Venerdì 12febbraio alle ore17,30 presso l’Ex Cinema Aurora si terrà l’incontro con Manlio Dinucci del Comitato No Guerra/No Nato, saggista e autore del Libro “L’arte della guerra”, Zambon Editore: dal titolo: “Nuova guerra in Libia?”
11febbraio 2016 admin
In realtà l’interrogativo rimane solo perché non si è ancora formato quel “Governo libico” che avrebbe dovuto prendere “il via” subito dopo gli accordi fra le diverse parti libiche del mese scorso in Marocco, governo che con la sua richiesta d’aiuto dovrebbe legittimare l’intervento occidentale. Sembra che il presidente designato, Fayz al Sarraj, abbia chiesto tempo fino al 14 febbraio per tentare di formare una nuova squadra di governo.
Non è detto però che questa scadenza sia rispettata. Perché non è detto che il generale Khalifa Haftar, che ha l’appoggio del presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, ceda il potere delle armi solo perché il testo di un articolo (l’articolo 8) dell’accordo del mese scorso in Marocco fra le diverse parti attribuisce le funzioni di Comandante supremo dell’Esercito libico al consiglio di presidenza guidato dal primo ministro Sarraj. Adesso da parte occidentale si lavora duramente per convincere l’Egitto a togliere il suo appoggio al generale Khalifa Haftar, ma non è detto che i risultati ci siano.
Certo tutto è pronto per la guerra:
- Mattarella, in visita alla Casa Bianca, ha espresso al presidente Barack Obama la massima condivisione della necessità di “una cooperazione fra Nato e Unione europea per fare fronte alla crisi umanitaria e smantellare le reti del traffico di esseri umani” (leggasi Libia)
- “L’alleanza tra Stati uniti e Italia, ha concluso così Obama, non potrebbe essere più stretta.”
- Cade così nel vuoto l’allarme di pochi giorni fa di Bergoglio per “quanto può accadere se Usa e Europa riterranno di dovere attaccare di nuovo il territorio libico, lacerato tra tribalismo e terrorismo islamico”.
Dunque tutto chiaro: si parte, al limite anche senza governo libico. Lo hanno detto gli USA. E lo ha detto Gentiloni.
- «Se dalle parti libiche non ci sarà alcuna possibilità di pervenire ad un accordo e se la situazione sarà quella di una Somalia a due-trecento chilometri da casa, allora l’Italia ha il diritto e il dovere di difendersi e valutare come farlo». Sono parole di Gentiloni del 23 novembre, in una intervista all’Avvenire.
- Quello che non è chiaro è quali siano i reali obiettivi degli USA dietro la facciata della lotta a Daesh.
- Meno chiaro ancora quali siano quelli italiani, al di là del compiacere gli USA.