Contro la nuova Normalità della Guerra, nave Liberty Peace eccola, in arrivo: Venerdì 13 luglio presidio sul lungomare di Livorno

10luglio 2018 da Franco Busoni, Rete Civica Livornese Contro la nuova Normalità della Guerra Livorno

Ha lasciato il 3 luglio il porto di Charleston sulla costa orientale degli Stati Uniti e adesso è in navigazione nell’Oceano Atlantico verso il Mediterraneo e il porto di Livorno la Liberty Peace, nave a caricazione rotabile, lunghezza 199 metri, larghezza 32, pescaggio 9,9 metri e 58 mila107 tonnellate di stazza lorda, che fa parte del cosiddetto Programma di Sicurezza Marittima.

Il Programma di Sicurezza Marittima (MSP) è  riconosciuto dal Congresso americano come “la quarta arma cruciale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti”. Si tratta di un Programma che grazie a partnership pubblico-privato con società armatrici di navi con bandiera ed equipaggio statunitense mette oggi a disposizione del Dipartimento della Difesa una flotta privata di 70 navi pronta a sostenere le forze armate e a rifornire le linee del fronte degli USA di munizioni, armi, veicoli da trasporto truppe e da combattimento e quant’altro materiale o attrezzatura militare necessaria. 

 La Rete Civica Livornese Contro la nuova Normalità della Guerra organizza per Venerdì 13 un presidio sul lungomare di Livorno dalle ore 17:00 alle 20:00 (Piazza San Jacopo in Acquaviva). Con tale presidio la Rete livornese intende denunciare non solo l’immoralità e la condannabilità politica dei traffici di armi fra Camp Darby e la Siria e lo Yemen, ma anche la loro illegittimità giuridica. 

Le basi Usa in Italia discendano da una “bilateralizzazione” degli impegni derivanti dal Trattato Nord Atlantico.  Gli Stati Uniti, essendo distanti dal teatro di eventuali crisi e tensioni, si giovano dell’opportunità di usare le basi all’estero per rendere più efficiente la loro partecipazione alla Nato. Un loro uso per fini diversi da quelli stabiliti dal Trattato, sia come missioni Articolo 5 sia come missioni nonArticolo 5 non deve essere consentito. Il loro uso fu consentito invece con la guerra in Iraq e accade di nuovo con la guerra in Yemen e Siria.

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