Hugo Blanco, un eroe anti moderno, un indio dal volto bianco … più indio degli indios, nel cuore e nella mente. Il 28aprile anche a Livorno, alle 21,15 in Via dei Mulini, 27

campesino peruvianoLibera Università Popolare “Alfredo Bicchierini” e Associazione ITA–NICA di Livorno organizzano Martedì 28 aprile, alle 21,15 in Via dei Mulini, 27 l’ncontro con il leader storico del movimento  campesino peruviano, fondatore di Lucha Indigena “Hugo Blanco” Autore del libro: “Noi altri indigeni”. Alle ore 20 chi vuole può restare a cenare

27aprile 2015 di admin

Hugo BlancoHugo Blanco Galdos sta sostenendo con passione la causa dei comuneros che attorno a El Perol, nel dipartimento peruviano di Celendin, lottano contro l’ennesimo megaprogetto minerario, il progetto Conga. El Perol è una laguna cabecera de cuenca. Così sulle alture andine viene chiamata una fonte di acqua che, superficialmente o attraverso il sottosuolo, si espande su grandi estensioni di territorio dando origine a uno o più fiumi. Questa cabecera  è parte di un ecosistema complesso che risulterebbe irrimediabilmente compromesso dalla miniera. La compagnia mineraria autrice del progetto ha dichiarato che interverrà su quattro delle molte  lagune così formate: sotto a due estrarrà l’oro mentre le altre due verranno utilizzate come discarica. In realtà le lagune distrutte sarebbero oltre quaranta perché l’enorme scavo della miniera attirerebbe inevitabilmente le loro acque al suo interno, per legge fisica.

Spiega Hugo:

le quaranta lagune di altura attraverso percorsi sotterranei alimentano con la loro acqua  circa 600 sorgenti poste a diverse altezze e riforniscono di acqua decine di migliaia di campesinos che la utilizzano per i loro campi e i loro allevamenti, per sfociare successivamente in cinque fiumi che si riversano parte nell’oceano Pacifico e parte nel bacino amazzonico finendo infine nell’oceano Atlantico. La miniera necessita di molta energia. Così queste acque verrebbero intercettate a valle, al loro arrivo sul Rio Marañón, affluente del Rio delle Amazzoni, per costruire una grande idroelettrica che espellerebbe varie centinaia di contadini dai loro terreni.

Qui a El Perol, attorno alle lagune, è in corso da alcuni anni un esasperato braccio di ferro che ha già avuto i suoi morti -fra i comuneros, naturalmente-: da un lato il governo peruviano e una potente compagnia mineraria, dall’altro la popolazione locale, consapevole delle conseguenze che questa miniera “a cielo aperto”, ultimo grido della tecnologia mineraria, comporta: l’uso del cianuro per strappare pochi grammi di oro e di argento da ogni tonnellata di roccia. 192mila per la precisione, da frantumare ogni giorno per rendere redditizio un progetto del valore di oltre 5.5 miliardi di dollari.

A La Oroya, dove la Cerro de Pasco ha la sua fonderia, ancora oggi i bambini nascono con il piombo nel sangue, e lo accumulano giorno per giorno arrivando ad averne, prima dei sei anni, fino a 10 microgrammi per decilitro di sangue, contro gli  0.010 stabiliti come limite massimo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Minera Yanacocha in realtà si legge Newmont Mining Corporation, Compañia de Minas Buenaventura e Corporación Financiera Internacional, membro del Gruppo della Banca Mondiale.  Sono tre giganti del potere minerario e finanziario mondiale da un lato, sostenuti da un governo, contro alcune migliaia di comuneros andini dall’altro. Il divario delle forze in campo è smisurato, ma Hugo, l’uomo delle molte battaglie, impossibili sulla carta però vittoriose sul terreno, sulla copertina del n.87 (novembre 2013) del suo mensile Lucha Indigena afferma: “Il grido trionfale fu: Conga non va avanti!”. Una battaglia vinta non è la fine della guerra, però un passo avanti della speranza si, lo è. Mentre scrivo queste righe, Hugo diffonde la notizia di una battaglia persa, almeno per ora, quella della famiglia Chaupe, che ha percorso tutti i gradi di giudizio per opporsi all’esproprio del proprio modesto appezzamento di terra che costituisce un cuneo inaccettabile nel cuore della miniera. Espropriati e condannati per resistenza! Ma i Chaupe non si arrendono, e Hugo neppure. Un’ulteriore battaglia, sul piano giudiziario questa, “impossibile” da vincere?

Hugo non manca di humor. Gustoso il suo riferimento al “valore aggregato”, espressione da lui usata per dimostrare, come annota argutamente, di avere anche lui una cultura adeguata ai tempi. Cultura che Hugo ha per istinto, profonda e con le giuste priorità, non negoziabili, per poter vivere con dignità, dalla parte degli oppressi di sempre. Nessun tentennamento quando il potere gli offre di lottare dall’alto, con un incarico di governo. Hugo non ha dubbi: la lotta giusta sta in basso, a lato della sua gente. Dotato di indiscutibili doti di leader, lo è in modo anomalo per il pensiero e la pratica corrente: le sue opinioni sono sempre sottoposte al vaglio dei compagni, alle cui decisioni si sottomette, anche quando non collimano con le sue. Strano, no, di questi tempi?

In un’epoca di crisi della rappresentanza e di stravolgimento del potere, di assenza di ogni limite al sopruso, leggere le vicende di Hugo conforta e riorienta. Ci sono ancora la dignità, la speranza, la vita, al di là dell’economia, della finanza e dei “mercati”. Si, ci sono persone la cui vita ha tutti i requisiti per diventare leggenda. Hugo Blanco potrebbe essere una di queste, come Ernesto Guevara o Emiliano Zapata. Nelle loro leggende i popoli che le tramandano trovano forza e speranza per le loro lotte.

Hugo BlancoHugo Blanco è ancora oggi in piedi sulle barricate, inesauribile, con la sua eccezionale carica di umanità e il suo desiderio di andare oltre, perché i successi sono ormai realtà del passato mentre le necessità del presente sono ancora tante, tante, tante …

Recommended For You

About the Author: Pisorno