Intervista di Ruggero Morelli a Daniele Stiavetti, architetto. La sua tesi progettava tre linee per l’ampliamento della viabilità tra Livorno e Pisa

ampliamento rotonda ardenza Plastico progettoDaniele Stiavetti, architetto da sempre attento ai temi dell’urbanistica – la sua tesi progettava tre linee per l’ampliamento della viabilità tra Livorno e Pisa – ha accettato di parlare con Pisorno della situazione dell’area della costa. Quindi di Prg, viabilità e trasporti.

Morelli RuggeroAbbiamo anche affrontato argomenti che si collegano ai modi di vita degli abitanti come le fusioni dei Comuni, delle Asl, delle CCIAA, delle AP.

20settembre 2015 di Ruggero Morelli

D: Un nuovo Prg quale ambito dovrebbe interessare?

R: La Legge Regionale Toscana 65/2014 prevede che il PRG debba essere composto da due piani distinti: il Piano Strutturale e il Piano Operativo. Il Piano Strutturale può essere sovracomunale, cioè predisposto in collaborazione tra più comuni anche appartenenti a Province diverse. I comuni che si riconoscono in uno stesso ambito urbano, cioè in un sistema relazionale comune di residenza-lavoro-studio-commercio-servizi-etc, hanno questa preziosa possibilità di copianificare il loro territorio in modo complementare. Credo che questo sia il caso di Livorno, che condivide il proprio ambito urbano con i Comuni compresi nel triangolo Livorno-Pisa-Pontedera (quella che ormai siamo abituati a chiamare Area Vasta) e credo che questo sia l’ambito che dovrebbe interessare un nuovo Piano Strutturale. Il Piano Operativo, che attua sul territorio le strategie contenute nel Piano Strutturale, ritengo giusto che abbia la dimensione comunale cioè la più piccola possibile.

Se mi è permessa una divagazione, direi che la 65/2014 privilegia una programmazione dall’alto attraverso il Piano di Indirizzo Territoriale al quale tutta la pianificazione deve fare riferimento a cascata e che contempla il ruolo dei sistemi territoriali ed i rispettivi obiettivi, gli ambiti strategici, le infrastrutture e i porti, gli aeroporti, le grandi strutture di vendita, etc. Mi piacerebbe di più una programmazione che viene dal basso, magari coinvolgendo i comuni e le associazioni sovracomunali nella stesura del PIT, senza che questo sia deciso nelle stanze chiuse dell’Amministrazione Regionale e solo a cose fatte venga attivato il sistema pseudo-partecipativo delle osservazioni che lasciano sempre il tempo che trovano.

D: Livorno si adagia ed è ‘stretta’  sulla costa; quali criteri per un nuovo piano della costa?

R: Credo che Livorno sia “stretta” sulla costa a causa della forma amministrativa della sua Provincia. Il suo sviluppo urbano così innaturale non è causato da limiti geografici ineludibili ma da confini politici che ne hanno costretto e influenzato la pianificazione urbanistica. In questa ottica e con le possibilità offerte dalla LRT 65/2014 per la pianificazione sovracomunale credo che non sia necessario moltiplicare gli strumenti urbanistici ma cercare di ridurne il numero ampliandone la dimensione territoriale. Non auspico quindi un nuovo Piano della Costa, ma che i suoi contenuti siano compresi in uno strumento di pianificazione di più ampio raggio. Come mi è capitato più volte di affermare ribadisco che qualsiasi tipo di confine amministrativo mal si concilia con lo sviluppo degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale.

D: Si torna a parlare di spostare il depuratore Rivellino e di crisi della raffineria Stanic-Eni; le due cose un tempo erano correlate. Oggi?

R: E’ opinione ormai largamente condivisa che il depuratore necessita di una innovazione tecnologica e di una nuova e più consona collocazione sul territorio. Il Piano Regolatore del Porto (che contiene la raffineria) era una grande opportunità per risolvere questo problema attraverso una compensazione attuabile tramite una variante al Piano Strutturale comunale. Anche in questo caso l’esistenza di un confine amministrativo tra porto e città e la mancanza di collaborazione tra gli organi predisposti a governare due realtà divise per volontà politica ma unite nella realtà ha avuto risultati deludenti. La mia risposta si risolve nella seguente domanda: è ancora possibile oggi riprendere una trattativa politica tra porto e città per risolvere la questione del depuratore?

D: Il Priim ha previsto anche la tratta ferroviaria Pontedera-Interporto progettata dalla società Logistica Toscana; nel Prg del Comune di Pontedera la tratta è recepita; però nei programmi recenti non compare mai. Perchè?

R: Il Piano Regionale Integrato Infrastrutture e Mobilità è uno strumento importante e considero positivamente la previsione della tratta ferroviaria Pontedera-Interporto. Voglio sperare che non esista una volontà politica tesa a non attuare questo intervento ma che, essendo il piano di recente approvazione, non si sia ancora entrati in una discussione concreta nel merito.

D: Il futuro sviluppo industriale dovrebbe avere come insediamento il tratto lungo lo scolmatore?

R: Parzialmente si, su entrambe le sponde e per tutta la lunghezza dall’innesto sull’Arno fino al mare.

D: Il grande parcheggio a Barriera Roma e il parcheggio Odeon sono compatibili con una mobilità adeguata alla nostra città?

R: A giudicare dallo scarso successo commerciale mi sento di dire che entrambi gli interventi non sono compatibili con l’attuale piano della mobilità. Penso anche che il piano della mobilità non sia del tutto adeguato alla città e che dovrebbe essere rivisto. Quindi meglio aspettare un nuovo piano della mobilità prima di giudicare l’adeguatezza dei due interventi.

D: E’ preferibile una AP regionale oppure quello che si prospetta: Livorno/Piombino e Carrara/La Spezia?

R: Ne l’una ne l’altra. Credo che sia meglio non fare accorpamenti ma favorire la collaborazione e la complementarità tra le varie realtà portuali. Se proprio accorpamento deve essere allora vedo con più favore Livorno/Carrara/La Spezia in quanto appartenenti allo stesso sistema macroeconomico (Val d’Arno), mentre Piombino si rivolge più alla parte sud della costa Toscana e dell’alto Lazio. In questa ottica non capisco, ad esempio, l’accorpamento tra Viareggio, Porto S. Stefano, Marina di Campo e Isola del Giglio.

D: Come vedi la riduzione del numero delle Asl?

R: Credo che si possa ridurre il numero delle Asl se e solo se questo non va a discapito dei servizi offerti dalle aziende. Intendo dire che dovrebbe essere aumentata in maniera capillare la densità sul territorio dei distretti e dei presidi, poi a quale Asl facciano riferimento dal punto di vista amministrativo ha ben poca importanza.

D: La fusione delle CCIAA di Livorno e Grosseto non è anomala rispetto alla tanto discussa area della costa?

R: Direi di si. Come ho detto sopra a proposito delle Autorità Portuali vedo con più favore la collaborazione e la complementarità nelle differenze piuttosto che gli accorpamenti. Aggiungo anche che queste manovre spesso sono fatte con la motivazione di ridurre le spese, ma molte volte ottengono il risultato opposto.

D: Oggi che si parla di risparmi vedi attuabile l’unione di Livorno con Collesalvetti?

R: Sicuramente è attuabile, ma non con la motivazione di una riduzione delle spese. La prossimità dei due comuni, con lo sviluppo dei mezzi di trasporto, ha ormai raggiunto l’integrazione. Rimango comunque più a favore della complementarità tra i comuni esistenti. L’entità comunale è la cellula dell’organismo amministrativo territoriale. Ritengo giusto che i comuni, così come le cellule del corpo, mantengano la loro differenziazione e i loro compiti specifici collaborando nell’obiettivo della funzionalità generale del territorio. Se guardiamo a grandi metropoli come Los Angeles possiamo vedere che al loro interno contengono municipalità distinte come Santa Monica, Pasedena e Anaheim e da questo possiamo capire che il territorio necessità sempre di unità capillari di gestione.

D: Saresti favorevole ad una sola prefettura per Livorno-Pisa-Lucca e Grosseto?

R: No. Per gli stessi motivi per i quali sono contrario alle fusioni delle AP, delle CCIAA e dei Comuni.

D: Quale differenza tra un componente del Senato eletto con le elezioni per la regione ed uno eletto direttamente?

R:- Sono dell’opinione che i politici eletti devono svolgere il compito per il quale sono stati votati. Quindi per me vanno bene anche elezioni regionali per eleggere i senatori, a patto che queste siano distinte da quelle per l’elezione del consiglio regionale.

D: Il premio di maggioranza andrebbe dato ai partiti oppure alle coalizioni?

R: Alle coalizioni, se i partiti si presentano alle elezioni in coalizione. Ai partiti, se questi si presentano da soli alle elezioni.

D: Le primarie sono da rivedere oppure da limitare soltanto agli incarichi amministrativi?

R: A mio parere le primarie sono uno strumento democratico da adottare in tutti i partiti e per tutti gli incarichi di tipo elettivo, sia politici sia amministrativi.

D: Saresti favorevole alla fusione delle tre sigle del sindacato?

R: No. I sindacati sono una delle più grandi conquiste della società civile. Limitarne il numero per legge sarebbe come perdere qualcosa del nostro progresso. Credo che il sistema sindacale dovrebbe essere oggetto di export ancora prima delle merci, un mondo con lavoratori garantiti almeno come i nostri sarebbe un mondo con una concorrenza più leale e con un livello di civiltà più elevato e condiviso. Sarei piuttosto favorevole ad una separazione delle carriere sindacali e politiche, credo che sia un abominio per un ex sindacalista mettersi a fare il politico.

D: Come hai valutato la riduzione del 50% dei permessi sindacali nella Pubblica Amministrazione?

R: Pur con il massimo rispetto per i sindacati, come ho spiegato nella precedente risposta, io chiederei a chi si occupa di attività sindacali nella PA di ammettere in tutta onestà quante delle ore spese fuori dal posto di lavoro sono effettivamente utili ai fini sindacali e quante sono utili per assentarsi e prendersi un po’ di tempo per svagarsi “imboscandosi” in pseudo attività sindacali. Se la risposta fosse 50% allora sarei d’accordo con la legge di riforma. La percentuale giusta è una questione di onestà intellettuale che solo chi si occupa di attività sindacali può conoscere e riconoscere. Se per razionalizzare la spesa pubblica si dovessero abbassare i permessi sindacali anche solo dell’1% e questo dovesse andare a discapito dei lavoratori della PA, allora non sarei d’accordo. Nessuna riforma dovrebbe essere fatta se questa dovesse andare a discapito dei lavoratori, si tratta di garantire i diritti dei lavoratori e non quelli dei sindacalisti.

D: E’ molto contrastato il diritto di svolgere le assemblee sindacali nell’orario di lavoro per le scuole ed in particolare nido-materne. Qual è la tua opinione?

R: Ammetto che le attività sindacali possano essere un problema per il datore di lavoro, pubblico o privato, e che questo debba farsene una buona ragione. Non ammetto che le attività sindacali possano essere un problema per un cliente o un fruitore di servizi. La discussione sindacale deve essere civile e limitarsi ai soggetti coinvolti direttamente (lavoratori, datori di lavoro, rappresentanti dello Stato) senza che i clienti/fruitori/cittadini ne diventino loro malgrado ostaggi. La stessa cosa vale per il diritto di sciopero, per il quale si adotta giustamente la regola della precettazione.

 

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