato membro proceda “tempestivamente, in conformità alle salvaguardie previste dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, al rilevamento delle impronte digitali di tutte le dita di stranieri di età non inferiore a quattordici anni, che siano fermati dalle competenti autorità di controllo in relazione all’attraversamento irregolare via terra, mare o aria della propria frontiera in provenienza da un paese terzo, e che non siano stati respinti” (art. 8).

Seguendo l’esempio dei numerosi eurodeputati che nel 2010 denunciarono la circolare del governo francese che dava avvio allo smantellamento di alcuni campi rom, ritengo pertanto necessario chiedere alla Commissione di valutare l’attivazione di eventuali procedure che sanzionino l’Italia per la violazione degli obblighi derivanti dal diritto comunitario.

La Circolare del Ministero dell’Interno

Note: [1] Intervento di Barbara Spinelli su Mos Maiorum, Sessione plenaria del 22 ottobre 2014, Strasburgo.  

[2] La notizia della circolare era stata data già il 30 settembre 2014, passando pressoché inosservata, da un articolo corredato da ampi stralci virgolettati. A pubblicarlo, con il titolo Profughi. Il Viminale: “Foto e impronte digitali vanno prese a tutti, anche con la forza”, è il sito Stranieri in Italia, che spesso riporta documentazione ricevuta dal Viminale. 

[3] (Fonti: 1234). 

[4] Regolamento (CE) n. 2725/2000 del Consiglio dell’11 dicembre 2000

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