I\le soci lavoratori sono schiacciati tra gli enti pubblici e i vertici delle cooperative, costretti\e a recitare un ruolo che spesso va contro le ragioni sociali del loro stesso lavoro, obbligati\e ad accettare la riduzione delle ore e del salario, a subire passivamente lo svilimento di un servizio sempre più legato all’abbattimento dei costi con utilizzo dei voucher e delle partite IVA ormai fuori controllo.
10maggio 2015 da Cobas, Coperative sociali Pisa
Chi opera nelle cooperative vorrebbe svolgere un lavoro prettamente sociale ma nella maggior parte dei casi assolve una funzione di controllo e di pacificazione, di contenimento del danno, sempre più lontani dai problemi dell’utenza, a subire progetti che vivono una scissione traumatica tra la teoria e la realizzazione pratica.
– Le cooperative ormai accettano progetti senza alcuna possibilità di interagire sui contenuti, sulle modalità e sulle finalità degli stessi, regna sovrana la improvvisazione (soprattutto laddove la particolarità del servizio richiederebbe prestazioni particolari e accurate).
– Ormai dominano gli appalti al ribasso nei quali agli operatori viene imposto di recitare un copione senza mettere mai in discussione le modalità e le finalità del servizio, un ruolo passivo e mai critico.
Siamo lavoratori usa e getta, buoni per ogni attività a discapito della formazione che in molte cooperative è inesistente, o si limita a corsi obbligatori e di rito spesso funzionali solo ad acquisire accrediti e certificazioni senza i quali non è più possibile lavorare con la pubblica amministrazione . Capita sovente che i finanziamenti siano ridotti nel corso dell’appalto mettendo in crisi le cooperative e costringendole a ridurre orari, prestazioni e retribuzioni, e allo stesso tempo chiedendo una sorta di compartecipazione agli utenti che subiscono la riduzione dei servizi.
Un esempio? Alla fine di un appalto scatta la continuità per alcuni mesi salvo poi scoprire che l’appalto è stato prorogato a un costo minore mettendo in difficoltà le cooperative e costringendo i soci lavoratori ad una ulteriore riduzione delle ore lavorative. In questo modo si abbatte la qualità dei servizi e si riduce il costo del lavoro e gli stipendi degli operatori (meno ore fanno, meno salario avranno)