Marco Bersani: Attacco alle costituzioni antifasciste e il ruolo del capitale finanziario”. Video

Marco_BersaniNuovo aspetto su cui è opportuno riflettere con attenzione e  preoccupazione

03luglio 2016 di Giovanna Pagani, Wilpf Italia

Attenzione: “il modello liberista considera la democrazia un ostacolo e per raggiungere i suoi obiettivi vuole rendere politicamente inevitabile, ciò che socialmente è inaccettabile”

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Il circolo Arci di Collinaia a Livorno ha ospitato il 27giugno un’importante iniziativa di sensibilizzazione, correlata alla campagna referendaria che ha per oggetto la costituzione e legge elettorale Italicum, con Marco Bersani, il cui nome è legato alla battaglia per acqua pubblica, alla revisione del debito e alla campagna contro il TTIP.

Molto apprezzata la performance introduttiva di Gaetano Ventriglia che, impersonando in alternanza Mario Draghi e Paul Clode Trichet, autori della lettera della BCE (agosto 2011) inviata all’Italia, ha saputo rappresentare con efficacia la cinica e spietata logica di potere del capitale finanziario che esigeva (e continua ad esigere) riforme strutturali draconiane tra cui: il pareggio di bilancio inserito nella costituzione nel 2014, privatizzazioni e liberalizzazioni selvagge, nonché progressivi tagli, tra cui quello del salario dei lavoratori ridotto al valore di un confettino. In chiusura la lettera affermava:

“sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio”.

Promosso dal comitato per il No nel referendum modifiche costituzionali, l’incontro è stato introdotto da Gisella Seghettini e coordinato da Paola Meneganti che ha denunciato due atteggiamenti ricorrenti nella politica Italiana:

“l’inattivazione e l’interessato discredito delle nostra costituzione a cui occorre contrapporre un forte coscienza civica, capace di arginare il pericoloso progetto del capitale finanziario globalizzato, contrario a tutte le costituzioni nate dall’antifascismo”.

Marco Bersani ha sintetizzato la sua risposta al quesito di fondo “perché vogliono toccare la costituzione”, ponendoci di fronte a un triste disvelamento della storia:

“per il modello liberista la democrazia è un ostacolo”.

Image and video hosting by TinyPicQueste le sue argomentazioni, esposte con stringente consequenzialità, forza e chiarezza espositiva, sostenuta da grande realismo politico e passione nell’indicarci un possibile percorso di contrasto politico, da attuarsi con “lenta impazienza”.

Rovesciamo la narrazione mediatica della crisi, perché siamo di fronte a una crisi globale e sistemica, pertanto economica, finanziaria, sociale, ambientale quindi di civiltà, dunque tutt’altro che temporanea.

La crisi viene da lontano, da un modello di sviluppo impostato sulla sovrapproduzione di beni e sulla rapina dell’ambiente.

L’innovazione tecnologica ha consentito la scissione tra produzione e confini geografici (delocalizzazione), ha reso possibile la globalizzazione della produzione e ha trasformato il pianeta in un unico grande mercato, libero dai vincoli sociali, sindacali, ambientali (la Fiat ne è un esempio: la sua produzione è smembrata in 25 paesi tra i quali non c’è l’Italia).

L’inganno della favola liberista del ‘70 è sotto gli occhi di tutti. Ci raccontavano:

“produrremo tanta ricchezza che a cascata verrà ridistribuita a tutti”.

Ma la promessa entrava in crisi già negli anni’80: si era verificata unicamente una crisi di sovrapproduzione, a fronte dell’impoverimento di una larga fascia della popolazione mondiale, deprivata della capacità di acquisto, e dallo sfruttamento della natura senza precedenti.

Di qui il via libera alla finanziarizzazione (fare profitti scambiando denaro), e cioè all’economia immateriale /virtuale che scambia denaro senza alcuna connessione con la realtà. Un esempio parlante della dimensione pazzesca del fenomeno: il commercio mondiale dei beni produce 20.000miliardi di dollari all’anno; e 20.000miliardi di dollari si fanno in cinque giorni scambiando denaro).

La finanza di sdoppia: la finanza controllata (si fa per dire) della borsa e la finanza ombra (tra i privati) la shadow banking system che produce 12volte il Pil mondiale.

crisiIn questo modo la finanza ha permesso alla crisi di sovrapproduzione di essere posticipata di 20/25 anni permettendo profitti giganteschi a chi già ricco era, ma contemporaneamente ci ha portato in un circolo vizioso di bolle speculative che con ritmo accelerato di una crisi finanziaria all’anno ci ha condotto alla crisi globale del 2007/2008.
Ricordiamoci che la grande crisi del 1929 trovò la soluzione nella seconda guerra mondiale (e in effetti anche oggi la guerra non manca di certo nello scenario mondiale: a tal proposito segnaliamo l’articolo “nato/exit obiettivo vitale” di Manlio Dinucci del 28 giugno su il manifesto n.d.r.)
Il modello capitalista finanziario che cosa inventa allora per mantenere i suoi profitti? Visto che non si possono vendere le merci, stabilisce che i diritti e i beni comuni (quelli collegati all’essenzialità della vita) devono entrare a far parte del mercato, trasformandoli in merce. Il disastro è compiuto
-attenzione: loro non vogliono convincerci, vogliono rendere inevitabile la loro logica politica.

CilePinochetIl Cile di Pinochet insegna, lì è avvenuto il primo esperimento di liberalizzazione attraverso un colpo di stato.

L’economista Milton Friedman affermò: “lo shock (colpo di stato) serve per rendere politicamente inevitabile ciò che è socialmente inaccettabile”.

In Cile ora tutto è privatizzato.

Per noi lo shock è il debito pubblico venduto mediaticamente come inevitabile e l’obiettivo è quello di terrorizzarci e rassegnarci all’inevitabilità delle politiche liberiste, attraverso una progressiva sottrazione di democrazia.

Ma la realtà è che il debito è realisticamente impagabile, guardiamo i dati:

  • Oggi il debito dell’Italia ammonta a 2135 miliardi e annualmente paghiamo 85/90 miliardi di interessi (la terza voce di bilancio dopo previdenza e sanità) se ciò non bastasse,
  • l’Italia ha firmato che porterà il rapporto debito/pil al 60% entro 20anni; oggi è al 134%.
  • E’ evidente il drammatico impatto sociale. Eppure è dal 2000 che in Italia il bilancio entrate/uscite è attivo.

Conclusione:

  • Sono gli stessi creditori che, adottando la logica usuraia, vogliono mantenere il debito: per mantenere profitti finanziari in progressiva crescita, attraverso gli interessi, e per mantenere il dominio sui popoli.
  • Il referendum per il no alle modifiche costituzionali (che ci sarà ad ottobre) è la battaglia fondamentale. Dobbiamo salvare la democrazia che ci vogliono togliere, attaccando il principio di sovranità del popolo che attraversa tutta la nostra costituzione. Impediamo che sia il mercato liberista a stabilisce il vincolo democratico.
  • Dobbiamo riaprire un processo costituente dopo i 20 anni di berlusconismo in cui abbiamo perso il senso di appartenenza, trasformandoci in una società costretta a una solitudine competitiva. Le scorciatoie elettoralistiche non funzionano. Costruiamo socialità dal basso, superando insieme la paura e attivando la preoccupazione attiva, quella che vuole cambiare le cose perché insopportabilmente ingiuste.
  • Riconquistiamo la democrazia dal basso, dai territori, dalle città attivando tutte le energie sociali e valorizzando l’apporto del pensiero femminile, quello che non è colluso con la logica del potere.

Ancora una volta è stata richiamata la figura di Teresa Mattei, una delle 21 madri costituenti alleghiamo con piacere un video in cui lei stessa ci spiega l’importanza dell’articolo 3 della nostra costituzione.

 

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