Lettera aperta: che il Vescovo rinunci ai 55 mila euro, per il bene comune dei quartieri nord.

03ottobre 2014 da Unione Inquilini

caritas mensaIl Vescovo di Livorno ha più volte ammonito amministratori e forze economiche, affinché utilizzino tutte le strutture e gli strumenti esistenti al meglio, per far ripartire il lavoro in una città, che di disoccupazione sta morendo. Lodevole interessamento per tutti i cittadini, laici o credenti. E indubbiamente la struttura solidale della chiesa, la Caritas, offre servizi importanti per aiutare i cittadini bisognosi, dalla mensa ai piccoli prestiti antiusura, peraltro ricevendo contributi pubblici, come altre associazioni laiche impegnate sul territorio.

casa

L’Unione Inquilini che con gli operatori volontari che si occupano dell’emergenza abitativa, ha rapporti di reciprocità consolidati, ha ottenuto dalla chiesa la garanzia che, nelle case di proprietà della diocesi, si applicherà il canone concordato, laddove l’inquilino dimostri una riduzione del reddito per la crisi economica assai grave che ha travolto i livornesi.

Ci auguriamo che si possa arrivare a una generalizzata riduzione degli affitti, ma per ora siamo soddisfatti del risultato. Certo se fossero concessi in utilizzo gratuito al comune di Livorno, le strutture vuote o inutilizzate, di proprietà della chiesa, per almeno 50 anni, in cambio dei lavori di ristrutturazione e messa a norma da parte dell’amministrazione pubblica, potremmo avere a disposizione un numero maggiore di alloggi con servizi comuni, per dare riparo a sfollati, sfrattati e senza tetto in cerca di case a prezzo sostenibile, vista la limitata e insufficiente quantità di ERP. Darebbe seguito e concretezza alla parola di papa Francesco.

don nesi,,Ci ha dunque particolarmente addolorato e preoccupato la notizia che l’associazione don Nesi/Corea, è stata sloggiata dai locali donati alla diocesi dal grande prete fiorentino, in quanto associazione non confessionale. Ci era sembrato di capire che l’attenzione del vescovo Ablondi, nei confronti del volontariato laico, fosse stata ereditata dal suo successore, e dunque non comprendiamo i motivi di tale scelta. Tuttavia ci attendiamo un gesto di carità cristiana e di empatia, per un’associazione che costituisce da tanti anni un polo di aggregazione culturale e solidale importantissimo, in un quartiere popolare periferico, dove i fenomeni di emarginazione possono costituire un impoverimento relazionale aggiuntivo, non meno pericoloso della povertà economica.

Ricordiamo alcune delle molte attività svolte dai volontari per il quartiere: un doposcuola per arginare il fenomeno della dispersione scolastica, un centro educativo estivo, una ludoteca, una banda musicale per Corea, il cinema del venerdì, le presentazioni di libri, incontri culturali ecc. tutto rigorosamente gratuito.

Davvero il vescovo vuole contribuire a chiudere un’esperienza così ricca e importante ?

L’associazione don Nesi/Corea non ha mezzi economici tali da consentirle di pagare una cifra enorme come quella determinata in tribunale: 55.000 euro (che supera il valore immobiliare della struttura) una somma che nessuna piccola associazione senza padroni o padrini che la foraggiano può permettersi.

Don NesiIl vescovo ha più volte dichiarato che non ha mai chiesto denaro ma solo la restituzione della sede: ora che l’ha ottenuta faccia un gesto di amore per i quartieri nord della città, comunicando ufficialmente che rinuncia a ogni pretesa di affitti arretrati e che pagherà le proprie spese di tribunale accontentandosi di aver ottenuto il centro ex Don Nesi, che sarà utilizzato, ci auguriamo ad altri fini sociali.

Noi questo chiediamo associandoci alle tante petizioni in favore dell’ Ass. Don Nesi.

Venerdì 10 ottobre alle 17 in Piazza Cavallotti, giornata nazionale di lotta per il diritto alla casa, porteremo in piazza tanti altri diritti, alla cultura, alla salute a un ambiente sano a una città ricca di partecipazione e di spazi aggregativi.  Sarebbe bello festeggiare insieme lo scampato pericolo degli amici e compagni di Corea, e magari ricevere una visita dal vescovo per testimoniare la sua attenzione sul problema degli sfratti incolpevoli.

 

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