L’Europa tradita. Sessant’anni dopo e, il Manifesto di Ventotene

25marzo 2017 da BuongiornoLivorno

Sessant’anni fa, il 25 marzo 1957 a Roma, sono state gettate le basi dell’Europa così come la conosciamo oggi.

I trattati di Roma sono stati fondamentali per la realizzazione e lo sviluppo dell’Unione Europea, con tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni che sembrano esplodere in questi ultimi anni.

Una buona occasione per riscoprire e rileggersi il Manifesto di Ventotene: (http://www.italialibri.net/contributi/0407-1.html) Steso nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi insieme con Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann.

Un fondamentale documento al quale gli “europeisti” hanno sempre detto di ispirarsi e che ha rappresentato la base della carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Quel manifesto e quelle visioni contenute comportavano grandi e audaci propositi di rinnovamento dai tratti fortemente socialisti. Basterebbe citare questi passi:

“le forze economiche non debbono dominare gli uomini, ma essere da loro sottomesse, guidate, controllate nel modo più razionale, affinché le grandi masse non ne siano vittime”,

“la proprietà privata dev’essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso”, “non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un’attività monopolistica, sfruttano la massa dei consumatori”, e così via.

Dalla lettura di quel Manifesto comprendiamo bene non solo che quel progetto non è mai partito su tali base, ma volge addirittura al declino anche l’interpretazione meramente bancaria “egoistica” che di quel progetto europeistico è stata attuata.
L’UE rappresenta bene il fondamentalismo “europeistico-monetario” generato dall’egoismo che viene a sua volta alimentato, del tutto avverso allo spirito di fratellanza e di solidarietà dei popoli che meno si abbina al capitalismo e al mercato.

Rileggersi Il Manifesto di Ventotene, oggi, aiuta a comprendere come l’ideologia capitalista abbia da sempre sostenuto ed esercitato opere di menzogna e di ipocrisia.

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