19novembre 2015 da Comitato di solidarietà “Livorno non si piega”Livorno
Trentaquattro gli anni complessivi, 30mila euro per risarcimenti e spese processuali. In una sentenza prevedibile per un processo che si proponeva di “dare una lezione” ai settori politicamente più conflittuali della città di Livorno
Il processo per i Presidi e le manifestazioni del 30 novembre, 1° e 2 dicembre 2012, si è concluso con una serie di condanne, di poco alleggerite rispetto alle richieste del Pubblico Ministero.
complessivamente a 34 anni per 21 imputati. Una sentenza che non stupisce, data la conduzione del processo basata su pretestuose ricostruzioni dei fatti, su prove, riconoscimenti e testimonianze quanto meno discutibili.
Nel corso del dibattimento la difesa ha teso a smontare le accuse nei confronti dei singoli imputati, in particolare quel teorema di azione preordinate in tre giorni di mobilitazione. E’ stata evidenziata anche la responsabilità nella gestione delle forze dell’ordine, su fatti segnalati e le numerose irregolarità nella conduzione del processo stesso. Il Collegio Giudicante, pertanto ha dovuto prendere atto di quanto prodotto, ridimensionando le richieste del PM.
Nella convinzione che al procedimento di secondo grado, le motivazioni della difesa, saranno definitivamente accolte, il Comitato continuerà il suo impegno per l’assoluzione per tutti. Il Comitato “Livorno non si piega” ringrazia tutti coloro che hanno sostenuto gli imputati e che si sono mobilitati in ogni occasione affinché la verità dei fatti fosse affermata.
La verità è quella della violenza poliziesca che in quei giorni si scatenò a servizio dei poteri forti locali; la verità è quella di una risposta cittadina ferma e compatta contro queste violenze, una risposta che non è mai cessata. La città non ha mai fatto mancare il proprio sostegno agli imputati e a distanza di tre anni ancora c’è una forte rete di solidarietà, che la repressione non ha intaccato, come non ha intaccato l’attività politica, sociale, sindacale, culturale dei settori più combattivi, che questo processo non ha certo liquidato.
La mobilitazione di solidarietà continua.
Il prossimo 30 novembre, alle ore 21 ci sarà un’assemblea cittadina presso la mensa autogestita di via dei Mulini, nella quale verranno decise le prossime iniziative per riaffermare la libertà di manifestare e la ripresa delle lotte cittadine, mentre mercoledì 2 alle 17 ci sarà un presidio solidale in piazza Cavour.
Seguono in aggiornamento, i vari comunicati:
- 19novembre 2015 da, Renata Fontanella, una cittadina che era presente in quelle strade
Assalto o assaltati?
Il processo sui fatti accaduti tra il 30 novembre e il 2 dicembre 2012 si è concluso con il 1° grado di giudizio, con 34 anni di condanne e 30 000 euro di risarcimenti e spese processuali.
La domanda che si pone un cittadino sensibile alla tutela e al rispetto della democrazia è soprattutto questa :”a chi è stato fatto il processo?a coloro che hanno subìto repressione e cariche da poliziotti antisommossa solo perché ‘occupavano’ pacificamente una piazza?”.
Cariche repressive agite anche contro coloro che transitavano nella stessa piazza,offrendo alla città un quadro antidemocratico e repressivo mai visto,tanto che il giorno seguente,il 2 dicembre,la popolazione è scesa nelle strade a dimostrare il proprio dissenso,convinta di voler riprendere le proprie piazze e la libertà e la democrazia calpestate. Incredibilmente ,alcuni giovani ,che in corteo esprimevano come tanti altri ,a viso scoperto,il proprio dissenso,oggi vengono condannati,da assaltati sono diventati ‘assalitori’,ruoli e penalità scambiati. Una sentenza politica pesante,spero che peserà su qualche coscienza. Spero che questi giovani continuino comunque a difendere i valori nei quali credono ed esprimevano in quei contesti: tutela dei Beni comuni,dell’ambiente,del lavoro sostenibile,contro le guerre e contro il razzismo.
- 19novembre 2015 da Rifondazione Comunista, Livorno
Come già durante il processo, la Federazione livornese di Rifondazione Comunista conferma la sua solidarietà ai condannati per i fatti accaduti nella nostra città dal 30 novembre al 2 dicembre 2012
L’assoluta sproporzione tra i fatti contestati e le pene contenute nella sentenza, un totale di 34 anni di reclusione, fa pensare che siano voluti colpire in modo esemplare i movimenti livornesi per il loro impegno politico e sociale avverso ai rappresentanti dei poteri forti, coi quali la mano del sistema giuridico è sempre più leggera. Purtroppo la gestione delle emergenze sociali in chiave di ordine pubblico non è una novità, ma auspichiamo che nei prossimi gradi di giudizio le istanze delle difese vengano accolte e si possa finalmente girare pagina su quelle giornate in cui la nostra città è stata oggetto di intollerabili provocazioni.
- 19novembre 2015 da USB Livorno
L’Unione Sindacale di Base di Livorno esprime la massima solidarietà al suo dirigente sindacale Ceraolo Giovanni e a tutti gli imputati del processo appena conclusosi.
In una città che non ha visto ancora nessun colpevole per la strage del Moby Prince e per il disastro ambientale dei bidoni tossici, in una città dove apparentemente non esistono né la corruzione né le tangenti perché nessuna indagine seria è mai stata svolta, una città ancora in mano ai poteri forti che agiscono impunemente in ogni settore compreso quello legato al lavoro e alle cooperative (ultimo caso il licenziamento politico di una nostra delegata) si è deciso di dare una punizione esemplare a 20 attivisti e sindacalisti a causa della loro intensa attività a fianco dei lavoratori, dei disoccupati e dei senza casa.
Un segnale politico chiaro in un momento di forti tensioni sociali legate alla mancanza di lavoro e di prospettive.
La conferma della nostra tesi è data anche dalla pesantissima pena “accessoria” che il giudice ha voluto infiggere al nostro iscritto e dirigente. 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, il massimo consentito. In questo modo si vuole evitare che Ceraolo possa continuare a svolgere liberamente la propria attività sindacale e politica anche in contesti istituzionali o di trattativa.
La condanna di ieri purtroppo non arriva inaspettata. Tutto il processo si è svolto in clima intimidatorio. Aspetteremo i prossimi gradi di giudizio e continueremo a sostenere in ogni occasione gli imputati a partire dall’assemblea cittadina del 30 novembre.
- 19novembre 2015 da Sinistra Anticapitalistica Livorno
Una pesante condanna che cerca di intimorire gli imputati e con essi tutti coloro che si oppongono ad un potere politico sempre più corrotto
Mentre le sedicenti “democrazie” europee stanno utilizzando la scusa della loro guerra in difesa dei propri interessi economici e geopolitici nel Medio Oriente per ridurre, se non sospendere, la normale vita democratica e con essa ogni possibile opposizione alle loro politiche di massacro sociale, di austerità, di esclusione e di razzismo, il tribunale di Livorno si adegua a questo imperante clima liberticida con la pesante sentenza contro i compagni e le compagne accusati di aver manifestato contro le aggressioni poliziesche. Una pesante condanna che cerca di intimorire quanti si oppongono con coerenza alla barbarie di un potere politico sempre più corrotto e guerrafondaio, impegnato a ridurre quanto più possibile gli spazi democratici e a garantire sfruttamento e profitti ai suoi padroni.
Come Sinistra Anticapitalista esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i compagni e le compagne coinvolti/e ci impegniamo per continuare insieme le nostre lotte dentro e fuori i tribunali, per organizzare la diserzione, incompatibili come sempre a qualsiasi padrone, patria, guerra.