Il governo ha ottenuto la 31ma fiducia al Senato, questa volta sulla “legge delega” nelle linee guida per la riforma del mercato del lavoro.
Con 166 sì, 112 no e un solo astenuto è stata confermata la fiducia al governo PD di Renzi che sceglie la Confindustria e, dove i senatori, in piena sudditanza verso chi li ha nominati, scelgono di tutelarsi il proprio posto. Anche le minoranze del Pd votano sì, ma con riserva, compreso l’operaio ex Thyssen, Antonio Boccuzzi, attualmente deputato PD ha votato si, al job act, a causa di questo sono apparsi molti post, pieni di livore e risentimenti, sul suo profilo facebook. Corradino Mineo coerentemente, ha invece deciso di votare no, secondo coscienza.
3 dicembre 2014 di Silvio Lami
Nella sostanza quello che è stato votato è una legge delega che, una volta approvata dal Parlamento, consente al Governo di emanare i “decreti delegati” (chiamati anche “attuativi”), una serie di atti legislativi con forza di legge immediata. Sono state votate, cioè, delle linee guida che danno al Governo carta bianca sulle decisioni, senza più alcun obbligo di confronto ne con il Parlamento, ne con le parti sociali, dove solo la Corte Costituzionale potrebbe intervenire a verifica se i futuri decreti delegati, che saranno attuati dal Governo, rispetteranno le indicazioni previste nella Legge Delega approvata dal Parlamento, questo alla condizione che ne venga fatta richiesta.
Il Jobs Act (legge delega n.1428), si compone di quindici articoli su: ammortizzatori sociali, politiche attive per l’occupazione, semplificazione sulle procedure e gli adempimenti a carico di cittadini e imprese, tipologie contrattuali e forme di conciliazione nel lavoro (materie che fino ad oggi sono state oggetto di contrattazione tra le parti sociali).
Se nel Senato si è consumato l’ultimo atto verso la cancellazione delle ultime tutele dei lavoratori, in molte città si è manifestato e promosso presidi di contrasto e dissenso. Come annunciato, si è manifestato anche fuori da Palazzo Madama con i Sindacati di Base, i precari e gli studenti, dove non sono mancate le tensioni quando la polizia ha caricato i diversi tentativi, da parte del corteo, di forzare il cordone degli agenti per arrivare al Senato.
Blitz anche degli studenti dei Dillinger (collettivo studentesco della Statale) alla sede del PD di Porta Romana, a Milano. Coperti da maschere bianche con i nomi dei lavori più precari, dallo studente al ricercatore, passando dall’operaio, ed al collo dei cappi di corda, hanno provato ad entrare nella sede. Non riuscendoci, l’hanno tappezzata di cartelli ed hanno versato sulla porta e sul marciapiede della vernice rossa. Hanno poi steso a terra lo striscione con lo slogan della protesta: “PD=Precarietà Democratica”.