E’ morto Garibaldo Benifei, addio a un grande partigiano

garibaldoSi è spento questa mattina all’età di 103 anni Garibaldo Benifei partigiano, politico e antifascista italiano, testimone prezioso della Livorno antifascista.

24aprile 2015 di admin

garibaldo benifeiIl sindaco Filippo Nogarin, appresa la notizia ha disposto l’immediata sospensione del Consiglio Comunale in corso, che gli ha tributato un lungo e commosso applauso.

Il primo cittadino ha poi contattato la famiglia per rendere le condoglianze anche a nome della città tutta.
“Sono profondamente addolorato per l’improvvisa scomparsa di Garibaldo – sono state le prime parole del sindaco – con lui se ne va una parte importante della storia dell’antifascismo e della Resistenza della nostra città. Ho avuto il privilegio di incontrarlo diverse volte, l’ultima solo poche settimane fa, in occasione della consegna della “Livornina d’oro” alla moglie Osmana. Sono stati sempre momenti molto intensi. Era una persona sorridente e di straordinaria umiltà: che il suo insegnamento di democrazia possa illuminare il nostro cammino. Sono molto vicino a Osmana che con lui ha condiviso una vita intera di lotta per la giustizia e la libertà”.

garibaldo SVSLa camera ardente sarà allestita questo pomeriggio alle 15.30 presso la sede dell’SVS in via S. Giovanni. Durante il trasferimento dalla casa alla camera ardente la salma sarà scortata da due vigili della Polizia Municipale. Il sindaco Filippo Nogarin ha proclamato il lutto cittadino per la scomparsa di Garibaldo Benifei per domenica 26 aprile, giorno delle esequie.

Garibaldo Benifei,

nato a Campiglia Marittima il 31 gennaio 1912, aveva da poco compiuto 103 anni. Nel 2007 l’amministrazione comunale gli aveva conferito la “Livornina d’oro”, la più alta onorificenza della città, per la sua attività antifascista. Di famiglia antifascista, nel 1922 fu costretto a lasciare Campiglia con i suoi, che si sottrassero così alle persecuzioni degli squadristi. A 12 anni dovette abbandonare la scuola e cercarsi un lavoro. Entrato nel 1931 nell’organizzazione comunista clandestina, due anni dopo fu arrestato. Picchiato dalla polizia, fu condannato a un anno di reclusione per attività sovversiva. Rinchiuso nel “Palazzo dei Domenicani” di Livorno, ebbe modo di conoscere il futuro Presidente Sandro Pertini. Non poté, invece, rivedere sua madre che, gravemente malata al momento dell’arresto di Garibaldo, era deceduta durante la detenzione del figlio. Benifei, che liberato aveva trovato lavoro come operaio in una fabbrica di radiatori, fu di nuovo arrestato nel 1939 e condannato dal Tribunale speciale a 7 anni di carcere. Dalla prigione di Castelfranco Emilia uscì soltanto un mese dopo la caduta di Mussolini. Dopo aver partecipato alle riunioni della “Concentrazione antifascista”, dalla quale sarebbe sorto il CLN di Livorno, entrò nella Resistenza. Partigiano sino all’estate del 1944, quando Livorno si liberò dai nazifascisti, Benifei poté finalmente coronare il progetto di sposare la partigiana Osmana Benetti, conosciuta nell’ottobre del 1943. Il loro fu il primo matrimonio civile celebrato a Livorno e Benifei tornò a lavorare come operaio, ma sempre impegnandosi nell’attività politica. È stato infatti membro del Comitato federale livornese del PCI, presidente di quella Federazione provinciale delle cooperative. In tutti questi anni si è speso anche in associazioni di volontariato e, soprattutto, si è impegnato a testimoniare ai giovani i valori di giustizia e libertà che sono stati alla base della lotta antifascista e della Resistenza. Presidente a Livorno dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Benifei è autore del libro Per la libertà, edito nel 1996. Nel 2007 a Garibaldo Benifei è stata consegnata la “Livornina d’oro”, uno dei più importanti riconoscimenti della Città di Livorno. Per i suoi 100 anni la città gli riservò una festa a sorpresa al Teatro delle Commedie  con la presenza di numerosi artisti che portarono il loro contributo di poesia e musica  come regalo di compleanno.

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