Concerto DELL’OPEN ENSEMBLE sabato 24 novembre. Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, Livorno

17novembre 2018 da Associazione Concertarti in collaborazione con Shardan, Amici Musmed

Al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, sala del mare – Villa Henderson (via Roma 234 Livorno), sabato 24 novembre ore 17.30 concerto DELL’OPEN ENSEMBLE

I capolavori per “PIANO QUARTET”

  • Ludwig van Beethoven Quartetto in Mi bemolle maggiore op16 a Grave – Allegro ma non troppo – Andante cantabile – Rondò. Allegro ma non troppo.

  • Robert Schumann  Quartetto in Mi bemolle maggiore op 47 Sostenuto assai. Allegro – Scherzo. Molto vivace. Trio I et II – Andante cantabile – Finale

L’OPEN ENSEMBLE costituito da Daniele Fredianelli – pianoforte, Renata Sfriso – violino, Riccardo Masi – viola, Giovanni Bacchelli – violoncello, festeggia dodici anni di amicizia ed unione nella musica con due capolavori del repertorio cameristico per pianoforte ed archi.

  • Di  Ludwig van Beethoven sarà proposto il Quartetto in Mi bemolle maggiore op16 a,  rielaborazione compiuta dall’autore stesso dell’omonimo Quintetto scritto fra il 1796 e il 1798 per pianoforte e fiati. Questa splendida opera, espressione di un animo sereno e giocoso e ispirata al magnifico quintetto K 452 di Mozart, rappresenta un vertice nella produzione giovanile di Beethoven. Nel “Grave” iniziale, le prime note, quasi come un richiamo, predispongono ad una  calma e fiduciosa attesa che si scioglie nelle brevi frasi dei quattro strumenti preparando l’animo al sorridente “Allegro ma non troppo” successivo nel quale domina un sentimento di amabilità fantasiosa. L’ ”Andante” tocca il momento più lirico della composizione: la melodia principale affidata al pianoforte lascia spazio alle intense e dolcissime variazioni degli archi. Conclude con vivacità e freschezza il piacevolissimo “Rondò” dal tema scherzoso e semplice che dispone al sorriso.
  • Sarà poi la volta dello stupendo e appassionato Quartetto in Mi bemolle maggiore op 47 di Robert Schumann scritto in pochi giorni nel 1842 per il conte Matvei Wielhorsky, ottimo violoncellista dilettante, una dedica che si concretizza nei contenuti musicali altamente poetici del terzo movimento, Andante. Capolavoro indiscusso del Romanticismo musicale, dai forti contrasti tematici e dalla ricca corposità strumentale, il quartetto si apre con  un’ affascinante introduzione meditativa “Sostenuto assai”, prima di lasciar sgorgare l’impeto dei suoi temi e degli intrecci dell’ ”Allegro”. Lo “Scherzo Vivace”, poi, sembra raccontare una fiaba nordica guizzante e misteriosa. Indimenticabile il lirismo dell’ “Andante”, nel quale, appunto, il violoncello apre e chiude da protagonista con l’espressione di un intenso sentimento d’amore che nel finale, “Rondò Vivace”, si trasformerà in uno stretto dialogo, quasi orchestrale, dalla fervida e focosa  energia vitale. 

Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 – Vienna 1827) nutriva una speciale predilezione per il Quintetto per pianoforte, oboe, clarinetto, corno e fagotto di Wolfgang Amadeus Mozart (K  452) scritto nel 1784.

Di quest’opera era molto orgoglioso Mozart stesso che la stimava la migliore fino a quel momento. Beethoven decise dunque di scriverne uno per la stessa formazione tra il 1796 e il 1797 (op. 16) che fu eseguito a Vienna il 6 aprile 1797 con l’autore al pianoforte. Quasi subito ne elaborò anche una versione per Quartetto con pianoforte, violino, viola e violoncello (op.16a) assai fedele all’originale, pubblicata nel 1801. Beethoven amava quest’opera e volentieri la suonava in pubblico. Racchiude lo stile del primo Beethoven, sensibile alle convenzioni della società viennese del tempo e rivela una serenità senza nubi nella sua franca e aperta cantabilità, quale espressione di un estroverso ottimismo giovanile. Il primo tempo “Grave” avviato da accordi del violino e del pianoforte, immersi in uno stato d’animo di fiduciosa attesa, sfocia in un piacevole e sorridente “Allegro ma non troppo” in cui gli strumenti si amalgamano fra di loro con naturalezza di espressione e in un’altalena tematica di felice inventiva. L’”Andante” tocca il momento lirico più puro e fantasioso della composizione: il pianoforte espone la frase principale e su di essa si snodano, come un albero fiorito, le variazioni degli archi. Il Rondò è punteggiato da una vivacità e da una freschezza melodica piacevolissime. Ancora Beethoven è immerso nel paradiso di una civiltà musicale al tramonto, quando l’artista era chiamato a divertire una società aristocratica per censo ed educazione intellettuale, ancora  lontano dai problemi della sopravvivenza di tutti i giorni. Robert Alexander Schumann (Zwickau 1810 – Bonn 1856) scrisse il Quartetto op 47 a 32 anni, nell’ottobre 1842, completandolo in due sole settimane. Dopo i primi dieci anni di composizione, quasi interamente dedicati al pianoforte, questo fu uno fra gli anni più fecondi della maturità di Schumann, del tutto dedicato alla musica da camera: i tre quartetti op. 42, Il quintetto ed il quartetto con pianoforte e i Phantasiestücke per violino violoncello e pianoforte.

Per prepararsi ai suoi primi lavori da camera, Schumann, per cercare nuove capacità comunicative, si rivolse ai classici, in particolare studiò i quartetti di Haydn, Mozart e Beethoven e il “Clavicembalo ben temperato” di Bach. L’8 dicembre 1844 il quartetto fu eseguito in concerto a Lipsia con la moglie Clara Schumann al pianoforte. Il quartetto, ben rappresenta la natura più profonda dell’autore, non ancora tormentato dalla malattia, l’unione di due anime, l’artista e il filosofo, il poeta e il letterato, Florestano ed  Eusebio, entrambi sempre appassionati. Il primo movimento del Quartetto, scritto secondo lo schema della forma-sonata, si apre con un’affascinante e breve introduzione meditativa da cui presto scaturisce l’impeto dei temi e degli intrecci. Il secondo è un Scherzo Vivace con due episodi contrastanti. Qui Schumann si lascia andare alla sua più profonda fantasia da fiaba nordica. L’Andante cantabile, uno dei brani più celebri nella storia della musica, rapisce per la bellezza del tema che esprime il lirismo più affascinante di Schumann. Ad ognuno dei quattro strumenti esaltato nelle sue caratteristiche timbriche ed espressive, è lasciato ampio spazio richiamando i sentimenti di  un dialogo amoroso e appassionato. Il finale, un Rondò Vivace, ricco di intreccio contrappuntistico e di melodie sovrapposte, prosegue il fervido e ardente stato d’animo dell’Andante cantabile con un’esuberante gioia di vivere. Battuta dopo battuta, tema dopo tema, effonde l’intero quartetto di una meravigliosa corposità strumentale, tra i vertici dei camerismo di Schumann.

L’Open Ensemble ha costituito il suo sodalizio nel 2006 e quest’anno festeggia dodici anni di amicizia ed unione nella musica.

L’ensemble, formato da musicisti di lunga esperienza nell’insegnamento, nella professione orchestrale e cameristica, hanno scelto questo nome intendendo valorizzare ed estendere le possibilità di questo organico strumentale. In questo arco di tempo hanno tenuto fede al loro proposito interpretando sia il repertorio dei grandi compositori che pagine poco conosciute e in tutte le varianti di organico possibili: da un solo strumento a tutti e quattro. In coerenza con quest’ottica l’Open Ensemble ha realizzato sue trascrizioni e ha collaborato anche con altri musicisti ed artisti.

Ingresso con offerta libera – Si consiglia la prenotazione tel. 0586 266711-34

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