Inaugurata alla Fondazione Livorno, la mostra dedicata a Bruno Miniati. Fino al 31gennaio

Bruno Miniati fotografo di GuerreAlle famiglie livornesi il nome di Miniati (1889-1974)  ricorda la classica fotografia del bambino, della coppia di sposi, delle belle ragazze ma in pochi conoscono l’incredibile avventura umana e professionale di un coraggioso fotografo di guerra

22novembre 2015 da Donatella Nesti

Luciano BarsottiLa mostra “Bruno Miniati fotografo di guerre”, inaugurata alla Fondazione Livorno vuole restituire alla cittadinanza il valore di un uomo che appena diciannovenne partì per immortalare il terremoto di Messina e poi continuò la sua esperienza durante la Grande Guerra, le campagne militari in Libia, Somalia, Abissinia, Albania, Grecia.

Curioso e aperto a tutte le esperienze artistiche il suo studio di Via Ricasoli era frequentato da molti pittori labronici del periodo post-macchiaiolo Natali, Romiti, Ulvi Liegi, Bartolena, Nomellini fino poi a divenire fotografo ufficiale dell’Accademia Navale a bordo della Vespucci e della Montecuccoli.

cinema fotografiaIn questa mostra dedicata a Bruno Miniati, sono presentate 106 fotografie provenienti dall’archivio fotografico dell’artista che fanno parte di un fondo di foto e carteggi recentemente donato dal nipote prof. Riccardo Faucci alla Fondazione. Si tratta prevalentemente di stampe originali d’epoca, a cui si aggiungono alcune immagini inedite, esistenti solo in negativo, sottoposte a restauro digitale. E’ stata curata, insieme al catalogo, da George Tatge, già dirigente della Fratelli Alinari di Firenze e fotografo di origini italo americane che dopo aver girato il mondo vive attualmente a Firenze.

Bruno Miniati.La mostra è stata introdotta dal presidente della  Fondazione Luciano Barsotti, il quale alludendo a drammatici avvenimenti di Parigi, si augura che al percorso espositivo partecipino molti studenti per conoscere le tragiche vicende belliche del secolo scorso.

Lungo e commosso il ricordo di Riccardo Faucci, nipote di Miniati, con lo studio frequentato dagli amici, dai pittori del gruppo labronico ed il fondamentale ottimismo del nonno, nonostante fosse stato testimone di tanti lutti, riassunto nella semplice frase ’so vivere’. Miniati forse considerava la guerra un male necessario ma i suoi dubbi sulla sua utilità, per lui che aveva perso un fratello sul Carso, li ha ricordati il curatore Tatge facendo notare quella sequenza di piccole foto scattate sul brullo Carso come a chiedersi se valeva sacrificare tante vite umane per una terra  arida e inospitale.

“Miniati imbraccia la macchina fotografica come un fucile” scrive Monica Maffioli curatrice della mostra  ” scattando immagini crude…che traducono visivamente quanto i soldati cercavano di fissare con le parole nei loro diari di guerra”. Il  vicedirettore del Tirreno, Alessandro Guarducci ha fatto notare l’entusiasmo con il quale i livornesi hanno aderito all’invito di portare le vecchie foto al giornale, segno che il ricordo di Miniati e della Livorno postbellica non sia tramontato. Sono proprio le foto della Livorno distrutta dai bombardamenti quelle che dovrebbero insegnare alle nuove generazioni il rifiuto della violenza e della guerra. Nell’ultima stanza sono inoltre presenti alcune foto scattate da Miniati alle famiglie livornesi, una piccola ed importante amarcord per non dimenticare come eravamo grazie ad un grande fotografo.  Una ricerca certosina effettuata nelle case dei livornesi da Stefania Fraddanni.

Il percorso espositivo è stato diviso in tre sezioni cronologiche che illustrano le campagne di guerra italiane tra il 1915 e il 1945:

  • La Grande Guerra 1915-1918
  • Le campagne in Africa Orientale ’35-’36
  • La seconda Guerra Mondiale Albania e Grecia 1940-1941, Livorno prima e dopo la guerra 1935-1945.

Oltre alla sala riservata ai ritratti eseguiti da Bruno Miniati nella sua città d’origine è presente anche un angolo che ospita gli oggetti posseduti da Miniati: la sua macchine fotografica, il suo medagliere, disegni del fotografo e della moglie (opera di Paulo Ghiglia), una sua caricatura eseguita da Mino Maccari, un disegno di Miniati quando era allievo del corso di disegno di Guglielmo Micheli.

La mostra resterà aperta fino al 31 gennaio, con ingresso gratuito.

Sarà visitabile il sabato e la domenica (21 e 22 novembre 2016 – 5 e 6 dicembre 2015 – 9 e 10 gennaio 2016 – 30 e 31 gennaio 2016) con viste guidate a cura della coop. Diderot orario 16-20 (partenza dell’ultima visita alle 19,00). Dal lunedì al venerdì la mostra è visitabile su appuntamento contattando la coop. Diderot 373.7607467  Per la didattica e le visite delle scuole contattare la coop. Itinera 0586-894563.

fascio Bruno Miniati

 

 

 

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