M5Stelle risponde al segretario del PD livornese Filippo Bellandi: “Tutte le opinioni sono lecite, le accuse gratuite no. Per il volontariato non è prevista la norma sul trasferimento di Azienda”

Il gruppo consiliare di Livorno replica ad un trafiletto, pubblicato in questi giorni sui quotidiani, dal titolo “Politica autoreferenziale e sortite gravissime” a firma del segretario del PD livornese Filippo Bellandi

12 ottobre 2015 da Gruppo consiliare M5Stelle, Livorno

m5s-170x159Esso prende spunto dall’incontro svoltosi nei giorni scorsi tra l’assessora Dhimjini e le associazioni sindacali CGIL FP, CISL FP, FISASCAT CISL e UIL FPL ma è abilmente costruito per evidenziare le presunte mancanze di questa amministrazione e deplorare quello che è stato considerato un atteggiamento arrogante da parte dell’assessore al sociale, rea di aver abbandonato la riunione da lei stessa convocata e aver fatto chiarezza sui ruoli che amministrazione e sindacati dovrebbero avere nel garantire posti di lavoro a tutti e non ai soli iscritti.

Un trafiletto, sebbene non sia una prima pagina, non può però omettere quali siano state le reali motivazioni che hanno portato alla “rottura” del tavolo, perché altrimenti si rischia di fare cattiva informazione e di fornire una chiave di lettura a senso unico che non corrisponde alla realtà dei fatti.

Vediamo di fare chiarezza. Tutto nasce da un bando ad evidenza pubblica vinto da una associazione volontaria di Livorno che si è andata sostituendo alla precedente nella totale trasparenza e legalità; infatti, la procedura messa in atto rientra nel servizio richiesto dai committenti pubblici e si sviluppa solo nei mercati che per la loro attuale struttura vedono l’assoluta prevalenza degli esecutori pubblici. I sindacati che dovrebbero svolgere un ruolo prestabilito, avrebbero preteso che i dipendenti della associazione esclusa venissero integrati nella nuova società volontaria, con le stesse modalità di altri settori, invitando l’assessore a inserire una clausola sociale, peraltro già esistente. In particolare, i sindacati nella figura della delegata della CGIL volevano tutelare legittimamente i lavoratori, dettando e imponendo le regole contrattuali che tornavano comodo alla parte pubblica, eliminando il confronto sulla formulazione dei contratti in assenza del vero datore di lavoro, ovvero l’ARCI. Ricordiamo che la regolamentazione delle assunzioni nelle associazioni volontarie avviene secondo l’art. 3 della legge 266/91 che prevede la possibilità di assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo esclusivamente nei limiti necessari al loro regolare funzionamento. Viene da sé che l’organizzazione di volontariato deve sempre svolgere la propria attività prevalentemente con l’ausilio di personale volontario, lasciando al personale retribuito il compito di integrare e specializzare alcune funzioni della struttura.

Il presupposto atteggiamento arrogante dimostrato dall’assessora Dhimjini nei confronti dei sindacati ha colpito talmente tanto il segretario Bellandi da spingerlo a fornire dell’accaduto una sua personale chiave di lettura. Eppure, dovrebbe essere lui stesso abituato a tali comportamenti e a manifestare con la stessa forza la sua indignazione: non è forse il presidente del Consiglio Matteo Renzi ad escludere i sindacati in ogni confronto? Non è lui stesso a rilasciare dichiarazioni come “Non sarà un sindacato a fermarci” (Il Fatto Quotidiano, maggio 2014) e “Ho i sindacati contro perché gli tolgo il potere“ (Repubblica, maggio 2014)? Non è sempre Renzi che nella puntata di Otto e Mezzo del 27 ottobre 2014 replica ai sindacati delusi dall’incontro per la legge di stabilità “ Il sindacato non fa trattative con il governo, non chiede permesso, le leggi non si scrivono con i sindacati ma in Parlamento”? Non ha forse la Regione Toscana sotto l’egida PD sottoscritto una intesa con le associazioni di Volontariato senza salvaguardia dei posti di lavoro e lo smantellamento del welfare attraverso il principio della sussidiarietà?

Ci aspettiamo quindi da parte del segretario Bellandi un maggior senso critico che gli permetta di non cadere nel classico e ormai scontato “due pesi, due misure” e di analizzare ed informare sui fatti in modo obiettivo e non secondo la propria ideologia e ottica politica. Ricordiamo che è compito dell’amministrazione, oltre alla riduzione dei costi, garantire a tutte le associazioni (in città ne registriamo centotrentaquattro), pari opportunità. Di contro, le associazioni a loro volta, dovrebbero, al di là dei soldi pubblici, trovare altre alternative che gli possano garantire la salvaguardia dei lavoratori nel rispetto della normativa vigente.

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