Il titolo di questa nota non è una battuta, e nemmeno una provocazione. Il licenziamento anticipato del Sindaco, e degli assessori, è previsto dal programma elettorale con il quale il Movimento Cinque Stelle si è presentato e ha ottenuto il voto dei livornesi.
29novembre 2014 – di Massimo Fanucchi
La possibilità è prevista al punto 2.4 (Pag. 5 – Referendum propositivo senza quorum), subito dopo il riferimento alla beffa del referendum consultivo sul nuovo ospedale, “volutamente fallito – scrivono i pentastellati – per il mancato raggiungimento del quorum, simbolo di quanto la maggioranza di governo di questa città (ovvio il riferimento alla precedente amministrazione) creda negli strumenti di democrazia diretta”.
Da puntualizzare che il Recall, pur trattandosi di un meccanismo estraneo alla nostra storia costituzionale. È un’ottima idea che consente una efficace forma di controllo, tutt’altro che inutile, a disposizione dei cittadini. Nel caso di Livorno, anche per evitare eventuali situazioni di stallo che la città non è più in grado di sostenere.
L’istituto è stato inserito in numerose costituzioni di stati nordamericani (ma anche in sei cantoni svizzeri, in Venezuela, e non solo) e viene definito come “uno strumento mediante il quale gli elettori possono rimuovere un funzionario pubblico prima della scadenza del mandato, presumibilmente a causa della disapprovazione delle politiche da lui perseguite” (Prof. Mario Olivetti). Di solito occorre una petizione firmata da un numero significativo di elettori (intorno al 10% degli aventi diritto al voto, per evitare richieste non serie). Nel caso la votazione (senza quorum secondo la proposta 5S) dia un esito favorevole, ci troveremmo di fronte ad una nuova elezione anticipata. Per motivi facilmente intuibili, il Recall è talora escluso nel primo o nell’ultimo periodo del mandato del politico soggetto a revoca.
Le opposizioni consiliari del comune di Livorno dovrebbero accettare la sfida, sollecitare i cinque stelle a mantenere un solenne impegno elettorale, e a farlo entro il 2015, per evitare la tentazione di una possibile “porcata” alla Calderoli. Per esempio, modificare lo Statuto al termine del mandato, in modo che la possibilità di revoca di sindaco e assessori sia applicabile solo agli amministratori del prossimo mandato.
L’introduzione dell’istituto del Recall nello Statuto del Comune potrebbe andare incontro a ostacoli normativi che non è il caso di esaminare in questa nota. Tuttavia, qualsiasi tipo di ostacolo giuridico potrebbe essere superato in presenza di una reale e forte volontà politica di raggiungere un ottimo obiettivo: il controllo democratico dei cittadini sull’operato del sindaco e degli assessori.
Una delle tante soluzioni possibili, in grado di aggirare qualsiasi ostacolo normativo, è la seguente: prevedere il referendum senza quorum nello Statuto, come scritto nel programma 5S, e poi consentire consultazioni popolari sull’operato del sindaco o degli assessori. Per il resto, basta assumere un impegno politico prima del referendum: se i cittadini si esprimono in maniera contraria all’operato del sindaco, lo stesso si dimette il giorno dopo la proclamazione del risultato. Se il giudizio sfavorevole riguarda uno o più assessori, gli assessori sfiduciati si dimettono.
E’ ovvio che la richiesta di revoca del sindaco, tanto per fare un esempio, debba avere solide motivazioni, perché un eventuale insuccesso lo rafforzerebbe e tornerebbe come un boomerang sulla testa dei promotori.
Resta solo da verificare se per il movimento cinque stelle il programma presentato agli elettori è una cosa seria o carta straccia. Con una precedente nota è stato evidenziato come il “cronoprogramma” dei primi cento giorni, nonostante i proclami, non sia stato rispettato in nessun punto. Vedremo se almeno su una questione che riguarda la democrazia diretta, tanto cara al movimento, i consiglieri 5S saranno di parola.
Sulla modifica dello statuto non esistono alibi, perché il Consiglio Comunale è l’organo competente in via esclusiva (art. 6, comma 4, del T.U.E.L., e art. 9, comma 2, dello Statuto del Comune di Livorno).