Dimitris Papadimoulis, vicepresidente del Parlamento Europeo: si trascinano nelle urne per nascondere nuovi tagli e Memorandum

Il governo greco e la Troika si sono trascinati fino ad accelerare il voto per l’elezione del presidente della repubblica per nascondere le nuove misure antisociali e in nuovo Memorandum che preparano contro il popolo greco, ha detto oggi alla radio Alpha di Atene il vicepresidente del Parlamento Europeo Dimitris Papadimoulis.

10dicembre 2014 di Argiris Panagopoulos

Dimitris Papadimoulis, vicepresidente del Parlamento EuropeoIl capo della forte delegazione di SYRIZA nel Parlamento Europeo ha sottolineato che il suo partito di batterà per conquistare la maggioranza assoluta alle probabili elezioni di fine gennaio “per non avere le mani legate” e appoggiarsi sulle forze del popolo greco per finire di dire “si su tutto”.

SYRIZA“Il governo accelera i tempi [per l’elezione del presidente della repubblica] perché ieri l’Eurogruppo (il consiglio dei ministri delle finanze della eurozona) ha dato il via ad un pacchetto di nuove misure insieme ad una proroga [del Memorandum] di due mesi che dovranno essere votate dal parlamento greco. Visto che queste misure antisociali non passeranno nemmeno nei gruppi parlamentari di Nuova Democrazia e del Pasok cercano di nasconderle dentro il putiferio dell’elezione del presidente della repubblica e dei Melomakarona (dolci natalizi greci) polarizzando il clima politico. Nemmeno cosi riusciranno a raccogliere i 180 deputati necessari.

Tutti capiscono che chi va a votare “si” al presidente della Repubblica, qualunque sia la persona, vota “si” a Samaras come primo ministro fino al giugno del 2016, “si” al Memorandum e al suo prolungamento, “si” alle nuove misure”, ha detto Papadimoulis.
“Abbiamo dato il benvenuto a questi sviluppi. Faremo del nostro meglio affinché dalle elezioni che avremo alla fine di gennaio, o il più tardi agli inizi di febbraio, SYRIZA abbia l’autonomia di una maggioranza assoluta, per poter fare il massimo, senza avere le mani legate. Che cosa hanno da dirci, con questa nuova “giravolta”, quelli che ci vogliono assicurare che l’attuale governo è stabile o che le modifiche alla Costituzione devono essere votate comunque perché altrimenti saremo distrutti? “ – ha continuato il vicepresidente del Parlamento Europeo.

La battaglia si prevede dura sia per i partiti dei Memorandum e della Troika sia per SYRIZA, che lotta da quasi per cinque anni per rovesciare le politiche neoliberiste di austerità: “Usano e useranno tutti i mezzi per raggiungere gli 180 deputati. Dentro i dieci giorni, dal 17 al 29 dicembre, entreranno in gioco anche le pressioni internazionali, l’allarmismo, lo “spauracchio” di SYRIZA e tutto il resto. Però non riusciranno. Da ieri sera diversi parlamentari indipendenti, che calcolano dentro i 180, uno dopo l’altro dicono “no”.

SYRIZA TroikaLa cosa strana è che questo governo della “stabilità” e della “responsabilità” annuncia le date per l’elezione del presidente della repubblica senza aver nominato nemmeno il nome del candidato. Si tratta di una mancanza di serietà e di progetto per il bene del paese. L’unica cosa che interessa al signor Samaras è di restare agganciato nella sua sedia di primo ministro. Non gli interessa né il paese, né il suo partito”, ha aggiunto l’eurodeputato di SYRIZA: “Noi metteremo sul tavolo tutto quello che abbiamo già detto: l’applicazione dell’impegno del Eurogruppo dal novembre del 2012 per una seria diminuzione del debito pubblico. Migliori condizioni per il pagamento del debito “decurtato” . Il riaggiustamento degli obbiettivi per il surplus primario.

Invece di nuove misure di 2 miliardi di euro, sulle quali il governo è già d’accordo, proponiamo la diminuzione del surplus primario, che per il 2015 ammonta al 3% e per il 2016 al 4,5%, cioè di numeri folli. Naturalmente, poichè non voliamo sulla nuvole, quello che riusciremo a fare dipenderà dalla forza che avremo preso dal popolo greco e i sostegni che troveremo a livello europeo e internazionale. Ciò che è certo è che riusciremo a fare le cose meglio del governo del “si a tutto””, ha concluso Dimitris Papad

 

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