Donne che rivendicano la propria autonomia di pensiero

ipaziaIpazia e le altre

15marzo 2015 di Paola Ceccotti

Ipazia visse ad Alessandria dal 370 al 415 d.C. Era figlia di un matematico ed astronomo, Theon, dal quale venne istruita nelle scienze naturali.

Si interessò di filosofia, matematica, astronomia e ci ha lasciato importanti trattati. La sua sapienza riuscì a conquistare l’interesse degli studiosi dell’epoca che con lei e sotto la sua guida costituirono un circolo di studio dove trovavano accoglienza i vari aspetti del sapere senza pregiudizi di tipo religioso. Sia Ipazia che Theon furono gli ultimi membri non cristiani conosciuti della scuola di palazzo degli studiosi di Alessandria, ancora pagana.

bibilioteca-alessandriaQuesta scuola del Museion venne distrutta dai cristiani intorno al 390 e poi trasformata in chiesa. A partire dal 354, in molte parti dell’Impero Romano cristianizzato, il fanatismo religioso si era rivolto contro il luoghi del sapere, ed erano state bruciate le biblioteche con l’obiettivo di distruggere la cultura pagana. Il progetto cristiano era rivolto contro la scienza ellenica vista come un ostacolo all’affermarsi della nuova religione. Bisognava eliminare le prove di tanta sapienza perché chi venisse dopo non potesse sapere.[1]

Ad Alessandria intorno al 375 nacque anche Cirillo che salì al seggio episcopale nel 412; egli cercò l’alleanza del prefetto imperiale Oreste che invece non era molto propenso a schierarsi dalla parte dei cristiani, mentre nutriva una grande ammirazione per Ipazia. Ipazia godeva di ampio seguito non solo tra gli studiosi, conosceva personalmente il prefetto romano Oreste e ne frequentava abitualmente la casa e il suo prestigio si era enormemente diffuso suscitando l’invidia dei suoi avversari.

Cyril_of_AlexandriaNel mese di marzo del 415 Ipazia venne prese di mira dai seguaci di Cirillo e fu brutalmente aggredita e linciata. Nelle sue annotazioni Socrate Scolastico[2] (teologo, avvocato e storico della Chiesa dell’Impero Romano d’Oriente) commenta così la vicenda: “Tiratala giù dal carro la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome di Cesario, qui la denudarono e la massacrarono a colpi di tegole , quindi la tagliarono a pezzi e ne bruciarono i miserabili resti.”

Alcuni studiosi hanno potuto verificare la particolare analogia della figura di Ipazia con quella di Santa Caterina di Alessandria[3] – Alessandria d’Egitto 287/305 – ipotizzando che potesse trattarsi  della stessa persona o meglio, che Santa Caterina di Alessandria di cui non abbiamo documentazione storica, come invece esiste di Ipazia, sia la sua versione cristianizzata Della vita di questa Santa.

Oltre all’incerta data di nascita e al fatto che fu  sottoposta a martirio ad Alessandria d’Egitto nel 305 circa, si sa poco ed è difficile distinguere la realtà storica dai racconti popolari. Si dice che Caterina fosse una bella giovane egiziana, la Leggenda Aurea precisa che era figlia di re e istruita fin dall’infanzia nelle arti liberali.

10-Santa_CaterinaNel 305 un imperatore romano tenne grandi celebrazioni ad Alessandria e sembra che Caterina che si trovava presente ai festeggiamenti mentre si stavano facendo sacrifici di animali si rifiutasse di partecipare a tali rituali. L’imperatore che secondo la Leggenda Aurea sarebbe stato colpito dalla bellezza e dalla cultura della giovane nobile convocò un gruppo di retori affinché la convincessero ad onorare gli dei. Ma per l’eloquenza di Caterina tale tentativo andò fallito e addirittura quei sapienti si convertirono. Ma chi era questa donna di cui si dice che intellettualmente nessuno potesse elevarsi alla sua altezza? Ciò che sappiamo è che per la sua sapienza venne elevata a patrona delle arti liberali e della filosofia  e la sua immagine si trova anche sul sigillo della università parigina della Sorbona .

fortezza-gisorsSi dice che[4] a seguito di scavi nei sotterranei nella fortezza medievale di Gisors in Normandia sia stata scoperta la cappella di Santa Caterina, a cui si fa riferimento in un manoscritto dell’anno 1375 custodito negli Archivi Nazionali della città normanna. Un rapporto del governatore del castello di Gisors parla dell’esistenza di stanze sotterranee e di questa cappella. L’immagine di Caterina spesso viene rappresentata con i simboli delle ruote cari ai cavalieri Templari, che rappresentano lo scorrere del tempo.

Ad avviso degli studiosi Lammer e Boudjada nella identità di Caterina di potrebbe celare quella di Ipazia; essi si domandano infatti se i cavalieri iniziati dell’ordine dei Templari conoscessero la vicenda di Ipazia di Alessandria e per mascherare la sua storia avessero scelto di identificarla in Santa Caterina, adottando una versione cristiana, che rappresenta però allo stesso modo saggezza e dolore.

Ma anche di questo non ci sono testimonianze concrete e si tratta di supposizioni, di ipotesi.

Christine de PizanParla della storia di Santa Caterina, nel  suo libro “La città delle dame” scritto nel 1405, anche Christine de Pizan[5] . Di origini italiane (1365 ca./1430 ca) scrittrice di grande creatività, fu attiva alla corte di Francia, tra le figure più interessanti del panorama letterario francese tra il XIV e il XV sec.

Nel suo libro delinea una sorta di città fortificata abitata da donne illustri – regine, poetesse, indovine, scienziate, sante. Tra esse c’è Santa Caterina figlia del re Costa di Alessandria, sapiente ed esperta nelle scienze. Ella, venuta a conoscenza che l’imperatore Massenzio stava per compiere un sacrificio, subito si recò al palazzo imperiale per convincerlo a rivedere questo suo comportamento.

Massenzio colpito dalla sua bellezza cercò di blandirla  ma poi visto che non otteneva alcun risultato la fece imprigionare sperando di convincerla con la prigionia e con la fame; ma ancora una volta Caterina non si piegò. Allora l’imperatore ordinò che fosse preparata una macchina di tortura a cui venisse legata per essere dilaniata dalle ruote taglienti. La moglie dell’imperatore impressionata dal coraggio e dalla integrità morale della giovane si recò alla prigione chiedendole di pregare per lei. Massenzio informato della cosa ordinò allora  che sua moglie fosse messa sotto tortura facendole strappare i seni. Poi chiese a Caterina di diventare sua sposa. Caterina ancora non si piegò e Massenzio diede ordine di decapitarla. Christine de Pizan racconta che gli angeli presero il suo santo corpo e lo portarono sul monte Sinai dove lo seppellirono.

Tra storia e leggenda l’immagine della donna sapiente, coraggiosa, ha attraversato i secoli per giungere sino a noi. La De Pizan che fu una intellettuale di grande valore e donna coraggiosa che seppe far fronte agli ostacoli che la vita le presentò, condanna fermamente i diffamatori delle donne, contro una tradizione maschile e misogina che ha impedito l’affermarsi di una  tradizione letteraria femminile:

Ma se le donne avessero scritto i libri/so per certo sarebbe stato diverso,/poiché ben sanno che a torto sono accusate/così le parti non sono divise equamente,/poiché i più forti  prendono la parte più grande/e chi divide tiene quella migliore per sé”[6]

virginia woolfMa se oggi possiamo valutare con soddisfazione i risultati raggiunti e la parità conquistata, volgendo però lo sguardo non molto lontano da noi vediamo che nessun progresso c’è stato, anzi  quasi un ritorno all’indietro, ad un oscuro passato in cui la donna è ancorata a retaggi culturali che la vogliono soggiogata e totalmente dipendente dal maschio.

La parità del mondo “occidentale” è comunque una conquista recente e l’indipendenza, l’emancipazione intellettuale spesso ancora un sogno irrealizzabile vista la mancanza delle condizioni concrete, al di là della conquista dei diritti civili e politici.  Così Virginia Woolf nel 1928 nel commentare quanto sia difficile per chi pratica il mestiere di scrittore riuscire ad elaborare il pensiero e mettere per scritto le idee,  sottolinea che per la donna gli ostacoli sono di ben altro livello che per l’uomo:

Ma per la donna, pensavo, guardando gli scaffali vuoti, queste difficoltà erano infinitamente più grandi. In primo luogo avere una stanza tutta per sé, e non diciamo una stanza tranquilla o a prova di rumori, era completamente impossibile, a meno che i suoi genitori fossero eccezionalmente ricchi o molto nobili, perfino agli inizi del Novecento”[7] E poi con riferimento alla sorella di Shakespeare da non ricercarsi nelle biografie e che morì senza scrivere una parola, chiude infine con un messaggio di speranza:

“Poiché io credo che se viviamo ancora un altro secolo … se riusciamo ad avere cinquecento sterline l’anno, ognuna di noi, e una stanza propria; se abbiamo l’abitudine della libertà e il coraggio di scrivere esattamente ciò che pensiamo; se usciamo un attimo dalla stanza di soggiorno … se …  allora si presenterà finalmente l’opportunità e quella poetessa di Shakespeare, ritornerà al corpo del quale tante volte ha dovuto spogliarsi”[8]

[1] vedi: http://www.lavocedellisola.it/2011/10/09/hypatia-di-alessandria-la-prima-donna-scienziato-vittima-dellintolleranza-religiosa/[2] Socrate Scolastico – Costantinopoli 380 circa 440 circa – fu un teologo, avvocato e storico della chiesa dell’Impero Romano d’Oriente; la sua opera storica è la Storia Ecclesiastica in sette libri [3] Helmut LammerMohammed Y. Boudjada, Enigmi di pietra. I misteri degli edifici medievali, Edizioni Arkeios, 2005  [4] ivi [5] Christine de Pizan, La Città delle dame, Carocci ed., 2010 [6] Christine de Pizan, Epistre ai Dieu d’Amours, [7] Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, ed. Feltrinelli [8] Ivi

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