Ex Lucchini, tra inadempimenti sulla sicurezza e degrado degli impianti. Occorrono urgenti intrventi di smantellamento e bonifica

27dicembre 2017 lettera aperta Coordinamento Art 1-Camping CIG Piombino. Da dr. Francesco Pappalardo

Lettera aperta al sig. Sindaco di Piombino e p.c: al Presidente del Consiglio Comunale, ai Consiglieri Comunali, all’Ufficio Ambiente, agli organi di stampa                                                     

“Altri, con maggior autorevolezza della nostra, hanno parlato negli ultimi tempi dei problemi di  inquinamento legati allo stabilimento ed alle aree ex Lucchini e dei possibili riflessi sulla salute (vedi  “Il Tirreno” del 25/10/2017 – segnalazione di Legambiente).

Gli inadempimenti contestati dal Commissario Straordinario[1] alle società Aferpi e Cevital ci spingono a chiederci se non possano esserci inadempimenti anche sul piano della sicurezza e della protezione della salute per i  cittadini che abitano nelle zone limitrofe agli impianti in dismissione e, a maggior ragione, per i  lavoratori che ancora lavorano nello stabilimento. La situazione della ex area a caldo e in generale degli impianti fermi da anni, appare  degradata, con i tamponamenti esterni dei capannoni in preda alla ruggine ed alla corrosione, col rischio  di distacchi di lamiere e con la necessità urgente di accertare se non possano verificarsi anche crolli consistenti (come paventato dalla cronaca locale). Questi potrebbero mettere allo scoperto parti di impianto in cui in passato non si sia proceduto alla sostituzione di materiale contenente amianto ritenuto ad, impianti integri, ‘confinato’ e come tale senza rischio di diffusione di fibre nell’ ambiente.

Crediamo che sia urgente dare precise risposte ad alcune semplici domande in relazione al  degrado degli impianti:

  • Vi è un rischio di infortunio per quei lavoratori che, anche solo occasionalmente, fossero costretti a transitare o intervenire nelle zone degli impianti in dismissione?
  • Vi è un ‘rischio amianto’ per gli addetti incaricati dei ‘piccoli smantellamenti’, che pare siano in parte già avvenuti’?
  • Si sono messe e si metteranno in atto tutte le procedure di prevenzione dovute?
  • Vi è un rischio amianto, in atto o potenziale, per la popolazione?
  • Sono stati attivati gli organi tecnici di controllo per una valutazione della situazione?
  • La massima autorità sanitaria locale, (cioè Lei, sig. sindaco) sta esercitando incisivamente i suoi poteri/doveri in materia di  protezione della salute dei suoi cittadini?

Egr. sig. Sindaco, a questi interrogativi solo  Lei può rispondere con chiarezza a noi e alla città intera.

Oggi, mentre i tempi per una ripresa delle attività si allungano senza fine, nella più totale confusione delle forze di governo, è sempre più indispensabile agire con urgenza. Per affrontare questa situazione si devono mettere in campo azioni di smantellamento e bonifica almeno delle aree più prossime al centro abitato, che sono anche potenzialmente più esposte ai rischi. La realizzazione di queste opere deve essere affidata ai lavoratori disoccupati,  primi fra tutti coloro che provengono dall’indotto. Con fondi governativi e regionali si devono organizzare seri corsi di formazione retribuiti, al termine dei quali i corsisti dovranno essere inseriti nelle imprese idonee e incaricate di procedere alle azioni di smantellamento e bonifica; imprese che dovranno essere prioritariamente quelle locali, o anche cooperative di nuova formazione, create con il supporto delle istituzioni  pubbliche, tra lavoratori partecipanti ai corsi. Questo darebbe un primo segnale di ripresa per la città, creando professionalità nuove e un minimo di ripresa di circolazione monetaria. 

Nell’ attesa di sollecita risposta porgiamo i nostri rispettosi saluti. 

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