Ridurre le nuove povertà tra gli assegnatari ERP
29gennaio 2016 di Daria Faggi, Unione Inquilini Livorno
Dall’osservatorio abitare a Livorno, seguiamo con crescente preoccupazione l’evolversi della crisi economica e l’aggravarsi delle ricadute in termini occupazionali e di riduzione dei redditi
Le ripercussioni sul settore di edilizia popolare rischiano di essere devastanti.
Con gli anni 80 e 90 si è assistito ad una prima preoccupante diminuzione del numero di abitazioni popolari, dopo il 1995 c’è stata l’abolizione della GESCAL (che finanziava l’edilizia pubblica) con la scelta sconsiderata di svendere circa metà del patrimonio pubblico e, di utilizzare i fondi per l’edilizia economica in agevolata (pagando gli interessi dei capitali investiti dalle coop. per costruire case da vendere anziché da assegnare) e, nonostante tutto anche in presenza di una crisi che colpiva pesantemente i settori sociali più esposti, il tessuto dei quartieri popolari era rimasto sostanzialmente invariato ma, oggi dobbiamo prendere atto che la situazione è completamente mutata.
Dal 2000, a oggi, la crisi industriale è diventata dirompente, le famiglie livornesi, incluse le assegnatarie di ERP, hanno subito vistosi cali dei propri redditi: operai, impiegati e pensionati con reddito dimezzato dal cambio lira euro, dall’aumento di tutte le tariffe dei servizi pubblici privatizzati, si sono trovati nelle condizioni di dover mantenere figli o nipoti senza lavoro stabile.
In particolare negli ultimi ultimi 6-7 anni, la maggior parte delle nuove assegnazioni è caratterizzata da nuovi soggetti precari e giovani che hanno perso lavoro e casa, come conseguenza della gestione irresponsabile della crisi, e di governi che hanno praticato e praticano politiche di vera e propria macelleria sociale. Apprendiamo con preoccupazione di nuovi fenomeni di morosità incolpevole, non tanto a causa del canone ma delle spese aggiuntive di riscaldamento e condominio (ovviamente nelle nuove abitazioni) e di case dove è stata tagliata la fornitura di elettricità per insolvenza degli utenti.
Per ora questa situazione estrema è ancora poco estesa, ma le nostre previsioni ci dicono che in futuro potrebbe coinvolgere ampi strati di assegnatari.
Il senso del nostro progetto sta tutto racchiuso in queste avvisaglie di crescente e progressiva riduzione dei redditi, e il nostro obiettivo è l’individuazione di strumenti di solidarietà mutualistica e d’intervento pubblico a sostegno delle famiglie morose senza colpa, anche per evitare che CASALP, trasformata in S.P.A., possa trovarsi ad avere bilanci in rosso con esiti drammatici.
Capire per tempo le mutazioni e i cambiamenti, è dunque un contributo importante per tutta la città, e grazie a questo progetto l’Unione Inquilini, con i suoi quattro giovani del servizio civile, stanno lavorando per testare, sul terreno, le condizioni d’impoverimento e di morosità incolpevole, preparando materiali di pubblicizzazione del progetto da diffondere e schede per un sondaggio porta a porta sulla percezione di peggioramento della propria condizione economica.
Per ottenere buoni risultati bisogna preparare il terreno per garantirci la massima collaborazione nei quartieri popolari che saranno oggetto della nostra richiesta. Cominciando dai quartieri nord, dove la trasformazione dovuta al piano di recupero è in pieno svolgimento, e dove il cambiamento di stato economico degli abitanti è più evidente.
Schangay è stata forse il quartiere più omogeneo e coeso di Livorno, a dispetto di scarse economie familiari vissute con dignità e solidarietà di classe, nonostante gli edifici vecchi e non più adatti alle esigenze del vivere moderno ma, oggi la trasformazione in corso sta modificando in profondità le abitudini di vita, la mentalità, i rapporti di vicinato e le convinzioni politiche. Per questo lo abbiamo scelto come quartiere campione iniziale per il nostro progetto di ricerca… nel bene e nel male rappresenta la modernità con i suoi vecchi e nuovi problemi da risolvere, ed è un laboratorio perfetto, visto che ancora convive il passato nei grandi isolati in attesa d’intervento e la nuova edilizia ricostruita.