
12marzo 2016 di Patrizia Russo
Attraverso la fotografia è possibile fare un vero e proprio viaggio intorno al mondo, all’uomo e al tempo, attraverso il punto di vista del fotografo
La fotografia è indiscutibilmente una forma d’arte ed un mezzo per comunicare la realtà, gli stati d’animo, una particolare situazione, rendere eterno un momento.
Apparentemente sembra che alla base dell’atto del fotografare ci sia solo l’impulso a registrare la realtà. Ma dato che dietro l’obiettivo c’è una persona, il fotografo, l’immagine registrata è la visione soggettiva e personale dell’autore; non la realtà, ma una sua interpretazione, frutto di personali riflessioni, scelte, abilità e tecniche.
La foto (il taglio, la luce, l’uso del colore o del bianco e nero, l’inquadratura, ecc) cambia, quindi, a seconda di chi l’ha scattata. Come afferma Fontana:
“Io credo infatti che questa non debba documentare la realtà, ma interpretarla. La realtà ce l’abbiamo tutti intorno, ma è chi fa la foto che decide cosa vuole esprimere. La realtà è un po’ come un blocco di marmo. Ci puoi tirar fuori un posacenere o la Pietà di Michelangelo.”
- In questi ultimi mesi ho visitato due mostre di fotografia, la prima a dicembre allestita nelle sale del Museo di San Domenico a Forlì dedicata a Steve McCurry, dal titolo Icons and Woman.
- La seconda, qualche settimana fa, in omaggio ad uno dei maestri della fotografia italiana, Franco Fontana, nello spazio espositivo del Palazzo Mediceo di Serravezza, una sua retrospettiva intitolata Full color.
Entrambi sono maestri e professionisti indiscutibili di fama mondiale, ma utilizzano la macchina fotografica come mezzo espressivo in modalità differente; straordinario è, non solo quello che osserviamo, ma anche le sensazioni che proviamo davanti a queste bellissime immagini.
Franco Fontana è senza dubbio tra i fotografi italiani più stimati a livello internazionale
Considerato un “maestro del colore”, in oltre cinquanta anni di carriera ha dimostrato di essere un fotografo eclettico, perché non si è focalizzato su un genere in particolare, ma si è cimentato con il paesaggio, il nudo, il reportage, la fotografia fine art e con la polaroid.
Osservando le sue immagini, può sembrare che sia il paesaggio il protagonista della sua fotografia; ma è il colore il vero soggetto, quello che senza dubbio lo contraddistingue. Il colore, impiegato in modo soggettivo, non descrittivo esaltandone cromatismi e strutture geometriche, ma da cui è esclusa la presenza umana.
Qualora siano presenti figure umane sono svelate in negativo, sublimate in ombre lunghe, a suggerire contemporaneamente l’idea di presenza e assenza. Mi piace sottolineare che molti scatti presenti alla mostra sono stati effettuati tra gli anni ’60 e gli anni ’80, utilizzando la pellicola e senza ricorso a nessun strumento/accorgimento tecnologico per la post-produzione.
Le immagini che vediamo sono come sono e ci rimandano quello che il fotografo ha selezionato per noi.
La figura umana è, invece, elemento preponderante delle immagini di Steve McCurry, nella rassegna a lui dedicata
I suoi scatti offrono una finestra sul mondo, tanto vasto quanto ricco per la varietà di culture, religioni, storia e natura in cui l’elemento umano è parte predominante.
Steve McCurry, considerato da circa 30 anni una delle voci più autorevoli della fotografia contemporanea, con le sue immagini mozzafiato ha documentato scene di guerra, violenza, atrocità, conflitti, culture che stanno scomparendo, tradizioni antiche e culture contemporanee, sempre mantenendo al centro l’elemento umano. Famosi sono i suoi ritratti di donne, provenienti in particolare da Afghanistan, India, Cambogia, Tibet.
Le immagini, presenti alla mostra, coinvolgono gli osservatori con i loro sguardi e la loro dimensione collettiva in una sorta di girotondo dove si fondono età, culture, etnie.
I reportage di Steve McCurry sono un inno alla bellezza dei luoghi, alla ricchezza e alla diversità dei popoli e delle loro tradizioni. Ma, anche un prezioso lavoro di testimonianza della diversità e delle differenti condizioni sociali ed economiche mantenendo al centro l’elemento umano. Attraverso i suoi scatti l’umanità è raccontata nella diversità dei comportamenti, dei gesti, ma che è similare nei sentimenti e nelle emozioni.