La mobilità da sempre rappresenta un nodo critico per le amministrazioni. Era così prima dell’avvento dei 5 Stelle e così è adesso.
20marzo 2018 da BuongiornoLivorno
“Se hai un nemico mettilo all’assessorato al traffico”, si diceva già ai tempi delle Giunte precedenti a quella di Nogarin. Una tattica usata dall’ex sindaco Lamberti, ad esempio.
Certo che la Giunta Pentastellata dall’inizio ha mostrato contraddizioni e lacune sul complesso tema della mobilità. E forse proprio qui mostrano la difficoltà di mettere in pratica principi e temi a loro cari.
Il problema non è tanto la rotatoria in più o in meno, le strisce blu ecc. Nogarin e i suoi assessori alla mobilità non hanno mai voluto approcciarsi seriamente al tema attraverso la visione organica e complessiva che un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile avrebbe imposto.
Era una cosa da fare all’inizio, magari partendo dagli Stati Generali della Mobilità. Non è mai troppo tardi ma adesso farebbe un po’ ridere anche perché i tempi sarebbero lunghi, per poter arrivare a risultati concreti. La stessa cosa potremmo denunciarla per altri temi. Pensiamo in primis alle politiche della partecipazione e del decentramento. Pensiamo al tema della convivenza interetnica e dei richiedenti asilo. Potremmo continuare, la lista è lunga. Il problema è di metodo e anche di obiettivi, oltre che di capacità. I grillini non credono ai corpi intermedi “tradizionali” ma neppure a quelli minimamente organizzati e istituzionalizzati. Il che rappresenta un problema in termini di trasparenza e di procedure. In democrazia non è banale.
Si preferisce fare incontri riservati, con criteri e metodi che di democratico hanno poco o niente. Si invitano alcuni esercenti commerciali o alcuni referenti di associazioni e di comitati. Ma dal momento in cui non si hanno istituzioni legittimate e realmente rappresentative (alla chiusura obbligata per legge delle ex circoscrizioni non si è voluto, ad oggi, procedere con nessun cambiamento reale e auspicabile per nuovi organismi di decentramento politico) si perde di credibilità e ogni tentativo di accompagnare le decisioni dalla partecipazione e dalla democrazia suona solo come operazione di marketing politico o adeguato per i propri simpatizzanti e adepti che seguono il Movimento di Grillo con spirito di devozione.