Elezione rinnovo Consiglio di Amministrazione della Compagnia Portuale di Livorno: la candidatura di Rifondazione Comunista

La Federazione di PRC e il Circolo “Porto” candidano Andrea Sardelli nel C.d.A. della Compagnia Portuale di Livorno

26giugno 2015 da  Rifondazione Comunista, Livorno

In questi anrifondazioneni, alla crisi generale si sono sommati nel nostro scalo, la totale assenza di programmazione da parte di chi ha governato porto/città e, una forte deregolamentazione che ha imposto una guerra tariffaria al ribasso penalizzando in particolare la Compagnia Portuale ed in generale tutti i lavoratori del porto, con l’abbattimento delle loro condizioni salariali, normative, con il peggioramento delle loro condizioni di lavoro anche i termini di standard di sicurezza.

jobs actOltre alle ricadute sociali vi è stato anche un abbattimento dei livelli della qualità dei servizi e uno spostamento di ricchezza che è passato dal porto al vettore marittimo. In questi anni, sia a livello nazionale che locale, il PD ha sempre più accentuato il suo distacco dal mondo del lavoro ed un avvicinamento sempre più marcato a quei soggetti imprenditoriali portuali portatori di istanze deregolamentatrici. Non è un caso che alla cena di sovvenzionamento del PD, alla presenza del Segretario Renzi molti imprenditori portuali livornesi hanno partecipato con entusiasmo per le politiche economiche espresse ed attuate da questo Governo (Jobs Act, defiscalizzazioni alle imprese, ecc.)

porto2A livello locale nella lista PD per le elezioni regionali il porto era rappresentato da chi è stato ed è distante anni luce non solo dalla Sinistra, ma anche dal Centrosinistra. In questi anni il PD ha più volte espresso l’idea che la Compagnia Portuale rappresentasse un elemento ostativo allo sviluppo del porto di Livorno. L’azione di Rifondazione Comunista a Livorno si è invece caratterizzata per tutelare e riunire il mondo del lavoro e dei lavoratori del porto a lotte comuni, partendo da un’analisi politica e non politicista della crisi, dei suoi effetti, facendo proposte concrete su come affrontare le emergenze e quali politiche realizzare per creare lo sviluppo del nostro porto e la rieconomizazione e reindustrializzazione della nostra area.

portoIn questo quadro, se pur colpita da una pesante crisi finanziaria, per noi CPL rimane un punto di riferimento imprescindibile per la realizzazione dello sviluppo del nostro scalo. La città sta dormendo sogni tranquilli mentre è in discussione una proposta di c.d. riforma della portualità sotto molti aspetti inquietante (nuove Autorità di Sistema, deregolamentazione del lavoro ecc.). Per questi motivi siamo convinti che la presenza nel Consiglio di Amministrazione CPL di un rappresentante questa visione sia un elemento di garanzia per la Compagnia stessa, impegnata in un’azione di risanamento, riorganizzazione anche attraverso nuovi assetti di asset come Cilp, che in questa forma e con quegli obiettivi abbiamo valutato positivamente.

Il candidato proposto:

Sardelli Andrea .Andrea Sardelli nato nel 1960, socio della Compagnia Portuale dal 1982, è iscritto al Partito della Rifondazione Comunista dalla sua fondazione. Sposato con Anna, tecnica di radiologia medica, ha due figli: Eva ed Elia. Diplomato in ragioneria, ha frequentato la facoltà di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Pisa. Attualmente è collocato nella struttura del Terminal Livorno Est come responsabile amministrativo terminal con mansioni di coordinamento. Andrea ha avuto trascorsi sportivi nel Rugby, prima da giocatore, poi da educatore e allenatore dirigendo per molti anni le formazioni giovanili livornesi e rappresentative toscane e Nazionali. Attualmente ricopre un  incarico  sindacale, essendo membro della Rappresentanza Sindacale Aziendale CGIL della Compagnia Portuale di Livorno.

Le proposte programmatiche:

Ruolo del C.d.A: Il Consiglio deve mantenere e rafforzare le sue funzioni di indirizzo strategico, controllo del raggiungimento degli obiettivi. Quindi una separazione sempre più marcata fra C.d.A e management  che  al Consiglio deve rispondere. Purtroppo anche in questi anni abbiamo assistito, seppure in termini soggettivi, ad un intreccio della funzione di management con la funzione del Consigliere, producendo disorientamento nelle strutture.

Fra gli obiettivi del C.d.A c’è quello di far crescere il socio lavoratore sia sul piano professionale che della partecipazione/decisione delle grandi strategie, sia sul fronte mutualistico, principio fondamentale per una realtà autogestita. Le Assemblee devono essere uno strumento ordinario di confronto, mentre spesso sono state utilizzate per affrontare delle emergenze, per decisioni formali. L’assemblea dovrebbe essere invece non un momento di ratifica ma di discussione nella quale il lavoratore deve avere più informazioni preventive.

Il nuovo Consiglio dovrà intensificare il suo sforzo di interlocuzione con le istituzioni ai vari livelli svolgendo un ruolo attivo nell’individuazione degli indirizzi strategici del nostro porto e del nostro territorio. Ai sempre minori margini di ricchezza presente nel porto e delle sole attività portuali dobbiamo rispondere con una evoluzione strutturale e commerciale che ci permetta di allargare la nostra attività a parte sempre maggiore della filiera logistica e dei trasporti

In questo senso occorrono progetti che individuino l’attrazione di merci a maggiore Valore Aggiunto in condizione di sopportare servizi aggiuntivi, potendo così espandere la propria attività, creando elementi di stabilità economica e anche nuove occasioni di lavoro.

Il Patto di Sviluppo siglato dalle istituzioni locali, la Regione Toscana e la presidenza del Consiglio dei Ministri va considerato un fattore positivo, se non altro per l’attenzione posta alla grave situazione economica e sociale che si è venuta a creare nel nostro territorio. Affrontare il tema dell’adeguamento infrastrutturale del porto è condizione necessaria ma non sufficiente per creare nuovo sviluppo e “buon lavoro” Su questo terreno, anche utilizzando e valorizzando la nuova CILP, e con la collaborazione di CFT occorre promuovere con il mondo delle imprese un salto di qualità organizzativo e funzionale che riesca a gestire l’intera catena della distribuzione (supply chain).

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