24 giugno 2018 pagina in aggiornamento
La Cgil non esclude mobilitazione di tutto il porto
In riferimento ai provvedimenti di licenziamento dei 5 lavoratori di ALP, come Filt Cgil della Provincia di Livorno, siamo molto preoccupati e non possiamo escludere una mobilitazione di tutto il porto se, nel corso dell’incontro subito chiesto ai vertici di ALP e ottenuto per il prossimo mercoledì, non saranno fugate azioni deregolamentanti il mercato del lavoro in porto tra le cause dei provvedimenti. È noto che le funzioni operative e organizzative tra i vari soggetti operanti in porto sono ben perimetrate dalla norma vigente. Tra le imprese concessionarie (ex art. 18), le imprese autorizzate (ex art. 16) e il lavoro temporaneo (ex art. 17) vi sono competenze distinte e, in alcuni casi, complementari. Assume pertanto un valore fondamentale chiarire l’andamento dei fatti che hanno prodotto provvedimenti cosi’ gravi.
Non sarebbe per noi accettabile scoprire che alcuni lavoratori nella difesa del proprio ambito di competenza operativa, definita per legge, possano dover subire un licenziamento. Sarebbe come accettare passivamente che nel porto di Livorno, si andasse in deroga alla legge recentemente riformata, a difesa della quale, invece, i lavoratori dei porti di tutto il Paese hanno dato una grande prova di coesione con lo sciopero nazionale dello scorso 11 giugno.
Il Contratto collettivo nazionale di lavoro dei lavoratori dei porti stabilisce diritti e doveri per i datori di lavoro e per i lavoratori, la sua applicazione minima è un obbligo normativo, esigiamo che venga rispettato ma respingiamo al mittente la continua ricerca di spaccare il mondo del lavoro su presupposti infondati e deregolamentanti.
Purtroppo il porto di Livorno ha già registrato altri momenti nei quali, in vesti ufficiali, sono state espresse opinioni e interpretazioni della legge sul mercato del lavoro – come ad es. gli appalti tra imprese autorizzate o l’autoproduzione – assai discutibili e che abbiamo fortemente contestato.
Una tendenza pericolosa che è necessario invertire, sgombrando il campo da suggestioni populiste che tentano di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri.
La Filt-Cgil e i lavoratori del porto di Livorno hanno rappresentato nella storia dei porti italiani un caposaldo di idee, solidarietà e rispetto, oggi sono consapevoli che ne occorreranno dosi massicce contro una deriva geo-politica ed economica dai contorni indefiniti. Il sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale ha bisogno di ben altro: rafforzare le competenze delle imprese attraverso la qualificazione del lavoro e quindi i diritti dei lavoratori in termini anche di sicurezza, su questo siamo determinati a non lasciare indietro nessun lavoratore.
Rifondazione Comunista: “rischiamo patologia sociale ed operativa dello scalo
La Federazione livornese del Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria solidarietà ai 5 lavoratori dipendenti di ALP che sono stati licenziati. Riteniamo che la decisione dei vertici di ALP sia sproporzionata rispetto a quanto contestato a questi lavoratori.
Nonostante che l’Autorità di Sistema Portuale si sforzi di definire un quadro roseo all’interno del porto, sappiamo tutti che non è così. Il porto continua subire una guerra tariffaria che sta impoverendo il porto, le imprese e che ricade esclusivamente sulle spalle dei lavoratori. Quando sui mezzi meccanici, in questo caso “ralle”, vengono avviati lavoratori di imprese di servizi, si va contro una norma generale: non si prestano servizi ma si eroga manodopera. Quando le eccezioni diventano ordinarie, siamo di fronte ad una patologia sociale ed operativa dello scalo. Il nostro auspicio è che questa decisione sia annullata evitando una “condanna a morte” per questi lavoratori.
La solidarietà ai 5 lavoratori portuali ALP licenziati, i comunicati
La Federazione Anarchica Livornese e il Collettivo Anarchico Libertario: “Il licenziamento è un’arma di repressione e di intimidazione”
A Livorno cinque lavoratori portuali di ALP (Azienda per il Lavoro in Porto) nella giornata di venerdì 22 giugno hanno ricevuto lettera di licenziamento. Lo ha reso noto Unicobas porto in un comunicato. Il provvedimento, precisa il sindacato, ha motivazioni del tutto inammissibili e pretestuose, è stato dunque proclamato lo stato di agitazione e sono state annunciate iniziative di lotta per ottenere il reintegro dei lavoratori. Il sindacato di base ha convocato una conferenza stampa prevista per martedì 26 giugno, durante la quale verranno esplicitate le motivazioni del provvedimento e le azioni di lotta che verranno intraprese, azioni a cui tutte e tutti, lavoratori, studenti, disoccupati, sono chiamati a partecipare per dare solidarietà e sostegno.
Noi che viviamo in questa città, che conosciamo questi lavoratori, che abbiamo visto crescere l’esperienza di Unicobas in un settore difficile come quello del lavoro portuale, monopolizzato da politiche monolitiche e settarie, possiamo dire già da ora che con questo provvedimento si vuole colpire un’esperienza di sindacalismo di base realmente alternativa alle politiche di sfruttamento che nel settore trasporti sono particolarmente aspre. Con questo provvedimento si vanno a colpire lavoratori sindacalmente attivi che sul posto di lavoro si sono sempre battuti con decisione e tenacia per l’estensione dell’occupazione, per la pratica della solidarietà, per il rispetto delle norme di sicurezza; quella sicurezza che viene quotidianamente messa da parte e sacrificata in nome del profitto. Il settore della movimentazione merci e del trasporto marittimo ha un conto costantemente aperto con le vittime della mancata sicurezza, anche nel porto di Livorno. Il licenziamento è un’arma di repressione e di intimidazione nelle mani dei padroni, tanto più inaccettabile se rivolta contro chi si batte per la tutela dei lavoratori. Non lo accettiamo e sosterremo con forza tutte le iniziative volte al ritiro del provvedimento. Se colpiscono uno colpiscono tutti. Se colpiscono cinque colpiscono cinque volte tutti.