Dalle indagini su “Mafia Capitale” arriva l’interdizione antimafia per un’azienda che gestisce i servizi mensa in Val di Cornia

la cascinaE’ di questi giorni la notizia che il Prefetto di Roma ha emesso un provvedimento di interdizione antimafia che attesta la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa nei confronti della cooperativa “La Cascina” e di “Vivenda”, altra impresa della stessa coop

9luglio 2015 da Libera, presidio “Rossella Casini”

Un provvedimento scaturito dall’applicazione del nuovo CodicLIBERAe antimafia: è venuto meno, per queste due aziende, il requisito del certificato antimafia, quello che consente a una azienda di operare con la pubblica amministrazione.Nella nostra zona sono diversi gli enti pubblici che hanno servizi gestiti da Vivenda, tra questi i Comuni di San Vincenzo, Campiglia Marittima e Piombino, i cui servizi-mensa delle scuole sono gestiti dalla società che si è aggiudicata gli appalti nel 2013.

E’ evidente che il provvedimento nasce da quvivenda-300anto sta avvenendo a Roma e che gli Enti locali della nostra zona siano estranei da quelle situazioni. Questa vicenda però mette in luce il fatto che la capacità aziendale di aggiudicarsi gare d’appalto pubbliche in tutta Italia, pur rispettando le norme, nasca anche dalle dinamiche economico-finanziarie con cui queste imprese si sviluppano, operano e competono con altre, dalla loro legalità, trasparenza e rispetto delle regole.

Per la Cascina e Vivanda questi requisiti, secondo il Prefetto di Roma, sono venuti meno e i loro dirigenti arrestati. Laddove le “migliori offerte” nascono da infiltrazioni mafiose, è evidente che si crea un condizionamento illegale del mercato a scapito delle imprese oneste!

Ora gli enti che hanno aggiudicato le gare di appalto a Vivenda dovranno provvedere a “risolvere” questi contratti, come hanno già fatto diversi Comuni Italiani a partire da Aosta e agire per garantire comunque il servizio mensa per il prossimo anno scolastico.

Ribadiamo ancora una volta la assoluta necessità che nelle gare pubbliche vi sia il rispetto rigoroso di norme e tempi, sia nella fase di aggiudicazione che in quella  di verifica del possesso dei requisiti di legge da parte dei vincitori, come indicato con precisione nel Codice degli Appalti.

Siamo altresì preoccupati per le migliaia di lavoratori che, in tutta Italia, vedono il loro posto di lavoro messo in discussione dal comportamento illegale dei propri dirigenti aziendali. Ci auguriamo che vengano messe in atto tutte quelle procedure che evitino la perdita del lavoro, facendo sì che le eventuali imprese subentranti a Vivenda si avvalgano del personale fino ad oggi addetto a quei servizi.

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