Immigrazione: la proposta di Rossi per governare il caos, senza subirlo

rossi-presidente“Interveniamo immediatamente e concretamente, prima che sia troppo tardi”

21aprile 2015 da Eccoci #ToscanaCiSiamo per Enrico Rossi Presidente

immigrazioneEnrico Rossi, presidente uscente della Toscana, scrive una lettera ai rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee, tra cui il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio italiano e il Presidente di turno del Consiglio europeo, avanzando alcune proposte sulla gestione del flusso di migliaia di persone verso le nostre coste e per impedire nuove tragedie nel Mediterraneo.

“Attendo che gli Stati europei procedano a un’intesa rapida: la piena copertura all’ONU nell’opera di ricomposizione della Libia; il rifinanziamento di un vero programma di pattugliamento dei mari per il salvataggio e per dare rifugio ai migranti e ai profughi; un piano di mirate azioni di polizia per neutralizzare le milizie che gestiscono il traffico di essere umani ridotti in schiavitù, a loro spese e a costo della vita; la revisione del regolamento di Dublino III (che tramuta la geografia in un fardello e penalizza l’Italia, primo paese di approdo); il legame fra processi di migrazione e i programmi di cooperazione internazionale e sviluppo nei Paesi di origine”.
Con queste parole Enrico Rossi, presidente uscente della Toscana e candidato alla rielezione, si esprime in una lettera inviata oggi ai vertici di istituzioni e organizzazioni italiane e internazionali, avanzando alcune proposte sulla gestione del flusso di migliaia di persone verso le nostre coste e per impedire nuove tragedie nel Mediterraneo.
La missiva è stata indirizzata nello specifico al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Matteo Renzi, a Donald Tusk, presidente di turno del Consiglio d’Europa, a Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, ad António Manuel de Oliveira Guterres, presidente del UNHCR EU, a Laurens Jolles, portavoce UNHCR sud Europa, a Carlotta Sami, portavoce UNHCR Italia, nonché al presidente dell’Anci Piero Fassino, al presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino e agli altri presidenti di Regione.

immigrazioneNella lettera, Rossi, “come uomo di governo e come Presidente della Regione Toscana”, chiede che “il Governo italiano, l’Anci e la Conferenza delle Regioni si riuniscano urgentemente per discutere e adottare un modello unitario e sostenibile di accoglienza”. Le ragioni alla base delle proposte contenute nella lettere sono dettate dal “dovere di ‘dire la verità’, a noi stessi e ai nostri concittadini”, perché “pena il prorompere del ‘caos’, le stime sui flussi ci rivelano che siamo davanti a un mutamento profondo, che gli enti locali non saranno più in grado di assorbire senza una radicale revisione di carattere culturale e organizzativo”.

“C’è un limite – aggiunge Rossi – oltre il quale la sostenibilità di questi ingressi può mettere a dura prova – fino a comprometterlo – il nostro tessuto urbano e sociale. La paura e la rabbia dei cittadini potrebbero volgersi in direzioni imprevedibili, anche a causa della presenza di forze irresponsabili che soffiano sul fuoco di un’enorme e inedita crisi umanitaria”.
“Agiamo per non subire il ‘caos’, per provare a ‘governarlo’”, è l’appello del presidente uscente della Toscana che ribadisce le sue idee sul modello di gestione dell’accoglienza già esposte a Sindaci e Prefetti e che “potremmo applicare anche nel resto del Paese”.

In particolare Rossi riassume queste proposte in tre punti:

1) Un’accoglienza sostenibile e rispettosa. Fissiamo un limite qualitativo all’accoglienza per ogni territorio in base a specifici parametri. La giusta accoglienza deve valere verso chi arriva e verso i cittadini italiani che risiedono nei territori
2) Una geografia sociale consapevole. L’ accoglienza va effettuata in piccole strutture, distribuite adeguatamente sul territorio. Non più di poche decine di persone per gruppo, affidate alla gestione di associazioni di volontariato e con un ruolo di riferimento e coordinamento svolto dal Sindaco del Comune interessato.
3) Una reciproca umanità. Non esiste buona accoglienza e integrazione adeguata senza un impegno, da parte di chi viene accolto, a restituire alla comunità che accoglie un servizio di pubblica utilità. Tale attività dovrà essere svolta senza remunerazione. Sarà compito delle associazioni individuare le modalità concrete di svolgimento, d’intesa con i Sindaci.

immigrazione.Affinché l’Europa sia davvero terra di pace e sicurezza, Rossi conclude: “Interveniamo immediatamente e concretamente, prima che sia troppo tardi, prima che il ‘caos’ prevalga”.

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