Pensioni. Quota 100 sotto una certa soglia ma, sull’entità bisognerebbe intendersi ed aprire il confronto

La proposta di legge M5S-Lega sulle  pensioni d’oro andrà realmente a cancellare privilegi e trattamenti di favore oppure è dettata solo da ragioni elettorali e demagogiche? E la quota 100 creerebbe l’indebitamento dello Stato e manderebbe all’aria i conti pubblici? Domande dirimenti che meriterebbero risposte

12ottobre 2018 di Giusti Federico

I privilegi pensionistici riguardano un numero decisamente ristretto di persone, alcuni parlano di poco più di 30 mila casi con un risparmio di 150 milioni di euro. Non si dice tuttavia che con la Fornero i risparmi per i conti pubblici ammontano a miliardi di euro e quei risparmi, se sommati a 9 anni di blocchi contrattuali per 3,2 milioni di dipendenti pubblici, alle mancante assunzioni e ai tagli alla sanità e agli enti locali raggiungono una cifra elevata che fa comprendere come i sacrifici siano stati fatti dai dipendenti pubblici, da quanti hanno ricevuto minori ammortizzatori sociali e dai giovani, e meno giovani, che hanno visto sfumare la stabilizzazione o le assunzioni nella Pa.

Non siamo contrari ad applicare la quota 100 solo alle pensioni sotto una certa soglia ma sull’entità della soglia bisognerebbe intendersi ed aprire un dibattito pubblico. Dietro alle critiche verso la quota 100 si nasconde in realtà l’odio verso gli assegni previdenziali calcolati in parte con quel sistema retributivo cancellato da anni perché assicurava assegni pensionistici più alti. I fautori dell’austerità a senso unico (che poi sono gli stessi ad avere accordato il libero arbitrio alle imprese in caso di licenziamenti) sono raccolti attorno al portale Lavoce.info la cui figura di spicco è il presidente dell’Inps Tito Boeri per il quale Solo nel 2019 l’introduzione di quota 100 (62 anni e 38 di contributi) potrebbe interessare circa 4.700 persone con pensioni di importo superiore a 90.000 euro annui e soggette alla correzione attuariale nel caso il ddl 1071 diventasse legge dello Stato. In altre parole, questi lavoratori, da un lato, verrebbero spinti al pensionamento.., e, dall’altro, si vedrebbero, di lì a poco tempo, tagliare le prestazioni loro appena concesse (da Il sole 24 ore del 12 Ottobre 2018). 

Il ragionamento di Boeri smonterebbe l’intento della quota 100 ossia quello di favorire il classico elettorato del Nord in quota Lega visto che nel Sud molti hanno buchi contributivi che li escluderebbero dalla nuova disciplina previdenziale.

Ma Boeri va ben oltre, non ne fa una questione di classe per applicare la quota 100 ai redditi più bassi, il suo ragionamento va solo verso la mera conservazione della Legge Fornero escludendo ogni anticipo pensionistico per ricacciare indietro qualsivoglia considerazione sul sistema di calcolo dell’assegno previdenziale (non sia mai che qualcuno riproponga il sistema retributivo pur con qualche correzione..) I detrattori della quota 100 non presentano una proposta di legge alternativa, sposano sic et sempliciter le ragioni del rigore dei conti pubblici e dell’austerità e utilizzano un ragionamento in apparenza classista per conservare l’esistente, anzi si dicono contrari anche al congelamento temporaneo dello scatto di anzianità previsto nel 2019 utilizzando l’argomento dei giovani per spiegare che un anticipo dell’età pensionabile, pur contenuto, sarebbe una minaccia per la previdenza di domani. E per rafforzare le istanze dell’austerità taluni propongono di calcolare con il sistema contributivo tutti gli anni , chi va in pensione nei prossimi anni infatti ha alcuni anni conteggiati con il retributivo.

Il ragionamento necessario è piuttosto un altro:

non solo abbassare l’età pensionabile ma farlo soprattutto per i redditi più bassi e per i lavori maggiormente gravosi e usuranti (siano riconosciuti come tali o no), rivedere il sistema di calcolo per assicurare assegni dignitosi per gli anziani di domani. Una legge perequativa per le pensioni d’oro abbattendo privilegi ma senza dimenticare che talvolta gli assegni più alti hanno fornito anche contributi all’Inps maggiori, giusto per abbattere le condizioni di miglior favore di alcune caste. Attorno a quota 100 vige invece un tifo da stadio ma ben pochi ragionamenti, gli interessi che si celano dietro le varie opzioni sono molteplici ma del tutto assenti sono quelli che favoriscono le istanze dei lavoratori e delle lavoratrici con un Cud inferiore a 35 \8 mila euro annuo. Del resto l’obiettivo del partito unico dei padroni è collegare stipendi e pensioni alla effettiva crescita del Pil, i salari siano per loro una variabile dipendente dai profitti e alla occorrenza in decremento.

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