La burocrazia “uccide” l’albero

 

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Da: Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio

 

Esistono leggi, codici, regolamenti che sanciscono la tutela degli alberi, ma nonostante quest’affollata normativa, si continua ad abbattere, impunemente, alberi con caratteristiche d’indubbio valore culturale, paesaggistico, botanico. Le ragioni di ciò vanno riscontrate nell’assoluta mancanza di una chiara e precisa normativa giuridica in grado di definire in modo puntuale che cosa è un albero, come e perché deve essere tutelato.

Lo stesso “ Albero Monumentale” definito e individuato con precisi criteri scientifici da leggi Nazionali e Regionali il più delle volte non è tutelato. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio (Dlgs n.42/2004) modificato dal Dlgs n.63/2008, che definisce gli alberi monumentali come “ beni di notevole interesse pubblico” e quindi da tutelare in modo assoluto al pari dei beni archeologici o monumentali, fino ad oggi non è stato in grado di svolgere un adeguato ruolo di tutela.

A tale riguardo c’è da chiedersi:

Le Commissioni provinciali istituite dalle Regioni e dalle Provincie Autonome hanno effettuato il censimento degli alberi monumentali di pregio scientifico-naturalistico, storico-culturale e paesaggistico, come richiesto?

Sono stati organizzati incontri con il pubblico e con i proprietari dei beni?

Quante dichiarazioni ufficiali riguardanti gli alberi monumentali di notevole interesse pubblico sono state approvate dalle Regioni? Quante Regioni sono state sostituite dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali per le loro inadempienze? Naturalmente durante tutto questo tempo di immobilismo, c’è chi non è stato fermo, abbattendo numerosi soggetti arborei che possedevano i requisiti di alberi monumentali, ma non censiti come tali.

La nuova legge n. 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” divenuta esecutiva da circa 1 anno, pur presendando notevoli novità, non ha risolto il problema della tutela dell’albero perché bene d’interesse pubblico.Infatti, l’art. 7 definisce che la tutela degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, è demandato al censimento che i Comuni dovranno redigere, dopo che i vari Ministeri competenti avranno indicato i criteri per la sua redazione. Si tratta di un intricato processo che alimenta unicamente la burocrazia senza stabilire i tempi né tantomeno provvedimenti per gli inadempienti. Per coloro i quali abbattono senza autorizzazione i soggetti arborei descritti, la legge prevede sanzioni elevate da un minimo di 5.000 euro a Max di 100.000 euro, ma nessun comune ha avviato il censimento richiesto dalla legge.

Lo stesso codice dei beni culturali, modificato nel 2008, prevede la punizione con la reclusione da 1 a 4 anni per quelli alberi dichiarati “ beni di notevole interesse pubblico” ma non esiste alcun elenco per tali alberi!

Ci troviamo di fronte a leggi nate con lo scopo di tutelare gli alberi ma che paradossalmente non sono in grado di farlo. Occorre una forte mobilitazione culturale capace di proteggere l’albero in quanto tale, come organismo vivente necessario per l’interesse pubblico.

Sono d’accordo con chi sostiene di tutelare dal punto di vista giuridico anche gli “alberi vetusti” indipendentemente da dove sono ubicati e che non necessariamente devono essere censiti come alberi monumentali, basterebbe una relazione del Comune a classificarli quali alberi d’interesse ambientale e trasmettere l’elenco di “alberi vetusti” alla Regione. In questo modo si potrebbe salvaguardare un patrimonio arboreo che ogni giorno è minacciato e allo stesso tempo sburocratizzare l’iter previsto dalle leggi approvate.

Giuseppe Sarracino    Agronomo

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