Si tratta di un edificio di valore storico su 3 piani e che occupa una superficie di circa 8000 mq, tenuto in stato di abbandono, incuria e degrado dalla proprietà, ormai da 5 anni.
La proprietà che fa riferimento al fondo immobiliare Uno Energia della società PensPlan Invest Sgr, a sua volta controllata per il 65 % dalla Centrum PensPlan spa, della Regione Trentino Alto Adige e da alcune banche e assicurazioni.
Ma quello che ha dell’incredibile è che i centri sociali stavolta sono arrivati secondi e, appena entrati hanno preso atto del fatto che avevano fatto già dormitorio di fortuna alcuni extra comunitari e non solo, il piano terra, che era adibito ad uffici Enel aperti al pubblico è stato ripetutamente visitato e utilizzato (anche di recente) da tossicodipendenti e ladri di rame, il tutto senza alcun interessamento o intervento da parte della proprietà e neanche delle istituzioni e delle forze dell’ordine .
Da un sopralluogo effettuato dagli stessi occupanti è emerso che sarebbero utilizzabili una quindicina di appartamenti in buono stato e che potrebbero ospitare, da subito, almeno venti famiglie. Il primo piano invece non ha retto all’abbandono e gli enormi saloni, dai soffitti affrescati, presentano numerosi segni di deterioramento (anche se a prima vista non si ravvisano problemi strutturali).
Livorno è tornata ad essere la capitale degli sfratti, uno su trenta famiglie. Oltre 1200 domande di casa popolare nell’ultimo bando integrativo appena scaduto che si sommano alle 1500 dello scorso bando. Centinaia di pignoramenti in corso e oltre 500 persone censite all’interno delle residenze di soccorso. Una media di 40 sfratti esecutivi con forza pubblica ogni mese. Solo 100 alloggi popolari assegnati ogni anno. Questa in sintesi è la fotografia del territorio livornese.