Il sepolcro del Princeps e l’eroe Piseus

23aprile 2016 di Enrico Zini

Secosepolcro principendo Plinio il Vecchio, Piseus, figlio di Tirreno e conquistatore di Pisa, sarebbe stato anche l’inventore della tuba e dei rostri (spunzoni che erano montati sulla prua delle navi per affondare quelle nemiche). Nel 1995, in Via San Jacopo, a Pisa, è venuto alla luce un sepolcro monumentale, una tomba a tumulo di trenta metri di diametro. La dimensione e alcuni ritrovamenti, come l’impronta di un tridente, lasciano presupporre che quella fosse stata la tomba di un aristocratico pisano vissuto tra la fine dell’VIII secolo a.C. e gli inizi del VII.

Infatti, la “lancia marina”, in Etruria, è un oggetto che nei grandi sepolcri di Vetulonia e Marsiliana d’Albegna accompagnava i principi. Anche alcuni resti del rito funebre indicano l’importanza del defunto. Proprio come nel funerale di Patroclo, descritto da Omero nel ventitreesimo libro dell’Iliade, la pira adoperata era di legno di quercia e nel sacrificio che aveva accompagnato la cerimonia, era stato ucciso un cavallo. L’uomo che, probabilmente, era un “Corsaro Nero” ante litteram, morì in mare tant’è vero che al posto del suo corpo fu bruciato un fantoccio in lamina di bronzo, un Kolossos, i cui resti sono stati trovati nel dolio, vaso globulare che conteneva ciò che rimaneva del rogo. Il sito è stato usato come luogo di sepoltura dalla famiglia del nostro Princeps fino al 470-460 a.c. Il fatto più interessante, però, è che, negli ultimi due decenni del VI secolo a.C. , il nostro “Corsaro Nero” fu oggetto di un culto tributato solo agli Eroi. Infatti risale a quell’epoca l’ingresso monumentale che consisteva in tre coppie di grandi pilastri e, dalla parte opposta del tumulo, la costruzione dei due altari per le preghiere e le offerte. A riprova di tutto ciò, in una fossa vicino alla sepoltura, sono stati ritrovati vasi raffiguranti l’eroe Eracle, posti come offerta di consacrazione. Non ci sono prove per affermare che il nostro Princeps sia il leggendario Piseus, visto che l’arrivo dei Tirreni narrato dalle fonti antiche si riferisce a un’epoca anteriore, ma si può ipotizzare che nella leggenda di Piseus confluiscano echi del culto del Princeps. Comunque i ritrovamenti sono indice dell’esistenza nel nostro territorio di una città ricca e importante già dall’VIII secolo a.C.

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