EASTanbul WESTanbul di Babi Badalov, un apolide da CARrico MAssimo

E’ ancora visitabile, in Via della Cinta esterna 48/50, “EASTanbul WESTanbul” di Babi Badalov, a cura di CARico MAssimo associazione attiva a Livorno dal 2012, negli spazi degli ex Magazzini Generali

25luglio 2015 di Anna Rita Chiocca

babi badalov1EASTanbul WESTanbul di Babi Badalov è un lavoro progettato appositamente per questo spazio, strettamente connesso alla sua biografia e alla sua condizione di apolide.Nato a Lerik in Azerbaijan, Badalov vive attualmente a Parigi. Attraverso la sovrapposizione di personale e politico restituisce sul campo dell’arte contemporanea, come materia artistica, proprio questa sua condizione di senza cittadinanza. Costruisce apparati visivi, secondo una struttura aperta fatta di giochi di parole e calembour.

Differenti lingue rappresentate dai caratteri grafici che le raffigurano: cirillico, arabo, farsi e latino fanno parte della sua personale biografia e rimandano al paese d’origine, ai paesi dove ha vissuto, la cultura di appartenenza e a quella nella quale oggi si muove. Calligrafie e lingue come cerniera tra oriente e occidente, tra post comunismo e neo capitalismo, tra liberalismo e ortodossia, come incarnazione di un mondo.  EASTanbul WESTanbul è la costruzione visiva di un paradosso linguistico fatto di slogan tratti dalla attualità politica, dalla cronaca, del gossip, dal linguaggio della corruzione, dall’economia contrapposti al linguaggio sofisticato della poesia e dell’arte che, articolata su più livelli di senso, si allontana dalla didascalia e dalla semplificazione del presente a tutti i costi. E’ l’incarnazione di un mondo tra comunicazione e rappresentazione.

babi badalov2Molti artisti contemporanei, provenienti da culture che negano la raffigurazione umana, che per secoli hanno espresso con la parola scritta l’aspetto visivo del mondo, scelgono come linguaggio questo tipo di operazioni unendo a biografia, politica, l’utilizzo del proprio corpo. Penso a David Liver, a Shirin Neshat. Ognuno di loro percorre i personali sentieri culturali e politici lasciando lo spettatore a chiedersi: Che linguaggio è?

Frammenti di significato, ritagliati da diversi contesti, spezzoni di lingue, che annullando il significato logico della sintassi linguistica moltiplicano tutti gli altri livelli di senso.

Badalov rappresenta attraverso il suo corpo, nello spazio della parola, il nostro presente.

Per visitare la mostra contattare carico massimo

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