Palio Marinaro e mondo del remo: intervista a Fabio Canaccini

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9novembre 2015 di Ruggero Morelli

La stagione delle gare 2015 si è conclusa e  mentre si prepara la prossima. Fabio Canaccini ha accettato di raccontare la sua recente esperienza pubblica e di indicare le cause della crisi del mondo delle attività remiere e la via per recuperare la tradizione che ha dato lustro alla nostra città

D: Le cronache locali ci hanno descritto i passaggi ed i contrasti  della riforma delle cantine e dei rioni; tu come li hai vissuti?

R: La cosiddetta riforma delle attività remiere, voluta dall’Amministrazione Cosimi (assessori D’Alesio e Ritorni), è stata necessaria per evitare l’eutanasia di alcune cantine storiche che, già da alcuni anni, dimostravano di non essere capaci di mettere in barca almeno due equipaggi (il 4 ed il 10). Vista oggi, quella riforma,  ha prodotto solo il risultato di rimandare di poco la fine delle tradizioni marinare di Livorno e di tutto quanto vive intorno ad esse. Partiamo da qui, per un’analisi di quali possono essere le cause e di quanto sta accadendo per ridare linfa a questo spicchio di storia della Città.

D: Ecco: quali le cause e quali i rimedi?

R:  Gli “addetti ai lavori” non si rinnovano: vogatori, tecnici, dirigenti sono pressoché gli stessi da anni e, in alcuni casi, da decenni.  Il mondo remiero è diventato una sorta di club privato i cui interessi girano dentro le stesse cantine e con i soliti soci. Pochi sono gli esempi di sezioni nautiche che si sono riaperte alla Città, ai territori di adesione, ai cittadini dei propri rioni, ai giovani.  I cambiamenti sociali ed economici fanno si che il radicamento, l’appartenenza, non siano più legate al proprio luogo di nascita o di matura residenza.  Oggi che si nasca a Cecina piuttosto che a Pisa o altrove è indifferente, si cambia con facilità l’abitazione per motivi economici, logistici, di utilità familiare o di lavoro. La fretta, gli impegni, la corsa continua a tutto e verso tutti, fa si che il tempo restante, da dedicare ad iniziative come queste, sia residuale mentre, per un’attività come oggi è diventata quella remiera – impegna undici mesi su dodici – occorre tempo, volontà, sacrificio. Ed allora ci si dedica più volentieri a se stessi o ad altre faccende più appaganti.

D: Che cosa è stato fatto in pratica fino ad oggi?

R: Tutti i tentativi, anche generosi, coraggiosi e nuovi come, “Scuole in barca”, sono naufragati e così ci sono vogatori di quarant’anni, dirigenti ottantenni, pochi allenatori. Ovviamente le eccezioni, come sempre, confermano le regole. Troppi sforzi si sono dedicati e si dedicano alla competizione: soldi, allenamenti, gare, tempo. Sono proprio gli interessati, per primi, a non creare occasioni di crescita e valorizzazione del lavoro che viene fatto, creando  momenti di conoscenza e di diffusione delle tradizioni e della cultura marinare – es.: giornate del mare, la settimana dell’apertura delle cantine, il mese del Palio, ecc. – ovvero la conoscenza dal vivo di chi, cosa, dove, come e quando si fanno le cose.

D: Puoi fare un esempio per chiarire?

R: Un esempio su tutti, quando qualcuno scopre la meraviglia del “museo” creato da Gino “Falanga” – De Martino – nella “cantina del Palio”, allora si sentono dire sempre le stesse cose: che bello, interessante, ma chi lo sapeva, va pubblicizzato, dobbiamo valorizzarlo, ecc.; ma resta li fino a quando qualcun altro non ha l’occasione accidentale di vederlo, allora si riparte con la stessa musica.

D: Parlaci della riforma.

R: La riforma è rimasta a metà, si sono accorpate le sezioni nautiche, si sono rivisti i regolamenti, si sono create le condizioni per un rilancio delle attività, si sono costituiti organi e organismi con l’apporto di tutti i soggetti interessati, si è lavorato a progetti :  – revisione e ridistribuzione delle risorse, scuole, logistica delle cantine, rimessaggio, museo, e altri – che sono ancora nel cassetto. La nuova Amministrazione ha promesso barche nuove, sponsor, rilancio di queste attività come momento di assoluta importanza anche turistica per la Città, oltreché delle stesse, ma ancora si brancola nel buio delle promesse con incontri, riunioni, idee, ma non vedo sbocchi.

D: Che cosa occorre?

R: Non  si va alla radice con un progetto ampio che interessi i cittadini e la Città nelle sue differenti parti, si mettono pezze ghiacciate sulle ferite ancora aperte, che si congelano ma restano tali. Un progetto di lunga durata che susciti interessi, anche economici, da parte d’imprenditori e quindi di sponsor non c’è, ma la Città, da questo punto di vista, è molto povera ed anche le “famiglie livornesi” –  i Neri, i D’Alesio, i Fremura – , che fino ad oggi ci hanno creduto per tradizioni e piacere, si stanno piano piano defilando. Sarebbe già un bel passo avanti riunire  i molti documenti prodotti dagli “addetti ai lavori” :CAR, CAT, Comitati Organizzatori, UISP, Sezioni Nautiche,  e fare un sunto di tutte le proposte e richieste verso quel progetto a 360° cui facevo riferimento. E poi non si può prescindere per un lavoro organico che coinvolga tutti e che stabilisca anche un crono programma e le competenze che non possono essere solo quelle dell’Amministrazione, anzi, in questo senso devono essere più responsabilizzati tutti i soggetti di questo affascinante mondo che sta perdendo sempre più interesse perché non più legato al folklore, alla storia, alle tradizioni alla Città.

D: Si ma i tempi di questo lavoro?

R: Intervenire presto e bene sono imperativi necessari perché non ci sia il crollo sulle cui rovine si ricostruirà difficilmente, lasciando spazio solo a foto, annuari e ricordi per la storia. Quindi tornare ad un  progetto articolato su più fronti che vedeva,  per primo,  il coinvolgimento della scuola con: formazione e informazione sulla storia del remo, le tradizioni, le attività, la visita al museo e al rimessaggio barche e, naturalmente, delle gare mirate e divertenti con abbinamento di ogni scuola ad una sezione nautica.

D: Torniamo un po’ al Palio e alle gare.

R: Inoltre, associare ogni gara in ordine di tempo: Risiatori, Barontini, Palio, ad eventi mercatali e turistici con imbandieramenti, sfilate, mostre, ecc. Per la logistica c’è già il piano per l’assegnazione delle cantine, mentre, per il sostegno economico, un piano articolato esiste e,  in questi giorni, ho letto sui giornali è stato ripreso  dal Comune.  Sarà la volta buona almeno per questo?

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