Detenuti-scrittori e giornalisti-scrittori in carcere per tenere laboratori di favole. Dentro e fuori. Da questa esperienza folle e bellissima è nato un libro “Favolare”
Curato da Antonia Casini e Giovanni Vannozzi, un’antologia sul tema del viaggio (reale, negato, immaginario…) illustrata dalla mano giovane e poetica di Michele Bulzomì.
Tra gli autori, anche 8 detenuti che hanno partecipato al corso di scrittura, tenutosi da gennaio a maggio nella biblioteca del Don Bosco, realizzando poi altrettante fiabe: «Storie di sentimenti tradotti in espressioni poetiche, romanzate e di fantasia, storie di vita – spiegano questi speciali studenti – romanzo, poesia e amore, affetti familiari, potenti motori dell’esistenza, la nostra. Questo libro è come una bottiglia con i nostri messaggi lanciata nell’oceano del mondo esterno. Confronto, impegno e quattro risate, per due volte a settimana fuori dalla cella, hanno un valore infinito».
La scrittura fa volare, appunto, libera la mente. Le lezioni sono cominciate il 21 gennaio e andate avanti oltre il programma iniziale. «Difficile abbandonare queste persone che ascoltano come non accade fuori – affermano Antonia, Giovanni e Michele – Abbiamo trovato molta volontà e interesse. Ogni lunedì e mercoledì il gruppo dei detenuti ci aspettava alle 14 in punto e guai a tardare».
Con loro hanno “costruito” fiabe, oltre ai curatori, anche altri scrittori e giornalisti. Tra questi Ermanno Bencivenga, Alfonso Maurizio Iacono e Alberto Severi. Un’intera città mobilitata, quella di Pisa (e non solo), con le istituzioni per prime: il Comune ha concesso il patrocinio, così come le Camere penali e il Consiglio dell’ordine degli avvocati, a un progetto unico in Italia.
Un volume, edito dalla coraggiosissima casa editrice MdS, in cui si confrontano grandi nomi ma soprattutto grandi persone: tutti e 32 gli autori e il disegnatore hanno rinunciato al ricavato delle vendite per devolvere l’incasso a un progetto di inserimento nel mondo del lavoro dei detenuti della Casa circondariale Don Bosco di Pisa.
Per MdS, una giovane casa editrice con un catalogo dove figurano molti titoli con contenuti e progetti rivolti al sociale, un detenuto non smette di essere “persona”. Leggere e scrivere aiuta tutti a diventare persone migliori.