Incontro “Giosuè Borsi ed i livornesi alla Grande Guerra: anticipazione di una mostra” a cura dell’Associazione culturale “Giosuè Borsi” – sala conferenze “Conti”

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La conferenza su: “Giosuè Borsi ed i livornesi alla Grande Guerra anticipazione di una mostra” è stata uno degli appuntamenti previsti nella serie di incontri 2015 “Tocca le stelle a Montenero” curate dalla omonima proloco

L’incontro si è aperto davanti ad un pubblico numeroso con la presentazione della Presidente Nicoletta Borgioli, del dott. Carlo Adorni e del prof. Paolo Pasquali.

28agosto 2015 di Paola Ceccotti

Pasquali, professore di musica e appassionato di storia, ha curato il filmato e il repertorio musicale con motivi dell’epoca della grande guerra che ha fatto da sfondo alla presentazione di cartoline propagandistiche e immagini fotografiche della città , come la casa del Soldato di padre Saglietto che si trovava accanto alla chiesa di Crocetta, e dei combattenti, molti dei quali giovanissimi caduti in battaglia.

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casadelsoldato__psagliettoSono scorse in un lungo elenco le fotografie di molti livornesi, per lo più studenti, tra i quali in primis Giosuè Borsi e poi moltissimi altri, come Riccardo Cipriani, Ratcliff Crudeli, De Vecchi Carlo medaglia d’oro al valor militare, Gino Martini figlio di Anna Franchi, Bruno e Ezio Miniati, Ersilio Michel bibliotecario e scrittore, e molti altri.

Fra tutti Margherita kaiser Parodi nipote di Luigi Orlando crocerossina , unica donna che riposa nel sacrario di Redipuglia.

fronte_1^gmNel corso dell’incontro il dott. Adorni ha sottolineato come la città di Livorno sia potenzialmente ricca di cimeli storici, di reperti che hanno solo bisogno di essere recuperati dai magazzini, organizzati ed esposti al pubblico.

L’incontro di oggi – aggiunge Adorni – è propedeutico alla Mostra che si terrà il prossimo novembre nei locali della Biblioteca Labronica, che avrà un duplice obiettivo: celebrare il centenario dell’inizio della 1ma guerra mondiale e quindi ricordare coloro che hanno lasciato gli affetti familiari, chi sotto la spinta dello spirito del tempo per la buona guerra che poi si è rivelata un inganno e, insieme ricordare la figura di G. Borsi che fu combattente volontario, come molti di coloro che caddero, immolati all’ideale nazionale, nel convincimento di combattere l’ultima guerra di indipendenza per la conquista di Trento e Trieste.scritto_1^gm

In tale mostra saranno esposti cimeli e documenti di vario genere e Adorni sollecita tutti coloro che avessero personali documenti, ricordi, a contattare l’Associazione per poterli esporre e arricchire così l’esposizione.

Coloro che tornarono dalla guerra portarono l’amarezza per una partecipazione che avevano creduto eroica e che invece si era rivelata un insidia, dove il combattimento in trincea si sostituiva all’immaginario atto valoroso, dovendo verificare al ritorno che i loro anni giovanili erano andati perduti nella cosiddetta “terra di mezzo” – la striscia di spazio ricoperto di cadaveri, feriti, crateri di bombe, che restava in mezzo alle due linee di trincee dei contrapposti contendenti – ; una esperienza tanto terribile quanto incomunicabile, e che dette origine agli studi sulle nuove malattie psichiatriche come la nevrosi di guerra che in tale contesto si era presentata per la prima volta, mentre nelle città c’era chi aveva fatto la solita vita, aveva continuato la cura dei propri affari: gli “imboscati”.

Oggi c’è un interesse molto forte per ricercare tutte quelle tracce che possono far rivivere quel periodo che segna l’inizio delle carneficine del novecento, dalle fotografie, ai dipinti, ed anche ai filmati, ma soprattutto la memorialistica, racconti e diari scritti spesso da semianalfabeti, non la scrittura colta ma quella della gente comune che in guerra non ci andò per slancio patriottico, e che possono illuminare su un passato di cento anni fa ancora vivo nel ricordo dei nostri nonni appena scomparsi, per ricostruire la trama di un ciclo di vicende storiche che si vuole indicare come guerra civile europea.

L’attenzione riservata a questo periodo storico è quindi di grande importanza perché riattiva la memoria e sollecita una riflessione su questo passato che ci appartiene.

Le immagini qui riprodotte sono state gentilmente concesse dalla Associazione G. Borsi

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