Incontro-dibattito con Oliver Zamora. Giornalista cubano, analista politico della televisione di stato. Video

Oliver Zamora Oria è un giovane giornalista cubano, analista politico della televisione di stato e su diverse radio, collaboratore del sito web “Cubadebate” e spesso ospite nei programmi di approfondimento della situazione internazionale sulla rete Telesur.

27novembre 2014 di Marco Chiuppesi

In questi giorni in Italia per una serie di interventi pubblici, mercoledì 26 novembre è stato a Livorno per un incontro organizzato dalle locali associazioni di amicizia Italia-Cuba e Italia-Nicaragua.

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Il presidente del circolo livornese dell’associazione Italia-Cuba, Giovanni Altini, ha introdotto l’incontro descrivendo come in America Latina il monopolio informativo dei potenti network nordamericani (come CNN e FOX News) e dei grandi gruppi nazionali (come Globo e Clarín) sia stato spezzato dalla nascita della rete Telesur. Questo canale televisivo a capitale pubblico è nato nel 2005 per iniziativa dell’allora presidente del Venezuela Chavez e con il supporto dei governi di Argentina, Brasile, Cuba e Uruguay, e l’adesione in un secondo momento di Bolivia, Ecuador e Nicaragua.

Altro passaggio importante per la democratizzazione del panorama mediatico latinamericano, come ricordato da Altini, è stata la legge argentina sui media del 2013, che limita la concentrazione dei mezzi di comunicazione. Infine, Altini ha invitato a considerare l’altra faccia della medaglia in tema di nuovi media: i social network suscitano la speranza della possibilità di una apertura dell’informazione “dal basso”, ma aprono anche nuove possibilità di manipolazione del consenso e controllo “dall’alto” – come reso evidente ad esempio nel caso cubano dal simil-twitter “ZunZuneo”: dopo una prima fase in cui questo social network stava iniziando a diffondersi nell’isola, è emerso che il governo statunitense aveva commissionato l’operazione per raccogliere segretamente i dati dei giovani utenti utilizzando in un secondo momento queste informazioni per la destablizzazione del paese.

Oliver Zamora italia cubaAll’introduzione di Altini è seguito un intervento del giornalista livornese Luca Parenti, che ha poi anche svolto il compito di traduttore.
Partendo dal “The revolution will not be televised” (La rivoluzione non sarà trasmessa in televisione”) di Gil Scott-Heron, Parenti ha parlato dell’omonimo documentario (conosciuto anche col titolo spagnolo, “La revolución no será transmitida”) di due registi irlandesi che si trovavano in Venezuela nei giorni del tentato golpe contro Chavez del 2002; un documentario che mostra molto chiaramente i meccanismi di destabilizzazione usati per forzare cambiamenti di regime dei governi più “scomodi”.

Dalla necessità di comunicare al popolo venezuelano i rivoluzionari cambiamenti in atto nacque la trasmissione “Alò presidente”, ed il successivo ambizioso tentativo, con Telesur, di parlare ad un pubblico internazionale al di fuori dei grandi network; direzione opposta a quella intrapresa dalla nostra RAI. Infine, prima di passare la parola all’ospite cubano, Parenti ha invitato ad una riflessione sulle strutture di potere che stanno dietri i nuovi media, e sulla loro scarsa influenza in una realtà, come quella italiana, in cui il 75% delle persone si informano prevalentemente attraverso la televisione.

foto 005Olivier Zamora ha contestualizzato il ruolo dei media in sudamerica rispetto al più generale quadro dell’industria culturale, allargando il discorso all’industria dell’intrattenimento ed ai nuovi media. I mezzi di comunicazione in America Latina sono tradizionalmente in mano privata, usati da grandi imprenditori per la difesa dei propri interessi economici; il ruolo giocato da questi mezzi nel tentato colpo di stato contro Chavez ed il percorso rivoluzionario venezuelano ha reso evidente come questi media giocassero anche un ruolo politico, e che questo dovesse essere affrontato con strumenti adeguati – da qui gli investimenti per la creazione di Telesur.

La creazione di nuovi canali per raccontare i processi di cambiamento serve anche lo scopo di decostruire l’immagine antisocialista, anticomunista diffusa a partire dalla guerra fredda. Zamora ha quindi descritto il processo di democratizzazione dei mezzi di comunicazione in atto, anche da un punto di vista legale con leggi antimonopolio, con il recupero del valore di servizio pubblico dell’attività informativa, e con la conquista di nuovi spazi per la comunicazione sociale ed alternativa.

ChavezIl giornalista cubano ha anche illustrato quanta parte dell’informazione nel suo paese sia dedicata a temi internazionali.
Agli interventi è seguito un dibattito con la partecipazione del pubblico, che ha colto l’occasione per conoscere il punto di vista del giornalista cubano sulla diffusione di internet nel suo paese – diffusione, è stato risposto, rallentata dall’embargo che impedisce l’accesso a diverse soluzioni tecnologiche ed ai grandi flussi dati delle dorsali in fibra ottica, costringendo più lente connessioni satellitari; ma anche dal timore politico di alcuni settori del paese che una apertura troppo rapida possa facilitare tentativi di destabilizzazione come quelli già visti sia a Cuba che altrove. Il processo appare comunque inarrestabile. Altre domande hanno permesso di approfondire la natura dei processi di integrazione tra i paesi sudamericani, le possibili conseguenze locali della realizzazione di un nuovo canale navigabile in Nicaragua alternativo a quello di Panama, e gli effetti della crisi economica europea su Cuba.

Nel complesso si è trattato di una iniziativa molto interessante, che ha permesso di cogliere dalla viva voce di un giovane professionista dell’informazione le difficoltà e i successi di un processo di cambiamento sociale che sta coinvolgendo molti paesi dell’America Latina e che impone un ripensamento anche del rapporto tra media e politica.

Video del dibattito:

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