Giuseppe Pinelli, un anarchico, partigiano e ferroviere italiano, animatore del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa e durante la Resistenza, vista la sua allora giovane età, staffetta nelle Brigate Bruzzi Malatesta. Wikipedia
16dicembre 2014 di S.L.
Morì il 15 dicembre del 1969 precipitando da una finestra della Questura di Milano pochi minuti dopo la mezzanotte, dove fu trattenuto per accertamenti in seguito alla esplosione di una bomba a piazza Fontana, evento noto come la Strage di Piazza Fontana.
Le circostanze della sua morte, ufficialmente attribuita ad un malore, hanno fin da subito destato sospetto a causa di alcune circostanze legate ai momenti del tutto eccezionali vissuti nel capoluogo lombardo a seguito della strage del 12dicembre 1969, non a caso si parlerà di “Pino” come la diciassettesima vittima della strage.
Molte sono state le incongruenze che da subito hanno fatto pensare all’omicidio, anche se inizialmente fu data la versione che, essendo implicato nella strage di piazza Fontana e sentendosi perduto, si sarebbe suicidato.
La conclusione giudiziaria fu posta nell’ottobre 1975 con una sentenza tutta originale e fantasiosa anche per la giurisprudenza italiana e la morte fu attribuita a un “malore attivo”; in sostanza non si trattò né di omicidio né di suicidio.
Potremo anche aggiungere che, in sostanza era colpevole di nulla.
Da segnalare che, nel giorno del 45esimo anniversario della morte di Pinelli c’è stata l’azione simbolica di alcuni studenti dei licei Parini, Beccaria, Vittorio Veneto, Virgilio e Bottoni che hanno gettato un manichino dalla finestra della scuola, per chiedere verità sulla strage di piazza Fontana e sulla morte dell’anarchico Pinelli.
Alcune immagini del film “Tre ipotesi sulla morte dell’anarchico Pinelli” di Elio Petri (con Gian Maria Volonté):