
Non parte il dissalatore e si continua a permettere gli scarichi a mare
1maggio 2015 di Maurizio Marchi
Sorrisi e strette di mano – mancavano solo i baci sulla bocca – tra il direttore di Solvay e Enrico Rossi e il sindaco di Rosignano. E promesse reciproche: io investo 20 milioni di euro su un vecchio impianto ad alto rischio, tu ti impegni per farmi avere l’energia a prezzo agevolato, e soprattutto a farmi continuare a scaricare gratis in mare i miei rifiuti all’arsenico. Così si è concretizzato l’accordo elettorale tra un grande elettore (Solvay) e il governatore uscente e rientrante: qualche migliaio di voti, tra clienti e disinformati, che non si buttano mai via, specie di fronte alla caduta verticale di credibilità del PD di Renzi a livello nazionale.
Nel merito della questione invece tanti aspetti stridono.
Primo: il primo investimento doveva essere il dissalatore,
che permetterebbe a Solvay di sganciarsi dallo sfruttamento insostenibile del salgemma della val di Cecina, restituendo acqua e territorio alla popolazione, non l’ampliamento di un impianto ad alto rischio come l’acqua ossigenata.
Secondo: il rapporto tra investimento (alto) e posti di lavoro creati (pochissimi, in un quadro di riduzione complessiva dei posti) non dovrebbe essere indifferente ad istituzioni attente,
ci sarebbe bisogno soprattutto di alto impiego di lavoro per unità di investimento operato, non del contrario. Ma qui, nella Toscana di Rossi, che fa di tutto per attrarre (o mantenere) le multinazionali, i posti di lavoro sono un optional, nonostante la propaganda, l’importante è consentire con tutto quello che vuole la multinazionale.
Terzo: l’investimento che tutti si attendono (e a cui tutti hanno diritto) è la chiusura degli scandalosi scarichi a mare.
Ha un bel dire tra le righe il sindaco in seconda Franchi (il sindaco vero di Rosignano è Papavero … ) che Solvay avrebbe adottato le BAT europee, cioè le migliori tecnologie disponibili! Qui si adottano ancora le “tecnologie” di un secolo fa, cioè scaricare enormi quantità di rifiuti in mare gratis, in spregio alla salute e al turismo.