Una mostra molto visitata in questi giorni di festività natalizie è “Luci e ombre di Montmartre” a Palazzo Blu di Pisa
4gennaio 2016 di Paola Ceccotti
Resta aperta fino al 14 febbraio ed è imperdibile, presenta una produzione di Lautrec di manifesti, locandine, litografie, dipinti (comprese opere degli Italiens de Paris, grandi maestri italiani, che si sono ispirati all’arte di Lautrec) che hanno ritratto la Parigi del Moulin Rouge, di Montmartre, delle “maisons closes” di fine ottocento ma anche altri temi a lui cari come il circo, i cavalli.
Il conte Henri de Toulouse-Lautrec nato da antica famiglia nobiliare ha avuto una vita breve e tormentata, segnata da una malattia genetica alle ossa, conseguenza di matrimoni tra consanguinei nella sua famiglia. Questa malattia, in seguito alle fratture causate da banali cadute a quattordici e quindici anni, ha determinato una deformazione nello sviluppo osseo e l’arresto dell’altezza a 1,52 m., con la costituzione di un corpo deforme in cui un busto normale si ergeva su gambe di bambino.
Lautrec , affetto da alcolismo e sifilide, è morto a soli 37 anni ma la sua intensa attività creativa ci ha lasciato un gran numero di opere di cui circa 180 sono esposte alla mostra di Pisa.
Grande disegnatore realizzò una vasta produzione di litografie, dal 1891 al 1901 ben 351, 28 tra le quali sono i celebri manifesti che l’hanno reso popolare.
Il suo segno incisivo, essenziale, ritrae la fisionomia dei soggetti che abitano il mondo della vita notturna e bohemiènne parigina in figure semplificate. Con poche linee di matita riesce a caratterizzare i vari personaggi e a renderli nella loro individualità; il suo segno grafico essenziale ne ritrae l’espressione donandoli vitalità e originalità a tutto vantaggio dell’obiettivo comunicativo del manifesto pubblicitario.
Per un insieme di caratteristiche, nella vicenda della pittura di fine secolo, viene quindi considerato l’ultimo degli impressionisti e un precursore dell’espressionismo, momento di passaggio tra i due orientamenti.
Venne influenzato dall’arte giapponese che ispirò la moda del tempo, come nel manifesto Divan Japonais realizzato per pubblicizzare l’omonimo locale (caratterizzato da interni che richiamano l’oriente ed in particolare il Giappone), dalla linea continua, colore compatto, tonalità squillanti, e la prospettiva strutturata su tre piani.
Ma la dinamicità della linea nella sua produzione di manifesti lo farà anche precursore dell’Art Nouveau, quello stile di arte applicata conosciuto anche come Liberty, una tendenza che appare nella linea sinuosa del serpente che si avvolge nell’abito di Jane Avril.
I soggetti di Lautrec ci portano nei luoghi più noti della vita bohémienne e libertina degli artisti quel periodo: i cafés-concerts e i postriboli che amò frequentare e dove addirittura elesse domicilio, al n.6 della rue des Moulins, e in cui poté così ritrarre i suoi tipi anche e soprattutto in momenti di intima quotidianità e di ozio. Si accostano nella sua arte mondi contrapposti; lui proveniente da una delle più antiche famiglie della nobiltà francese e il mondo parigino delle ballerine del can can e dei bordelli che è in grado di ritrarre con atteggiamento distaccato.
I ritratti della Goulue, la golosa per la sua ingorda insaziabilità, sono emblematici di quell’ambiente pervaso dalla scelleratezza del vizio, dalla insensata prodigalità nello spendere i giovanili entusiasmi e insieme dal candore sfrontato di chi non veste l’impalcatura della società borghese.