L’ALP (Agenzia per il lavoro Portuale) interrompe le relazioni sindacali, l’Unicobas diffida la Dirigenza

15ottobre 2018 da Claudio Galatolo e Massimo Mazza, Unicobas Livorno

L’ALP è quasi un anno che ha interrotto le relazioni sindacali (informativa e contrattazione) con la RSU regolarmente eletta (come riconosciuto dal Tribunale del lavoro con sentenza e successivo appello) e con L’Unicobas che è il sindacato largamente maggioritario in azienda, firmatario del contratto aziendale alla cui stesura ha fortemente contribuito.

Questo accade nonostante le ripetute richieste di incontro e dell’informativa prevista dall’art. 39 del CCNL de porti e da D.lg.vo 25/2007, quindi in aperta violazione della normativa vigente ma ancor più grave poiché va contro la volontà dei lavoratori a cui in questo modo viene impedito di partecipare, tramite i loro rappresentanti, alla vita dell’azienda, lavoratori che sono stati i protagonisti principali della rinascita dell’azienda durante il passaggio da AGELP ad ALP ed il successivo consolidamento di quest’ultima. La RSU e l’Unicobas non è certo regolare che debbano apprendere dalla stampa locale o da “radio banchina” le  questioni riguardanti ALP (bilancio, formazione, futuro aziendale, rapporti con l’agenzia interinale Intempo….)  come non è regolare che non si sia ancora intrapresa una discussione sul rinnovo del contratto aziendale visto che questo scade a febbraio 2019, contrattazione che vedrà partecipe l’attuale RSU, composta da tre rappresentanti dell’Unicobas, che rimarrà in carica fino a dicembre 2019, data in cui avverrà il rinnovo .

A causa di quanto sopra siamo stati costretti a dare mandato al nostro legale di inoltrare diffida nel confronti della Dirigenza di ALP, presieduta da Massimo Provinciali che è anche segretario generale dell’AdSP che all’interno dell’ALP detiene una quota societaria del 49%. Riteniamo pertanto che sia ancor più grave che questa situazione sia condivisa da un Ente pubblico che dovrebbe garantire il rispetto delle regole. Vogliamo sperare che questa denuncia pubblica e la diffida siano sufficienti a sbloccare questa grave situazione anche perché non vediamo l’utilità di dover continuamente ricorrere ai tribunali per questioni in palese contrasto con le leggi ed i contratti sopra citati.

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