Entro l’anno è prevista la chiusura della fase di studio e da gennaio del nuovo anno l’avvio della fase fisica di realizzazione
05settembre 2016 da Coordinamento art. 1 – Camping CIG, Piombino
Il dott. Fausto Azzi, l’Ad di Aferpi relaziona alla IV Commissione consiliare del Comune di Piombino sull’ordine del giorno “Piano Industriale Aferpi, aggiornamenti sullo stato dell’arte”. In estrema sintesi stando alla illustrazione fatta dal Dott Azzi, il progetto Aferpi sta entrando in una fase di maggiore concretezza.
Il piano di Cevital, come tutti i piani che vengono presentanti dall’esterno, ha dovuto essere analizzato e studiato per scendere nel dettaglio e individuarne le modalità di attuazione in base alle variabili del contesto, di mercato ecc. -ha spiegato Azzi-. Abbiamo avuto difficoltà perché il progetto è molto complesso, e nemmeno il mago Merlino poteva capire tutto”.
- Tempi di realizzazione: Il primo gennaio 2017 inizio i lavori di realizzazione del forno elettrico e del laminatoio per rotaie , inizio produzione nel 2019.
- Progetto logistica : E’ in fase di progetto per la realizzazione delle nuove banchine e la progettazione dei flussi turistici.
- Progetto agroalimentare: Potrà partire non appena la logistica avrà preso forma.
- Demolizioni impianti: Pper ora non ci sono risorse finanziarie e andranno avanti quando si sarà definito il ( progetto Brasile), cioè lo spostamento dell’altoforno in Brasile.
- Occupazione: L’azienda, proporrà la Cassa Integrazione per chi ancora deve entrare in Aferpi, sta discutendo con sindacati e governo soluzioni che consentano di far entrare tutti i lavoratori in solidarietà. Prima però è prioritario concludere la trattativa finanziaria. Per questo è necessaria una visione d’insieme e condivisa che consenta di raggiungere questo obiettivo , vincere sul tema della solidarietà per perdere su quello dei finanziamenti significherebbe una perdita per tutti.
- Indotto: Nella relazione il tema dell’indotto non è stato minimamente toccato e analizzato.
- Banche e finanziamenti: Attualmente non ci sono le risorse finanziarie necessarie, Rebrab ha già investito di 92 milioni di euro su Piombino, che sono una cifra considerevole. Contiamo nella firma prossima del contratto di finanziamento con le banche, coadiuvato da Profumo, che consentirà poi di avviare i cantieri.
Esplicitiamo e rammentiamo che solo per la costruzione dell’acciaieria elettrica e del treno di laminazione per rotaie occorrono 416milioni di euro escluso i costi per le opere civili, l’elettrodotto di alimentazione della sottostazione elettrica , gli impianti per l’approvvigionamento dei gas tecnici , la nuova discarica scorie, altrettanti , e forse più, milioni di euro serviranno per la realizzazione delle nuove banchine (logistica) e del progetto agroindustriale.
Abbiamo ascoltato con interesse il dott. Azzi ma non possiamo esimerci dal ricordare che gli impegni presi da Cevital erano ben altri.
Il piano industriale dell’aprile 2015 presentato da Aferpi (che il Governo, Regione , Comune e Sindacati approvarono senza indugi) era stato esposto come un piano industriale completo, già studiato nel dettaglio, nei tempi e nelle modalità di attuazione con copertura finanziaria . Tale piano era ritenuto talmente concreto da tacciare di disfattismo chi ai tempi ne aveva evidenziato le criticità.
Citiamo cosa disse Rebrab il 06 12 2014 a Piombino e riportato dalla stampa: i 400 milioni già annunciati sono solo una prima tranche, e che l’investimento finale sarà di un miliardo di euro. «Voglio fare di Piombino una stella nel Mediterraneo», ha detto Rebrab, e «il centro mondiale dell’acciaio di qualità». Acciaio ma anche logistica, con il porto destinato a movimentare, oltre agli elettrodomestici che il gruppo già produce in Francia, sette milioni di tonnellate annue di prodotti legati al polo agroalimentare. Polo che, ha ribadito, nascerà sulle ceneri della vecchia acciaieria, ovvero l’area più a ridosso della città, alla cui bonifica «penseremo noi».
Il piano industriale dell’ Aprile 2015 ricordiamo nuovamente prevedeva: Progetto siderurgico, Progetto Piombino Agroindustria, Porto e Logistica.
Il Piano integrato dei tre progetti prevede, in questa prima fase di analisi, oltre €500 milioni di investimenti e 2.200unità occupate (piena occupazione) al termine del quinquennio ( aprile 2020 ), oltre agli occupati nelle aziende fornitrici locali (indotto). E l’entrata in funzione della prima acciaieria il primo gennaio 2017 la seconda acciaieria il primo febbraio 2019 con una produzione a regime di due milioni di ton di acciaio.
Sulla base dei programmi e impegni di quel piano industriale (aprile 2015) Cevital/Aferrpi ha ottenuto :
- Il governo ha dato parere favorevole per la cessione ad Aferpi degli asset Lucchini.
- È stato firmato l’accordo sindacale difensivo, in data 3 giugno 2015, indispensabile all’acquisto da parte di Aferpi di Lucchini Spa e Lucchini Servizi s.r.l. nel quale i lavoratori hanno dovuto accettare pesanti riduzioni della retribuzione e gran parte dei diritti acquisiti.
- È stato firmato l’accordo di programma, che ha valore di legge, in data 30.06.2015, per l’attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo nell’ area dei complessi aziendali ceduti dalla Lucchini in AS.
- È stata approvata la delibera nr 10/15 del 29 04 2015 dell’autorità portuale di Piombino, dove con istanza Lucchini ed Aferpi hanno precisato di voler ottenere: l’ampliamento della durata della concessione (delle aree portuali) per un periodo commisurato agli investimenti del piano industriale (quello dell’ aprile 2015) e comunque non inferiore ad anni 50 (cinquanta).
Oggi ci sentiamo dire, apertamente, che quello stesso piano industriale era solo un prototipo, una bozza e che per questo passibile di qualsiasi rimodulazione e ridimensionamento, nel caso stravolto nei tempi e con esuberi di personale. Eppure Aferpi Il giorno 8ottobre 2015 partecipa presso il Ministero dello Sviluppo Economico ad un incontro allo scopo di esaminare lo stato di avanzamento di quel progetto industriale (quello dell’aprile 2015). Durante la riunione Aferpi Confermò gli impegni e si stabilì che:
1) La Società AFERPI conferma il piano industriale alla base del programma di acquisizione degli asset LUCCHINI, nonché degli accordi sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali e con l’insieme delle Istituzioni interessate.
2) La Società AFERPI ritiene che i ritardi temporali accumulati, siano fisiologici e non riconducibili a variazioni degli indirizzi generali di piano. A sostegno di tale affermazione, ha richiamato il lavoro svolto (anche in rapporto con la potenziale platea dei fornitori) sia per la definizione del progetto impiantistico, sia per le previste attività di demolizione.
3) La Società AFERPI ha indicato i seguenti obiettivi operativi:
a) Volumi produttivi fino a dicembre 2015 allineati con le previsioni: 60 mila tonn a settembre, 56 mila ad ottobre, 79 mila a novembre e 59 mila a dicembre. Per produrre questi volumi sono già stati emessi gli ordini di acquisizione dei semilavorati.
b) Avvio della demolizione impianti a partire dalla fine di novembre 2015. Queste attività potranno impiegare, se tutte le autorizzazioni saranno rilasciate, almeno 200 lavoratori del “bacino” Lucchini oltre a numerose imprese esterne.
c) Entro novembre 2015 saranno scelte in modo conclusivo le tecnologie migliori per il primo nuovo forno e per l’acciaieria; immediatamente dopo saranno avviate le procedure per la emissione degli ordini di acquisto.
4) La Società AFERPI, infine, ha richiamato la esigenza di accelerare il confronto in sede istituzionale sugli aspetti relativi alle bonifiche ed al costo dell’energia.
Intanto il tempo passa e la scadenza del 30.06.2017 si avvicina inesorabilmente a tal proposito al dott. Azzi è stata formulata la domanda, a cui non ha dato risposta, su cosa accadrà il primo luglio del 2017, quando, trascorsi due anni dall’acquisto, Aferpi non avrà più obblighi di legge a proseguire le attività imprenditoriali e a mantenere i livelli occupazionali stabiliti all’atto della vendita.
Sempre dal Coordinamento art. 1 – Camping CIG, Piombino:
Ci scusiamo con Lei dottor Azzi, ma nel suo discorso pronunciato di fronte alla quarta commissione consiliare del Comune di Piombino abbiamo percepito supponenza. Non nei toni, che erano sicuramente urbani (apprezzabile anche il fatto che abbia usato un linguaggio semplice, scevro da tecnicismi), ma in molte delle sue affermazioni:
- Nell’affermazione che il progetto iniziale “neanche mago Merlino…”. Ma come si fa a credere che, se l’Altoforno ha fatto al massimo un milione e quattrocentomila tonnellate, che il nuovo programma poteva farne 2 milioni? Praticamente ci ha dato a tutti, istituzioni, sindacati e lavoratori, degli ingenui per averci creduto. Peccato però che è su quella base – sulla base cioè di un piano di sviluppo capace di creare posti di lavoro -, che i lavoratori sono stati convinti ad accettare tagli di salario, perdita di diritti, e per molti (quelli dell’indotto) perdita del posto di lavoro, perdita di dignità e le istituzioni a cedere l’azienda.
- Nell’affermazione che “il programma Cevital è Piombino e Piombino è il programma Cevital” e quindi nessuno deve remare contro. Nel voler imporre cioè l’identificazione dei bisogni di un privato con quelli di una intera comunità.
- Nell’affermazione che Aferpi intende rispettare l’impegno di assumere tutti i lavoratori Lucchini, ma utilizzando la CIG a meno che il Governo non paghi (cosa non l’ha detto). Sempre nella logica che gli interessi dei lavoratori non valgono nulla rispetto all’interesse di Aferpi?
- Nella notizia che Piombino per Cevital non era la prima scelta: prima ha tentato di investire in Francia, ma i sindacati francesi si sono opposti, mentre quelli italiani si sono mostrati “collaborativi”.
- Nell’affermazione che il tracciato della 398 e l’utilizzo del quagliodromo sono stati decisi dai tecnici nell’interesse di Aferpi, quindi del progetto, quindi di Piombino. Quindi inutile protestare!
Nel suo discorso, dottor Azzi abbiamo anche rilevato un certo numero di contraddizioni, che solo la volontà di crederci ad ogni costo impedisce di vedere:
- Contraddittoria l’affermazione che è “contento” di non essere incluso in alcun piano nazionale della siderurgia se poi si pretende ogni 10 parole che ci sia un aiuto del governo.
- Contraddittoria (e, ci scusi, decisamente inaccettabile!) l’affermazione che è meglio che Rebrab non metta tutti i finanziamenti necessari “per non diventare l’imperatore di Piombino” e perché “se compri un auto e piangi miseria dal concessionario magari ottieni uno sconto” se poi si raccomanda di non pubblicare più pezzi critici sul Tirreno, perché poi i banchieri li usano per rifiutare i finanziamenti.
Abbiamo anche rilevato alcune amenità nel suo discorso, come quella che i soldi oggi non ci sono, ma ci saranno agli inizi del prossimo anno. Ancora una promessa?
- O quella che a Lei i container non interessano, a meno che non comportino fabbriche di trasformazione o di assemblaggio a Piombino: più delle parole, contano i fatti…
- O la migliore di tutte, specie dopo i crescenti ritardi accumulati in campo siderurgico, con le capacità e l’esperienza di Rebrab, “in un batter d’occhio” si metterà su l’agroalimentare (o agroindustria ?).
La nostra conclusione: nella seduta della commissione non sono state poste tre domande , oppure se formulate non è giunta nessuna risposta , a nostro avviso fondamentali:
- E’ vero o non è vero che nell’Aprile del 2015, Cevital ha presentato un piano industriale che Lei oggi dice essere irrealizzabile?
- Quando, come e da chi furono verificate le possibilità di ottenere i finanziamenti, che oggi risultano essere tanto indispensabili quanto difficili da trovare, prima difirmare impegni e chiedere enormi sacrifici ai lavoratori e al territorio?
- Cosa farà Aferpi a partire dal 1° luglio 2017, quando i vincoli degli accordi decadranno? Si libererà delle “eccedenze” come scritto nel piano rimodulato presentato in Regione ?
E’ più di un anno che, in quanto lavoratori e cittadini della Val di Cornia, poniamo queste domande. Siamo stati trattati da “gufi” (che barzelletta, se pensiamo che il gufo è sempre stato un simbolo di saggezza!), da disfattisti, accusati di voler dividere i lavoratori e via cantando. Oggi che i nodi vengono al pettine possiamo sperare di avere una risposta convincente, fondata su fatti concreti? Oppure continuerà il balletto delle promesse e dei rinvii?