Nei locali della ex scuola Pistelli, in via G.La Pira11, confinante con Largo Don Alfredo Nesi, nel quartiere Corea, ho parlato a lungo con Renzo Bacci e Jenny Depas che curano da volontari, dirigenti ‘tuttofare’, una delle associazioni più attive della città
29febbraio 2016 di Ruggero Morelli
Da pochi mesi si sono trasferiti dai locali storici e con buona lena hanno iniziato un nuovo ciclo di attività nei vari settori che sono ben illustrati nella vivace grafica dei loro siti web.
La missione è questa: ‘’Svolgere servizi ed attività socio–educativo–culturali (come il doposcuola, Centro educativo estivo, cinema, presentazione di libri, ecc…) nel quartiere Corea di Livorno, dove Alfredo Nesi ha operato dal 1962 al 1982, e nella città’’ Ampia la serie dei film che si proiettano ogni venerdì alle 21,30, da settembre a giugno.
Ecco le risposte che hanno dato alle mie numerose domande:
D: Oggi pomeriggio ho visto molti ragazzi nei locali della vostra associazione. Quali attività svolgete con loro?
R: Con i numerosi ragazzi che oggi erano impegnati a studiare, seguiti da operatori, volontari e giovani del servizio civile, stavamo svolgendo il doposcuola che è un servizio che offriamo a chi frequenta la scuola media e il biennio delle scuole superiori. Il nostro doposcuola non si limita a far fare i compiti assegnati per casa, ma cerchiamo di intervenire con approfondimenti, spiegazioni ed esercitazioni, e sono previste anche iniziative ludico-sportive. Il doposcuola è una delle attività socio educative della nostra associazione, le altre sono la Ludoteca, che svolgiamo due volte la settimana per i bambini dai 4 ai 10 anni. In questo periodo sta attuando un bellissimo progetto :“Leggere le differenze”, letture animate seguite da giochi divertenti. C’e, poi, il centro Estivo che funziona per 5 settimane nei mesi di Luglio e Agosto per i ragazzi dai 6 ai 14 anni e a cui partecipano anche alcuni indirizzati dai Servizi Sociali del Comune. Tutte le attività della nostra associazione sono gratuite ed hanno l’obiettivo principale di combattere la dispersione scolastica. Un altro servizio molto importante è quello degli Incontri Protetti svolto in collaborazione con l’ASL e con i Servizi Sociali.
D: I vostri utenti sono quindi solo studenti?
R: No, ci rivolgiamo anche agli adulti con attività che hanno per fine l’elevazione culturale del Quartiere Corea e, più in generale, della città. Prima fra tutte è il Cinema che ha una programmazione mensile di rassegne di film su temi diversi; viene effettuata tutti i venerdì in orario serale: si vede il film e poi se ne discute insieme, un dibattito svolto tra gli intervenuti e, talvolta, se l’argomento lo richiede, invitiamo degli esperti. Nell’ambito delle attività socioculturali abbiamo anche la BCE, Biblioteca Clandestina Errabonda: presentiamo e parliamo di libri di autori livornesi e non. Inoltre organizziamo incontri con esperti su temi attuali. Infine la Banda musicale di Corea Domenico Papalini a cui partecipano persone di età diversa e con differente preparazione musicale: gli strumenti sono disponibili in associazione e vengono dati agli utenti in comodato d’uso.
D: I locali che vi hanno assegnato sono sufficienti?
R: Attualmente disponiamo di 5 stanze che sono aule del padiglione dismesso dell’ex scuola media Pistelli, padiglione affidatoci dal Comune dopo aver partecipato e vinto il relativo bando; bando che prevedeva l’obbligo di mettere tutto a norma e curarne poi la manutenzione. Una stanza è adibita a ufficio/segreteria/archivio, un’altra è il luogo ove si svolgono gli “incontri protetti” con i minori, due sono utilizzate soprattutto per il doposcuola ed in orari diversi per la ludoteca e le proiezioni serali del nostro Cineforum. L’ultima è il luogo dove si esercita la nostra banda ma che serve anche per incontri vari quando gli altri locali sono occupati. Certamente se avessimo la disponibilità di altri locali non saremmo costretti ad un uso multiplo delle varie stanze; la difficoltà maggiore è per il doposcuola che, in molti casi, necessiterebbe di spazi maggiori per offrire un rapporto individuale volontario-alunno in un ambiente che consenta al ragazzo in difficoltà di concentrarsi.
D: Quanti sono i soci della vostra associazione? E quanti operatori retribuiti seguono le attività?
R: L’Associazione può contare su circa un centinaio di soci, ma le attività vengono svolte dai volontari, dai ragazzi assegnatici dal Servizio Civile (di norma 4 persone), e da tre operatori par-time che hanno un apposito contratto retribuito (ai minimissimi ed anche meno).
D: Comunque come concepite il volontariato di cui tanto si parla di nuovo oggi?
R: Fortunatamente noi possiamo contare su un buon numero di volontari per tutte le nostre attività e siamo orgogliosi di poter affermare che ogni anno vediamo crescerne il numero. C’è anche un buon ricambio generazionale, infatti abbiamo molti giovani ed alcuni, concluso il servizio civile, continuano a lavorare da noi come volontari. I nostri volontari mettono a disposizione il loro tempo e le loro capacità con serietà e con rigore come fosse un lavoro retribuito e se qualche volta non possono venire, avvertono per tempo in modo che gli operatori abbiano la possibilità di organizzarsi al meglio. Nella nostra associazione si svolgono anche progetti speciali quali i corsi di formazione per volontari in modo da promuovere nei volontari azioni efficaci ai bisogni dei destinatari.
D: Le vostre attività sono rivolte solo al quartiere?
R: Tutte le nostre attività sono programmate principalmente per il quartiere Corea ma sono estese a tutta la città. Infatti, quando ad esempio stiliamo le graduatorie per l’accesso al doposcuola o al Centro Estivo, assegniamo un punteggio maggiore ai ragazzi residenti nel quartiere. Le attività per gli adulti sono rivolte ai cittadini di Corea e di altri quartieri: abbiamo organizzato incontri con giornalisti e professori quali Giulietto Chiesa, Salvatore Settis, Adriano Prosperi…che hanno visto una notevole partecipazione di tutta la cittadinanza.
D: Noto che i dirigenti in alcune associazioni sono i soliti e pochi; voi siete un’eccezione oppure…
R: Beh, noi abbiamo un Consiglio Direttivo in cui il Presidente e la Vicepresidente sono casualmente dirigenti anche di un’altra associazione. Comunque il nostro Direttivo è composto anche da volontari giovani che sono una grande risorsa e che lavorano in associazione con entusiasmo e molta competenza.
D: L’associazione è nata molti anni fa, avete inciso nella vita del quartiere?
R: L’associazione Don Nesi/Corea è nata il 15 marzo 2003 con lo scopo di promuovere la conoscenza e l’approfondimento della figura di Don Nesi e di continuarne l’opera che era proprio quella di incidere nel quartiere in campo educativo e per la promozione sociale e culturale della persona. Il nome del quartiere COREA è infatti significativamente anche l’acronimo di Centro di Orientamento e di Ricerca per l’Educazione Aperta. Come già detto tutte le nostre attività sono rivolte principalmente al quartiere e poi offerte al resto della città, e questo fa sì che i residenti in Corea abbiano l’opportunità di usufruire di spazi dove incontrarsi ed elevarsi culturalmente. Inoltre qui abbiamo anche la Fondazione Don Nesi che ha lo scopo di valorizzare la figura e l’opera di Don Nesi, di ricostruire e valorizzare l’esperienza del Villaggio di Corea e di continuare l’opera educativa e l’impegno socio-culturale portata avanti da Don Nesi.E questo sia attraverso pubblicazioni tratte da suoi manoscritti, epistolari e dal patrimonio fotografico, sia attraverso iniziative, eventi, incontri e progetti.
D: Quali prospettive per il futuro?
R: Noi siamo un’associazione basata sul volontariato e su contributi offerti o provenienti dal 5 per 1000, per cui il nostro futuro dipende molto da queste risorse, però siamo sempre in evoluzione con Progetti nuovi e cogliamo le opportunità e le proposte che ci vengono offerte. Collaboriamo con l’ASL, con il Comune, partecipiamo ai bandi del CESVOT e di Fondazioni proprio per allargare le nostre prospettive. In questo periodo, per esempio, stiamo lavorando a un progetto finanziato dal CESVOT “Rom protagonisti si raccontano”.