A rischio lavoro e ruolo strategico di Piombino. Rebrab vuol solo mettere le mani sul porto? Intanto si avviino bonifiche”
15settembre 2016 da segreteria “Sì Toscana a Sinistra”, Consiglio Regionale
“Rinunciare al piano industriale sottoscritto nel 2015 da Aferpi è un errore di prospettiva, perché quel piano garantiva maggiore produzione ecosostenibile di acciaio e piena tutela occupazionale. Nella nostra proposta di risoluzione abbiamo chiesto che le istituzioni esigano il rispetto del piano originario e del cronoprogramma da parte di Aferpi, ma la risoluzione è stata oggi bocciata in Aula” affermano i consiglieri di Si Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti.
“L’oggettivo dimezzamento di tutti i progetti da parte di Aferpi, nel campo della logistica e dell’agroalimentare e in particolare nella produzione d’acciaio, sembrano preannunciare la perdita di centinaia di posti di lavoro e l’annientamento del ruolo strategico che il polo di Piombino avrebbe potuto giocare nel quadro della siderurgia europea e mondiale, vista la riconosciuta qualità degli acciai lunghi e delle vergelle prodotti nella ex Lucchini. Oltretutto questo è il primo anno in cui l’Italia importa più acciaio di quanto ne esporti, il che dimostra ancora una volta la totale assenza di una politica industriale in questo paese.”
“E’ un atto di fede laica quello che il Presidente Rossi sta facendo rispetto alle promesse di Aferpi e dell’imprenditore Rebrab, un dilettante dell’acciaio che sta avendo serissime difficoltà ad ottenere credito da parte delle banche. Per ora Rebrab ha messo poco più di novanta milioni di euro su Piombino ma ne servirebbero oltre 700, denaro necessario anche per l’acquisto dei semilavorati, fondamentali per mandare avanti l’attività ordinaria dell’azienda. I nostri timori che Rebrab stia prendendo tempo solo per poter mettere le mani sul porto di Piombino rischiano di concretizzarsi. Ci auguriamo sinceramente di sbagliarci, soprattutto per il bene dei lavoratori, ma i segnali non sono incoraggianti.”
“Siamo anche molto preoccupati per la questione ambientale. Ad oggi non si ha notizia dell’avvio di neppure una delle opere di bonifica del sito industriale. Per questo abbiamo chiesto un intervento forte della Regione presso il Governo per assicurare tutte le azioni necessarie alle bonifiche del sito, convinti che debbano pagare i responsabili dell’inquinamento storico delle aree e non certo i cittadini. E’ urgente avviare quantomeno le bonifiche in tempi rapidi.”
“Purtroppo non si ha neppure notizia dell’inizio dei lavori della SS 398 diretta sino al porto, essenziale per la rinascita economica di Piombino e di tutto il suo comprensorio. Un’opera utile, da realizzarsi secondo un tracciato razionale, ossia quello che arriva direttamente al porto in un solo chilometro anziché far un lungo giro attorno alla fabbrica e poi in mezzo alla città, con un percorso di ben 4 chilometri. Chiediamo la costituzione di un tavolo tecnico con i soggetti interessati che curi tutti gli aspetti di ordine amministrativo, ambientale, urbanistico, finanziario e di monitoraggio.”
“La regione faccia subito anche tutto ciò che è in suo potere per i lavoratori, erogando il più rapidamente possibile la prevista integrazione regionale al reddito di coloro che hanno beneficiato dei contratti di solidarietà e prevedendo forme di integrazione al reddito, dopo l’estensione del contratto di solidarietà ai 719 lavoratori oggi in capo all’amministrazione straordinaria. E’ anche essenziale la conferma di tutti gli strumenti nazionali e regionali disponibili per il sostegno agli investimenti delle piccole imprese, in particolare dei settori a più elevato tasso di innovazione e a ridotto impatto ambientale, favorendo un processo di diversificazione economica del territorio”
“Avevamo anche chiesto la convocazione di un consiglio regionale straordinario da dedicare integralmente al polo di Piombino, ma la richiesta per il momento è stata bocciata. Continuiamo a pensare che questo passo istituzionale sia necessario” concludono i consiglieri.