L’appello contro la deriva autoritaria in Turchia, l’invito ad aderire

Il GIGA, Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati, aderisce all’appello rivolto alle istituzioni europee affinché siano esercitate le più forti e determinate pressioni politiche e diplomatiche nei confronti del Presidente Erdogan e del Governo turco per porre fine alla feroce deriva autoritaria messa in atto dopo il fallito golpe.

turchia autoritaria

31luglio 2016 di Giuseppe Riccobono, GIGA

Riteniamo inaccettabile che paesi aderenti ad un’organizzazione come l’Unione Europea, che ha a suo fondamento i principi inalienabili di libertà e democrazia, continuino ad astenersi dal mettere in atto forme di pressione significative verso i vertici istituzionali di un paese che sta esercitando la più brutale repressione a danno di ogni forma di partecipazione democratica e di dissenso sociale e politico del proprio popolo e della minoranza etnica kurda.

L’Unione Europea non può più esimersi dal metter in atto, per mero calcolo di opportunismo e convenienza, tutti i provvedimenti possibili per esercitare una concreta pressione contro un governo che già in passato, ma oggi in forme di inaudita violenza, calpesta i diritti individuali e dei popoli all’autodeterminazione incarcerando ed eliminando fisicamente ogni voce critica e ogni forma di organizzazione e di iniziativa culturale e politica che sia espressione di pensiero libero e critico.

Ribadiamo la nostra condanna dell’atteggiamento politico dell’Unione Europea e dei principali stati che a nostro avviso hanno fin qui dimostrato un’inaccettabile tolleranza verso il governo turco, scambiando come merce la difesa e il godimento dei diritti civili e politici delle persone e dei popoli con il ruolo di contenimento e di barriera che la Turchia esercita (peraltro ben remunerata..) verso milioni di profughi che fuggono dai disastri delle guerre e della miseria, tollerando fra l’altro la brutale repressione delle comunità kurde che fondano la loro aspirazione all’autonomia (non l’indipendenza..) su saldi principi di libertà, equità sociale, ecofemminismo e confederalismo democratico.

Un atteggiamento miope destinato ad inasprire le condizioni di instabilità politica dell’intera regione rinviando sine die una concreta soluzione dei problemi e contribuendo a determinarne una crescita incontrollabile e potenzialmente disastrosa.

Il GIGA invita tutti coloro che hanno a cuore i principi di libertà di espressione e di democrazia effettiva a sottoscrivere il sottostante appello www.progressi.org/turchia affinché la nostra voce arrivi con maggior forza ai vertici delle istituzioni comunitarie e dei paesi europei.

 Fermiamo la deriva autoritaria in Turchia

All’Alto rappresentante dell’Unione Europea
per gli Affari Esteri Federica Mogherini

Con la pretestuosa motivazione del colpo di stato, il Presidente Erdogan sta cancellando la Turchia democratica.

La deriva autoritaria assunta dal governo di Ankara non conosce fine: persecuzioni, violenze, eliminazione di diritti e libertà, già peraltro poco rispettati,  stanno colpendo il popolo turco e kurdo ed in particolare le donne, private della propria autonomia e dignità.

Il Presidente Erdogan con sistematiche epurazioni sta eliminando qualunque luogo di produzione di idee critiche, nelle scuole, nelle università, nella stampa, nella magistratura, stendendo un funerea cappa di piombo per imbrigliare un società vivace e aperta.

La dichiarazione dello stato di emergenza e la sospensione della Convenzione Europea dei Diritti Umani, apre scenari catastrofici. Si è arrivati persino a invocare il ripristino della pena di morte.

Di fronte alla cancellazione dei più elementari diritti democratici che il Presidente Erdogan sta imponendo nel proprio paese, le istituzioni e i governi europei, purtroppo, non hanno dato finora quei segnali forti e inequivocabili che, da cittadini europei, ci saremmo aspettati.

Con il suo assordante silenzio, ancora una volta l’Europa ha perso l’occasione di far pesare nelle relazioni internazionali la sua visione di una società libera e democratica. E soprattutto sta drammaticamente dimostrando di essere succube del potere di ricatto che il governo turco esercita nei confronti dell’UE, e non da oggi!

Sappiamo bene, infatti, che la posizione strategica nella regione consente alla Turchia di godere di un inaccettabile potere di ricatto nei confronti dell’Europa, sia che si tratti di gestire i flussi di migranti, sia che si tratti di tenere le chiavi dell’approvvigionamento energetico, recentemente rinforzato dal contrabbando del petrolio irakeno gestito dall’Isis.

Nessuna “ragion di stato”, nessuna partnership economica può rendere accettabile quanto il Presidente Erdogan sta facendo, con epurazioni e arresti indiscriminati.

Le chiediamo perciò di farsi interprete di queste preoccupazioni, mettendo in campo tutte le azioni possibili per impedire che il presidente Erdogan porti a compimento il suo disegno autoritario, a cominciare dalla immediata sospensione del processo di integrazione europea e dell’accordo sull’immigrazione.

Non può essere in alcun modo una giustificazione che il Presidente Erdogan sia stato democraticamente eletto, già nella storia del 900 abbiamo assistito ad equivoci analoghi che hanno aperto le porte alle più feroci dittature.

Per nostro conto ci impegniamo a promuovere in Italia ed in Europa la solidarietà con il popolo turco e fin da ora a mettere in campo un appuntamento europeo per chiedere conto alle Istituzioni dell’UE delle loro azioni per impedire a Erdogan di cancellare la Turchia democratica, per dare voce all’Europa dei popoli che vogliamo.
Francesca Chiavacci, Arci
Rossella Muroni, Legambiente
Don Luigi Ciotti, Libera
Susanna Camusso, CGIL
Vincenzo Vizioli, Aiab
Roberto Rossini, Acli
Marcello Buiatti, Ambiente e Lavoro
Silvia Stilli, AOI
Licio Palazzini, Arci servizio civile
Elisa Marincola, Articolo 21
Lorenzo Trucco, ASGI
Enzo Costa, AUSER
Camillo Ripamonti, Centro Astalli
Sara Valerio, CIES
Pier Virgilio Dastoli, CIME
Antonio Gaudioso, CittadinanzAttiva
Don Armando Zappolini, CNCA
Bengasi Battisti, Comuni virtuosi
Giorgio Menchini, COSPE
Franco Monnicchi, Emmaus Italia
Maurizio Landini, FIOM CGIL
Domenico Pantaleo, FLC CGIL
Beppe Giulietti, FNSI
Paolo Carnemolla, Federbio
Marco Fratoddi, FIMA
Gianfranco Cattai, FOCSIV
Alberto Campailla, LINK
Grazia Naletto, Lunaria
Giosuè De salvo, Mani Tese
Roberto Romizi, Medici per l’Ambiente
Antonio Longo, Movimento Difesa del Cittadino
Mao Valpiana, Movimento Nonviolento
Vittorio Longhi, Progressi.org
Mauro Spagnolo,Rinnovabili.it
Sergio Bassoli, Rete della Pace
Martina Carpani, Rete della Conoscenza
Alberto Irone, Rete Studenti Medi
Luciano Legamba, SEI UGL
Vittorio Bardi, Sì rinnovabili, No nucleare
Carlo Petrini, Slow Food International
Gaetano Pascale, Slow Food Italia
Flavio Lotti, Tavola della Pace
Danilo Lampis, UdS
Jacopo Dionisio, UDU
Anton Giulio Lana, UFTDU
Martina Pignatti, Un ponte per…
Leopoldo Grosso, Gruppo Abele
Anna Brusarosco, Centro volontariato Int. Udine
Mario Forlano, Coord. comasco per la pace

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