Nell’appuntamento dedicato al simbolismo della cattedrale senese, continua la lettura esoterica della monumentale opera d’arte
15 ottobre 2015 Associazione Archeosofica, Siena
Sabato 17 ottobre, alle ore 18.00 nella sede di via Banchi di Sopra 72 a Siena, proseguono gli appuntamenti dell’Associazione Archeosofica
Il pavimento del Duomo di Siena non è solo una straordinaria opera d’arte: dai soggetti raffigurati, fino ai colori dei marmi con cui sono state composte le 15 tarsie che lo rendono unico al mondo, tutto ha un preciso significato e indica un singolare viaggio che l’uomo deve compiere.
Di questo si parlerà nel corso di “Lux ex tenebris”, il quarto incontro del ciclo di conferenze dedicate al simbolismo della cattedrale senese che il prossimo sabato 17 ottobre, alle ore 18, ad ingresso libero in occasione del suo trentennale.
Ideato da Alberto Aringhieri il pavimento interno alla “Domus Dei” senese, non aveva la semplice funzione di elemento decorativo: realizzato con la sofisticata tecnica del commesso marmoreo, utilizzando marmi policromi di colore nero, bianco, rosso e “oro” (o citrino), esso descriveva un complesso Itinerario in chiave alchemica connesso alle tre fasi dell’Opera, al “Nero”, al “Bianco”, al “Rosso”, a cui può aggiungersi lo stato “Oro”. Fasi che sono simbolicamente descritte rispettivamente dalle tarsie della navata nord o lato notturno connesso alla “mezzanotte”, dalle tarsie della navata sud o lato di “mezzogiorno” e, infine, dalle tarsie della navata centrale, quella che conduce prima all’altare del Sacrificio (un tempo posto all’altezza della crociera dove oggi si trova il grande esagono con raffigurazioni delle storie di Elia), e poi al “trono” dell’episcopo posto al di sotto dell’abside.