I comunicati del No, a sinistra: “è la fase per contrastare le controriforme e gli arretramenti sociali di questo ventennio”

“Non è il tempo delle vittorie e poco interessa che Renzi vada a casa, interessa che per la seconda volta sia salvata la Costituzione.”

costituzione

pdLa Costituzione, nata dalla Resistenza, è stata nuovamente scelta dal popolo italiano come la propria Costituzione, bocciando quella neoliberista di Renzi, Verdini e Merkel. Il governo Renzi dopo le controriforme su lavoro ed istruzione scolastica, pretendeva di revisionare la carta costituzionale, nel tentativo di rafforzare il potere esecutivo come richiesto da banche, finanza, Confindustria ed Unione europea.

Il suo progettino è stato bloccato e da qui, ripartano i diversi Comunicati del fronte del No.”

Referendum Costituzinale del 4dicembre 2016 admin (pagina in aggiornamento)

Da Sinistra Anticapitalista: “non è bastato un Sì, ce ne volevano molti milioni in più…”

L’elettorato italiano ha sanzionato con un chiaro No le pretese plebiscitarie di Matteo Renzi, nonostante l’unanime martellante sostegno dei mass media della Tv e della stampa, di tutto l’associazionismo padronale, del mondo della finanza, di quasi tutti gli opinion makers. Le cittadine e i cittadini italiani, nella loro larga maggioranza, hanno respinto al mittente i ricatti e la politica della paura, lo spettro del “salto nel buio”. La legge costituzionale, con cui il governo Renzi-Boschi pretendeva di riformare 47 articoli della costituzione italiana, viene sonoramente bocciata. Una modifica della costituzione in senso autoritario che un governo imposto dal presidente Napolitano ha fatto approvare da un parlamento illegittimo, per disegnare delle istituzioni più docili alle politiche neoliberali. E, infatti, il risultato del referendum è soprattutto la più chiara e netta testimonianza della verticale crisi di consenso nei confronti della politica antisociale del governo. La grande percentuale di partecipazione al voto (poco meno del 70%, che arriva comunque al 65,5 con i voti provenienti dall’estero), nettamente la più alta nelle consultazioni referendarie degli ultimi venti anni, il risultato del No (quasi il 60%, poco meno di 20 milioni di elettrici ed elettori), significativamente simile a quella del referendum sul divorzio del 1974, omogeneamente prevalente in tutte le regioni (tranne che nel Sud Tirolo e, anche se di strettissima misura, nell’Emilia Romagna e in Toscana), segnano la condanna dell’elettorato nei confronti di tutto l’operato del governo e un rigetto del suo massimo dirigente. D’altronde, il Sì raccoglie una percentuale sostanzialmente pari alle percentuali elettorali del PD e dei suoi alleati di governo.

Il “fronte del No” raccoglie un successo che evidentemente non è in grado di gestire. La destra resta divisa e, per fortuna, ancora priva di una chiara leadership, il Movimento 5 stelle sembra non disporre di nessuna chiara strategia e programma, se della sua affermazione elettorale, la “sinistra” PD, con tutta probabilità, verrà risucchiata nella battaglia interna che si apre nel partito di fronte alla sconfitta, la sinistra “radicale” resta nelle forti ambiguità politiche che la discussione che si riaccende nel PD non potrà che amplificare. La Cgil, che nonostante la timidezza del suo No viene premiata dai risultati referendari, ha deciso di arrendersi alle pretese padronali firmando un pessimo contratto dei metalmeccanici e un’intesa che condiziona al ribasso la trattativa sul pubblico impiego.

La politica governativa paga il prezzo dell’esuberanza del suo capo, che, anche per l’esposizione personale con cui ha condotto la campagna per il Sì, non ha potuto che rassegnare le proprie dimissioni. Ma alle dimissioni del governo Renzi deve seguire lo scioglimento del parlamento e l’immediata indizione di nuove elezioni. Il parlamento, già illegittimo come la legge sulla base della quale è stato eletto, dopo questo referendum risulta totalmente non rappresentativo e lontano dalla volontà popolare. Le nuove elezioni devono essere indette al più presto, sulla base della legge elettorale proporzionale indicata dalla Corte costituzionale nella sua sentenza del 2014. Ma, soprattutto, la vittoria democratica nel referendum e le dimissioni del governo devono divenire l’occasione per una ripresa della mobilitazione sociale e delle lotte nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nei territori, per la difesa dei diritti, per la difesa dell’ambiente, per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro

Da Gisella Seghettini, referente Comitato livornese per il NO e Roberto D’Ambra, referente Comitato livornese contro l’Italicum: “La costituzione è salva. Viva i Comitati del no!”

costituzioneLo possiamo dire chiaro e forte! Il lavoro costante, determinato, cocciuto, fieramente schierato a sinistra per un “No antifascista e di riscatto sociale” per tutti i cittadini che, in questi lunghi anni, hanno pagato politiche di austerity in gran parte inefficaci e profondamente ingiuste, contrarie al principio di solidarietà che informa tutta la nostra Costituzione e che ancor più oggi, con la crisi profonda della nostra società, ci deve far dire, con Rodotà, che “è necessario  costruire in modo più stringente i nessi tra democrazia e  solidarietà”… “Solidarietà o barbarie” dicono Bocchi e Ceruti ,e noi ne siamo sicuri.  Sicuri che il “Jobs  Act” sia contrario a questo principio e quindi alla nostra Costituzione; i voucher, esempio eclatante di come si possa impunemente aggirare il principio sancito dall’art.  36, per cui  Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Così pure  la cosiddetta “Buona Scuola”, contraria all’art.34, e lo smantellamento progressivo della sanità pubblica, contrario all’art. 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Il principio di solidarietà  “Scardina barriere, demolisce la nuda logica del potere, costruisce legami. Il principio di solidarietà è l’antidoto a un realismo rassegnato con lascia speranze, che non lascia diritti”  E così ce l’abbiamo fatta animati da questo profondo sentimento di giustizia. 

Se la riforma fosse passata, un governo onnipotente avrebbe continuato ad infierire sui più deboli e noi non lo potevamo permettere. E ciò è avvenuto anche a Livorno: senza mezzi economici, con la sola arma dell’autofinanziamento, ignorati dai media tradizionali, con i soli social a disposizione, di fronte ad una vera e propria corazzata messa in campo dal governo. Dobbiamo ringraziare per questa vittoria, anche e soprattutto l’ANPI di Livorno, che con la sua carica ideale, ha in  questi lunghi mesi contribuito a farci diventare una vera e propria comunità di nuovi partigiani della Costituzione. Abbiamo ora da assolvere all’altro compito che ci eravamo dati dall’inizio, quello di impegnarci in ogni modo, anche in raccordo con il Comitato nazionale per la Democrazia Costituzionale, per una legge elettorale che superi lo scandalo dell’Italicum e sia conforme ai principi di uguaglianza dei cittadini e loro ampia rappresentanza. Siamo fiduciosi nelle decisioni che saprà prendere in merito la Corte Costituzionale, ma siamo anche convinti dell’importanza di una pressione civile sul parlamento affinché la nuova normativa elettorale non rischi di essere ancora di essere ad uso e consumo di una minoranza, anziché primario strumento di partecipazione democratica.   

Da Francesco Renda, Rifondazione Comunista Livorno: “Una vittoria chiama un’altra”

rendaSi è conclusa con la schiacciante vittoria del No la campagna referendaria più brutta e scorretta, ma anche la più partecipata, degli ultimi anni. La Costituzione è salva, il tentativo di manometterla è stato respinto con una vittoria di popolo e per il popolo. A quanti oramai pensavano che fosse la pervasività dei mezzi di comunicazione a determinare il consenso elettorale, è toccato un brutto risveglio. Gli italiani non si sono fatti fregare ed hanno respinto al mittente una riforma che avrebbe accentrato poteri, abbassato la soglia democratica e lasciato il Paese privo di difese in caso di minaccia ai diritti civili, politici ed economici dei suoi cittadini. Una riforma verticistica del potere che, al contrario di quanto raccontavano le bufale del Sì, avrebbe ridotto la “casta” di 315 senatori ma rendendola ancora più intoccabile. 
Voglio ringraziare tutti i compagni e le compagne di Rifondazione Comunista che hanno fatto l’impossibile per riuscire a veicolare il nostro No. Un No profondamente diverso da quello delle destre, perché sociale, dal basso, di partecipazione e consapevolezza che non esiste “potere forte” capace di impedire al popolo sovrano di determinare il proprio destino. Un ringraziamento anche a tutte le forze politiche e associative e alle tante persone che hanno dato vita al Comitato per il No, ed in particolare a realtà come CGIL e ANPI.
Questa vittoria consegna a tutte le forze politiche di sinistra la grande occasione di tornare ad essere protagoniste della scena politica, non solo perché tanta è la voglia di sinistra ma soprattutto perché questa è necessaria! E’ necessario porre il tema della democraticità delle scelte che subiamo, è necessario tornare a parlare di una vera politica di redistribuzione del reddito e non di mancette o sgravi per le grandi imprese che fuggono alla prima occasione, è necessario invertire il deterioramento dei servizi pubblici perché questo non potrà che portare alla loro privatizzazione, è necessario infine tornare ad occuparci di politica estera, per un’Europa dei popoli e un Mediterraneo che unisca e non divida le sue sponde.
Abbiamo vinto, ma è ora che una vittoria chiami un’altra, in Italia come a Livorno. Il dato cittadino è conferma dell’estrema debolezza dei due principali contendenti. Mentre Il M5S non ha conquistato consensi durante questi anni di governo, così il PD deve constatare che quello di Livorno è un dato in controtendenza in una regione Toscana che al contrario ha visto prevalere il Sì. E’ veramente ora di rendere credibile la proposta di città e di paese della sinistra ed iniziare fin da subito a crederci senza cappelli, primogeniture, pregiudiziali o status speciali. Ognuno di noi è geloso della propria identità ma per governare dobbiamo crescere e capire che la sinistra vince solo se è unita, e soprattutto se è plurale. Abbiamo salvato la costituzione, adesso costruiamo una sinistra-sinistra di governo in grado di applicarla!

Da Tommaso Fattori (Sì Toscana a Sinistra): “Felici per il paese e per la Costituzione. La sinistra sociale e politica riparta dall’unità ritrovata in questi mesi e continui a lavorare insieme, anche in Toscana”

tommaso-fattori“Qualunque governo si insedierà, ora e nei prossimi anni, lo farà con questa Costituzione e non con quella che irresponsabilmente Renzi e gli altri apprendisti stregoni avevano approntato. Le Costituzioni non servono a tutelare le maggioranze, che sanno tutelarsi benissimo da sole: la migliore Costituzione serve a tutelarci anche dalla vittoria dei peggiori. Non ci sarà nessun ulteriore rafforzamento dei poteri del governo, nessun indebolimento della democrazia, nessun Senato composto da ceto politico eletto dal ceto politico stesso attraverso la cancellazione del voto dei cittadini, nessun ritorno ad uno Stato centralizzato di stampo ottocentesco. Ha vinto il popolo italiano contro il populismo di governo, malgrado l’occupazione massiccia dei media e la valanga di denaro speso dai sostenitori della riforma, mentre ci dicevano di voler ridurre i costi della politica.” Scherza Fattori: “Sono anche contento di poter tornare ad utilizzare il nome e il simbolo del nostro progetto politico – un enorme Sì in campo rosso – che Renzi ci aveva scippato in questi mesi nei quali abbiamo fatto ogni giorno campagna per il No, nascondendo il nostro logo”. “Anche qui in Toscana la campagna referendaria ha riunito la sinistra sociale e politica: Anpi, Arci, Libera, Libertà e Giustizia, Fiom e Cgil, sindacati di base, liste civiche di sinistra, Sinistra Italiana, Prc, Possibile. I comitati del No erano stracolmi di persone giovani e appassionate e a tutti dico, continuiamo a lavorare insieme, su contenuti e progetti comuni. C’è un paese sano e c’è la possibilità di far nascere anche qui una nuova sinistra forte e di governo, alternativa al PD, come è accaduto con Syriza in Grecia o con Podemos in Spagna. Anche il dato Toscano mostra elementi interessanti, come la valanga di No a Carrara e a Pisa, dove si andrà presto al voto per le amministrative e dove possiamo lavorare ad una Sesto Fiorentino 2”. “Con la vittoria del No intanto la politica dovrà smettere di trastullarsi con l’ingegneria istituzionale, smettere con i colpi di mano per rafforzare il potere di chi ha già potere, e provare ad occuparsi dei veri problemi del paese, delle diseguaglianze crescenti, del welfare fatto a pezzi, del lavoro e della precarietà, di conversione ecologica, della progettazione di un nuovo modello economico.”

Il grazie della CGIL di Livorno

Il risultato del referendum costituzionale  ha visto prevalere a livello nazionale con il 59,11% dei voti il NO.  In Provincia di Livorno il No  vince con il 50,72%.
La segreteria della CGIL provincia di Livorno desidera esprimere un convinto grazie a compagne e compagni Cgil per una campagna difficile, mantenuta sul merito della difesa della nostra Costituzione, ora puntiamo decisi/e verso il prossimo appuntamento: ‪la carta dei diritti universali del lavoro e i referendum da noi proposti.
Va sottolineato lo sforzo della Cgil di condurre una campagna elettorale sui contenuti dell’ipotesi di riforma, a difesa della Costituzione, tenendosi alla larga da faziosità e atteggiamenti da tifoserie.
La scelta della nostra organizzazione di prendere posizione in maniera chiara, ma in piena autonomia, valutando cioè esclusivamente il merito dell’ipotesi di modifica della Costituzione e gli effetti che avrebbe provocato, si è rivelata giusta e lungimirante. Ha Vinto la Democrazia”, perché “quando il popolo può scegliere boccia le cattive riforme.
Adesso c’è da gestire la ricomposizione e colmare una frattura avvenuta certo non per  nostra volontà. Siamo certi che sul merito e sul lavoro ritroveremo l’unità di intenti e la condivisione che sono un valore inestimabile per la crescita, lo sviluppo e la civiltà di una comunità libera e democratica.

Da Buongiorno Livorno: “la sovranità appartiene ancora al popolo”

Il No ha vinto. La riforma di Renzi è stata bocciata, malgrado vantaggi enormi e tantissime condizioni favorevoli. Malgrado il vantaggio naturale che solitamente accompagna il cambiamento, specie sotto le sembianze del nuovo e del miracoloso.  Malgrado lo “spirito del tempo” che favorisce la semplificazione e la banalità, la spettacolarizzazione e la personalizzazione della politica che sempre più è rappresentata da mattatori “piacioni” e da piazzisti ossessionati dal gradimento e dall’apprezzamento personale. Malgrado una campagna referendaria sostenuta dal “modello della mance” nella legge di bilancio di fine ottobre e nei decreti fiscali di novembre, dall’invasione mediatica imparagonabile perfino a quella che Berlusconi (colui che deteneva tutte le televisioni) usava per le sue campagne elettorali e per il referendum confermativo della sua riforma nel 2006, dalle svariate “corti dei miracoli” che hanno accompagnato il viaggio di Renzi da Obama in Usa e che hanno firmato appelli a suo favore.
Il progetto di “neocentralismo statalista” che sfruttava una riforma costituzionale che mal mascherava una legge finanziaria permanente (e quindi con la finalità principale di fungere da gabbia per le leggi di stabilità a venire) è stato bloccato. Rimane ovviamente un contesto difficile e un futuro tutto in salita, ma questo risultato è un ulteriore stimolo alle nostre convinzioni che serva, a partire dal piano locale, una sinistra sociale che non si limiti a delegare il voto, ma che elabori e pratichi proposte collettive e di partecipazione diretta. Gli attacchi delle classi dominanti e del mito decisionista-riformista grazie a questo voto possono rallentare e abbiamo più margini di mobilitazione e di organizzazione. Il tentativo di ratificare con la riforma costituzionale una post democrazia di fatto per trasformarla in una post democrazia di diritto è, al momento, fallito. 
Buongiorno Livorno ha fin dall’inizio compreso l’importanza della riforma costituzionale e ha da sempre sostenuto, convintamente, il No. Lo dimostrano gli eventi di fine estate e in particolare l’incontro col Sindaco di Napoli De Magistris: in questi mesi abbiamo sempre avuto come principale riferimento il principio cardine che “La sovranità appartiene al Popolo”, non un semplice omaggio al secondo comma del Primo articolo della Costituzione, ma il senso del nostro impegno costante e della nostra contrarietà ad una riforma che avrebbe ulteriormente sottratto potere alle persone, sul solco tracciato da tempo e che ha visto, in particolare col pareggio di bilancio, uno svilimento della sovanità nazionale e un indebolmento della nostra Carta Costituzionale. 
Abbiamo messo in campo le nostre ragioni del No, per lo più diverse da quelle degli altri avversari alla riforma renziana, dimostrando l’intreccio con i temi della finanza e dei media e della loro capacità di incidere nei processi di cambiamento in atto. Non ci è interessata la difesa oltranzista e la sacralità della Costituzione, di cui vediamo limiti, difetti e anzianità, ma le necessarie riforme devono migliorarla e maggiormente corrispondere all’attuazione e all’efficacia, promuovendo in particolare la partecipazione popolare e le autonomie territoriali.
Il risultato locale premia anche il nostro lavoro sul territorio che è andato oltre i facili riferimenti ai guru politici nazionali. La credibilità che BL sta consolidando ha facilitato il nostro impegno di portare al voto i delusi, coloro che non si ritrovano in nessuno dei partiti nazionali e soprattutto chi ancora vede e sente la necessità di un progetto politico collettivo, capace di mobilitare dal basso e di dare soluzioni e prospettive di sinistra.
Il voto esprime certo anche una protesta sociale contro un governo che non fa gli interessi del popolo e che voleva cambiare la Carta per essere ancora meno disturbato e accentrare potere. Un governo che ha scelto di immobilizzare il paese in questa lunga campagna referendaria, consolidando divisioni e lacerazioni, e accettando il rischio di approdare a una nuova Costituzione nella quale una parte importante del paese non si sarebbe riconosciuta: gravissima la scelta di far coincidere il governo e una parte del partito del PD con il potere costituente. Chi si è reso protagonista di ciò non ha credibilità e non può offrire alcuna garanzia in termini di rispetto e di garanzia della Carta Costituzione e della Storia Repubblicana di questo paese.
Oggi è un gran bel giorno per chi sostiene e pratica il principio che la Sovranità appartiene al Popolo.

Da Renata Fontanella su Referenzium, una breve analisi a freddo

La ricerca del voto, l’affanno per ottenere più voti, secondo me, ha avuto dei risvolti un po’ grotteschi:

  • ho visto giovani studenti da fuori Regione, possibilitati al voto in Toscana tramite la delega a “rappresentante di lista per il Si”. Delega fantasma, perché non si sono avvicinati durante nessuna operazione di seggio.
  • Ho visto giovani e meno giovani indecisi su dove porre la croce nella scheda elettorale, forse frastornati da tanta pubblicità….
  • Ho visto cassette della posta piene di libretti con indicazione di voto, sempre nella stessa direzione contraria.
  • Al contempo ho visto molti cittadini, Associazioni, Comitati…, che si sono impegnati seriamente ad offrire documentazioni, proposte, dibattiti, iniziative con esperti e, condurre il votante ad una scelta consapevole. Un voto che partiva assolutamente dal basso.

Oggi, conclusa la fase di voto, con la vittoria del No, cosa vedo: alcuni politici che avevano fatto campagna referendaria a favore del No, salire sul carro del vincitore, come se il risultato fosse solo e sempre di Partito. Togliendo dal carro il Re, finalmente nudo. Tralasciando volutamente le considerazioni sul “referenzium”,sulle paure che alcuni cittadini manifestano sulla possibilità che anche da noi ci sia la deriva verso un fascismo del nuovo millennio, mi soffermo su una convinzione: accolgo il risultato come qualcosa che mi/ci appartiene, come un merito, come una coppa vinta dal basso. Avverto un’inclusione sociale nuova, un’ondata di ottimismo, non ascolto gli scettici, penso che sia arrivato il momento in cui noi cittadini  dobbiamo pretendere il potere decisionale, pretendere il rispetto della Costituzione, pretendere una vera tutela ambientale, dei nostri diritti, della nostra salute, un Lavoro per i nostri giovani.              

Da Comitato toscano per il No al Referendum, Grande soddisfazione

Bocciata la cosiddetta riforma nata da una maggioranza parlamentare che non lo era nel Paese e il tentativo del premier di legittimazione plebiscitaria. Adesso voltare pagina.  I comitati restano in  piedi. Non possiamo che accogliere con grande soddisfazione l’esito del voto, a coronamento di un lavoro molto impegnativo, durato mesi e mesi, per illustrare i reali contenuti delle modifiche alla Costituzione del 1948 sottoposti al giudizio degli elettori.  La netta vittoria del No, con pochi casi diversi, come in Toscana, è stata  la risposta popolare a una ‘riforma’ costituzionale portata avanti da una maggioranza parlamentare fittizia, in quanto non rappresentativa della maggioranza dei cittadini, come sancito dalla sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale. Le dimissioni immediatamente annunciate dal Presidente del Consiglio sono la conferma evidente che si è trattato soprattutto del tentativo di ottenere una legittimazione plebiscitaria; tentativo inequivocabilmente fallito. Adesso ci aspettiamo che un nuovo governo si occupi dei problemi reali del Paese e dei cittadini, dopo mesi e mesi di occupazione mediatica del premier e del suo esecutivo condotta a colpi di slogan e di tweet, e unicamente dedicata a questo attacco alla Costituzione repubblicana. La campagna referendaria ha messo in luce, se ce ne fosse stato bisogno, un patrimonio di saperi, passione civile e relazioni che si è organizzato in questi mesi, e potrà ora dare un contributo essenziale alla effettiva realizzazione dei Principi su cui la nostra Costituzione è fondata. Un sincero grazie va a quante e quanti si sono disinteressatamente impegnati in un lavoro spesso difficile in nome dei loro ideali di democrazia e solidarietà.

Da Sinistra Italiana Livorno:

Grandissima soddisfazione per i risultati di Livorno e in Italia e per l’alta partecipazione dei cittadini a questo momento di scelta e autodeterminazione democratica.  Ha vinto il NO in Italia ma ha vinto anche a Livorno con cinque punti di scarto sul fronte del Sì, dopo una campagna elettorale faticosa e a tratti rabbiosa fra i due schieramenti contrapposti. I numeri parlano in modo chiaro, il dissenso rilevato nei confronti della politica neoliberista del Governo in questo Paese, è stato altissimo. Sinistra Italiana a Livorno ha dimostrato di essere una forza in grado di mobilitare buona parte delle anime che compongono la sinistra in questa città. Militanti, studenti, giovani lavoratori e simpatizzanti erano impegnati come rappresentanti di lista nei seggi fino all’ultimo secondo. L’azione diretta del lavoro dei militanti di Sinistra Italiana, svolta sul territorio in collaborazione con il Comitato cittadino del No e con le altre forze di sinistra unite sotto la stessa bandiera, è stata importante e corposa, auspichiamo che non si disperda.Questo significa che Livorno è ad un punto di svolta e la rinascita della città con un progetto di governo di Sinistra diventa ora un obiettivo a portata di mano.

Da Unione Inquilini Livorno, Una vittoria della democrazia:

Qualche volta i poteri forti perdono, e la pretesa delle grandi banche, della grande finanza e dei trust economici di avere in dono il sacrificio delle garanzie democratiche costituzionale, questa volta è stato bloccata da un voto popolare nettamente schierato in difesa delle garanzie democratiche. Ne siamo ovviamente soddisfatti e felici, non abbiamo mai considerato facile vincere una battaglia contro i poteri forti, che hanno schierato stampa e propaganda governativa senza risparmio di mezzi, mentre noi parlavamo nei mercati e nelle strade. Abbiamo distribuito 7500volantini con i nostri militanti, e ci piace pensare di aver contribuito al buon risultato livornese per il No. Buona notizia anche dall’Austria per la vittoria del verde Van der Bellen, questa giornata è buon giorno per la democrazia.

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